Per il 32enne Emanuele “Big” Leo si avvicina un appuntamento spartiacque: iniziare a sognare traguardi  importanti o dover ridimensionare progetti e speranze. Per il copertinese Leo e anche per il tecnico Francesco Stifani, è il momento della verità. Nei giorni scorsi è arrivata nel Salento una telefonata da parte del manager Salvatore Cherchi dell’OPI 2000 di Milano. Il tutto per comunicare a Leo e Stifani, la possibilità della sfida contro il britannico Anthony Joshua, al suo esordio nei professionisti e noto soprattutto per aver battuto durante la discussa finale di Londra 2012, l’azzurro Roberto Cammarelle.

L’annuncio ufficiale per Leo, è ovviamente giunto da Londra da parte di Eddy Hearn, proprietario della potente organizzazione inglese Matchroom Promotion. Sarà quindi l’imbattuto peso massimo pugliese Leo (9 vittorie impreziosite da 3 ko), peraltro reduce dal successo ai punti di domenica 22 settembre scorso sull’ungherese Sandor Balogh, ad affrontare il prossimo 5 ottobre alla O2 Arena di Londra, l’inglese Joshua.

«Abbiamo ricevuto questa sfida praticamente pochi giorni addietro, quindi insieme a Leo non c’è stato il tempo fisiologico per preparare con tutti i crismi questo match  -spiega il tecnico della BeBoxe, Francesco Stifani- Peraltro dopo la vittoria contro Balogh dello scorso 22 settembre eravamo in una fase di rilassamento; poi è giunta la chiamata che ha scombussolato i programmi. Detto ciò, non abbiamo voluto rifiutare questo appuntamento: siamo consapevoli del fatto che questo genere di inviti non capitano certo tutti i giorni. Nonostante Anthony Joshua sia all’esordio nei Prof, siamo consapevoli della sua forza, quindi ci prepariamo per l’incontro di sabato in punta di piedi ma determinati a far bene. Non nascondo che proprio questo match, potrebbe chiarire meglio le idee un po’ a tutti: difatti, qualora Leo dovesse disputare un buon match, potrebbero spalancarsi improvvisamente delle porte molto interessanti e non parlo solamente quelle per il titolo italiano. In caso di una sconfitta cocente invece, come il pugilato insegna, si potrebbero seriamente ridimensionare molti nostri progetti».

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