numeri melfiLECCE (di Italo Aromolo) – Al diavolo Eupalla, l’immaginaria divinità coniata da Gianni Brera per proteggere ed ispirare il bel gioco, questo Lecce può puntare all’Olimpo del calcio senza invocare occulte stregonerie e intercessioni trascendentali. È la forza senza segreti della classe operaia, umile e pratica fino all’estremo, quella che permette ai giallorossi di superare il Melfi per 1-0 e infilare la seconda vittoria consecutiva dell’era Braglia, capomastro di bottega che nelle vesti di anti-mago sa di non avere la bacchetta magica nel poter pretendere solo sudore dai propri lavoratori. Quello che è scrosciato come un fiume in piena dalla fronte di Checco Lepore, risolutore dell’appassita contesa con un tiro squillante che ha risvegliato l’intera platea dello stadio “Valerio” insieme alle speranze del Lecce di recitare un ruolo di primo piano in questo campionato. Nella nostra rubrica sui numeri, analizziamo le statistiche del match.

I NUMERI – Forse per la prima volta da quando è tornato in terza serie, il Lecce ha finalmente avuto paura. Paura dell’avversario, quel tremore di gambe che ti porta a dare il massimo e a rizzare le antenne della concentrazione per evitare di soccombere in ogni momento. L’opposto della supponenza, in pratica, perché non c’è niente di male nell’uscire dal campo di Melfi avendo portato meno palla (21-20 le palle in aree), crossato di meno (12-10) e fatto più falli (17-13) se il risultato deve essere quello che tutti conosciamo. Gli sbadigli di una delle partite meno spettacolari del campionato (solo 5 occasioni da gol) sono il prezzo da pagare per il processo di “braglizzazione” che sta pian piano trasformando questa squadra in direzione di quegli attributi da sempre auspicati dalla piazza: cattiveria, ignoranza e combattività.

Checco Lepore CapitanoSe il Lecce ha effettuato pochissimi tiri in porta (4, ai minimi stagionali), l’unico modo per vincere la partita era ridurre a zero o quasi le sortite offensive avversarie. Deve essere stato più o meno questo (e infatti il Melfi ha fatto solo 2 tiri in porta) il ragionamento che ha indotto mister Braglia a schierare un 3-4-3 che tutto è stato meno che un modulo spregiudicato, con in due esterni Legittimo e Lepore che solo saltuariamente sono arrivati sul fondo sovrapponendosi ai rispettivi compagni di fascia Vècsei e Doumbia. Gol a parte, i due fluidificanti leccesi hanno totalizzato 5 cross, pochini per la media generale. Ma quel che conta è che la difesa giallorossa ha archiviato la seconda partita senza incassare gol, portando a 180’ i minuti di imbattibilità della porta di Perucchini.

In attacco, non resta che aspettare la fine della latitanza offensiva di Davis Curiale: i numeri parlano di un ragazzo che sta mancando proprio in quel fiuto da consumato numero nove con cui lo presentava il pedigree (2 tiri in porta, 1 fuori, 0 cross e un paio di clamorose occasioni mancate). Ad ogni modo, è tutta la squadra che può e deve crescere sotto il profilo della pericolosità offensiva: come ammesso dallo stesso Braglia al termine del match, la strategia del “punti sì-gioco no” può fruttificare sul breve periodo ma non garantisce lunga vita ai sogni di gloria. In fin dei conti, un po’ di Eupalla non guasterebbe anche a questo Lecce.

Di seguito, tutte le statistiche di Melfi-Lecce:

  • TIRI IN PORTA Melfi 2 Lecce 4
  • TIRI FUORI E/O RESPINTI Melfi 6 Lecce 4
  • CROSS EFFETTUATI Melfi 12 Lecce 10
  • FALLI SUBITI Melfi 17 Lecce 13
  • PALLE IN AREA Melfi 21 Lecce 20
  • CORNER Melfi 2 Lecce 4
  • OFF-SIDE Melfi 2 Lecce 1
  • COEFF. PERICOLOSITÀ Melfi 0,4 Lecce 0,4
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