LECCE (di Massimiliano Cassone) – Partiamo da un post scritto su Facebook da Andrea Cicerello, 17 anni compiuti il 20 maggio, giovane promettente della formazione Berretti allenata da mister Pasculli: “Dopo tanti anni di sacrifici fatti da me e soprattutto dalla mia famiglia, arrivano le prime soddisfazioni… CONVOCATO IN NAZIONALE!!!”

Un messaggio con tre punti esclamativi, dove l’annuncio che spiega di essere stato convocato in nazionale è scritto in maiuscolo per gridare al mondo intero la sua gioia. La sua esultanza è frutto di anni e anni di impegno, sogni, sacrifici della famiglia non solo economici, di impegno personale, ed è uno sfogo, un grido al traguardo di chi sa che ancora c’è tanto da lavorare. Questo è il primo tassello di quella che potrebbe essere la sua carriera da calciatore.

Andrea Cicerello, Marco Fersini, Luca Guadalupi e Gianmarco Monaco sono stati convocati nella nazionale under 18 di Lega Pro e si ritroveranno agli ordini di mister Bertotto il 2 novembre a Sorrento.  E per usare un eufemismo: “alla faccia” di chi diceva che il Lecce non crede nei giovani.

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La Berretti del Lecce 2013-’14

Grazie all’apporto basilare di Matteo Lauriola, punta di diamante e chioccia d’un progetto lungimirante che però inizia già a dare i suoi frutti, il Lecce sforna baby d’oro… e non finisce qui, avrebbero meritato la convocazione, che sicuramente arriverà molto presto, Versienti (trasformato laterale destro proprio da Lauriola), Persano, Parlati, Montinaro (funambolico esterno nel mirino di club importanti), Cassano e Chironi (domenica dodicesimo in prima squadra).

Sui giornali, in tv e nell’immaginario collettivo, il calcio è visto come l’eldorado dei più fortunati; eppure nulla è improvvisato o lasciato al caso.

I ragazzi devono riuscire a capire cos’è la serietà già nell’età in cui è più semplice scorrazzare su un motorino e fare “casino”, devono poi essere supportati dalle famiglie che fanno sacrifici immani all’insegna d’un futuro che non per tutti sarà roseo. Solo chi riesce ad amalgamare bravura, intelligenza ed educazione, con un pizzico di fortuna potrà arrivare a dire: “Sono un calciatore”.

Un applauso quindi a Cicerello e compagni (anche a chi non è stato chiamato ora ma arriverà) ed un augurio, un semplice augurio che sia di buon auspicio: in bocca al lupo ragazzi… speriamo che riusciate a correre sempre più veloci dei vostri sogni per acchiapparli e impossessarvi della realtà che desiderate. Avanti, l’arbitro può fischiare ancora.

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