LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Infuocata conferenza stampa stamattina da parte di Pantaleo Corvino, Direttore dell’Area Tecnica dell’U.S. Lecce che, insieme al Direttore Sportivo Stefano Trinchera, ha voluto esprimere la propria posizione su quanto accaduto sabato allo Stadio “Menti” in occasione della sconfitta dei giallorossi contro il LR Vicenza: “Con Stefano abbiamo pensato fosse giusto fare alcune considerazioni e premesse convocando questa conferenza a bocce ferme. Non possono passare inosservate alcune situazioni vissute in queste ore, ma i nostri tifosi possono stare tranquilli perché squadra e società sono concentrate sul Pordenone, la sfida più importante dell’anno, che ci deve portare alla vittoria per essere in Serie A da primi e meritatamente per quanto fatto in questa stagione. Ieri, all’allenamento facoltativo, c’erano tutti i calciatori, proprio perché c’è l’ultimo sforzo da compiere“.

“Dico subito che condanniamo ogni forma di violenza, sia pure sotto forma di un petardo, se può nuocere a qualcuno, al pari di una bomba carta messa sotto le inferriate per esultare per un gol, poiché si può gioire in diverso modo. Altro aspetto che voglio sottolineare è di escludere con convinzione qualsiasi congettura possa essere stata perpetrata da parte del Vicenza, o da qualche steward per quanto successo“.

Il Direttore ha quindi aggiunto: “Dunque, condanniamo quel petardo, però si tratta di un’esultanza sbagliata che tuttavia vediamo da decenni negli stadi. Il Lecce stava meritatamente dominando e vincendo una gara che stava consegnando la Serie A a questa squadra. Ma non è stato il petardo ad alterare la gara. Si è enfatizzato quello scoppio e non chi ha peccato di lealtà sportiva, come affermato dal sottoscritto sabato sera, ed oggi ribadisco che quello che abbiamo visto in area è stata una pagliacciata, creando un clima di tensione con una lunghissima sospensione, da parte del tesserato vicentino a cui poco dopo si è aggiunto un altro giocatore che si è accasciato accanto. Chiediamo alla Procura Federale di aprire un’inchiesta su quella condotta antisportiva e chi l’ha consentita a cui io non ci sto perché in 50 anni di attività mai ho visto una sceneggiata del genere, né lo sono mai stato io in prima persona. Chi mi assicura che anche il VAR non possa essere stato condizionato da quell’episodio e clima figli di slealtà che ha portato alla concessione del rigore ed alla sua ripetizione? L’anno scorso perdemmo la finale playoff per un rigore sbagliato ma andate a rivedere il portiere del Venezia dov’era!

Tornando ad oggi – ha ribadito un Corvino sempre più acceso nei toni – il provvedimento del Giudice Sportivo ha comminato 10mila euro di multa. Sulla stampa ho letto titoli che indicano che il Lecce se la sia cavata. Io dico che il Giudice Sportivo è stato di una coerenza tale che abbiamo indetto la conferenza stampa solo oggi. A conferma delle mie tesi, vi riporto alcune vecchie sanzioni comminate in altre gare, come Crotone-Benevento di novembre, in cui il portiere dei calabresi era Contini, lo stesso di Vicenza-Lecce. I tifosi campani lanciarono sul terreno di gioco un petardo esploso a circa 10 metri dal calciatore avversario che riportò uno stordimento. Il Crotone ricevette 10mila Euro di multa proprio come il Lecce“.

Nello spogliatoio ho urlato contro i giocatori – ha quindi aggiunto Corvino – per gli errori commessi nel finale di gara poi ho riflettuto e ricordato che siamo in Serie B e non i A o in Champions dove pure se ne commettono. Sono quindi in parte giustificati perché se siamo primi vuol dire che ne sono stati commessi meno rispetto agli avversari e quindi venerdì si deve conquistare questa promozione. Al che, Lucioni ha risposto che stavo sì gridando, ma che i nuovi non mi avevano visto davvero arrabbiato quanto l’anno scorso…

Avere ancora partita da giocare per andare in Serie A – ha concluso il DG – ci porta a concentrarci al massimo, anche se sabato si stava per chiudere il discorso. Da qui il mio nervosismo che è lo stesso della società e di tutta la tifoseria salentina ma anche la consapevolezza che ora è tempo di pensare al Pordenone”.

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