Una squadra giallorossa che in campo avrebbe vinto qualsiasi trofeo! No, non esageriamo: l’11 giallorosso che stiamo per schierare all’interno di questo articolo è talmente forte che avrebbe potuto vincere qualsiasi titolo. Avrebbe potuto perché è composto da calciatori certamente insuperabili, ma figli di epoche calcistiche diverse. Un vero peccato perché al posto del regno juventino, durato ben 9 scudetti, adesso staremmo magari parlando di un ipotetico regno leccese. Ma ora basta sognare ciò che non è stato (e che non sarà), piuttosto allietiamoci raccontandovi chi sono i protagonisti della nostra imbattibile squadra giallorossa…

In porta Terraneo e in difesa Tonetto, Stovini, Baroni e Di Chiara – Siccome non sappiamo se anche voi come noi amate il calcio offensivo, nel dubbio, che purtroppo nessuno potrà sciogliere, abbiamo deciso di schierare la nostra Top 11 con un 4-2-3-1. Penserete che stiamo esagerando, soprattutto considerando l’inserimento di ben 3 trequartisti dietro l’unica punta, e avete ragione, ma solo perché non conoscete ancora i cognomi dei super protagonisti in campo. Stando così le cose, rimediamo subito! A protezione della porta giallorossa, ecco a voi Giuliano Terraneo, una saracinesca di fine anni ’80 e inizio anni ’90 che ha contribuito, insieme al mitico Carletto Mazzone, a portare il Lecce in A. In difesa sulla fascia destra schieriamo Max Tonetto, un fluidificante vecchia maniera che con Zdenek Zeman è diventato un calciatore completo, mentre al centro troviamo due “bad boys” come Lorenzo Stovini e Marco Baroni, stopper forse un po’ rudi ma capaci di costruire un muro invalicabile davanti alla prima linea. Infine a sinistra non poteva mancare lui, Alberto Di Chiara, ex attaccante che con Nevio Scala nel Parma si è riscoperto difensore provetto, e che difensore provetto! I suoi dribbling ubriacanti gli hanno permesso di vestire la maglia della Nazionale.

Una coppia di centrocampisti tutta qualità e quantità – A centrocampo non possiamo non schierare la coppia formata da Cristian Ledesma e da Juan Alberto Barbas, meglio conosciuto come Beto. Perché proprio loro due e solo loro due? Semplice: perché sono gli interpreti che più di tutti sanno come unire qualità a quantità; in particolare l’argentino punto fermo della Lazio nel primo decennio del 2000 sapeva come far parlare di sé in campo, essendo un funambolo con il pallone, meno fuori dal campo, essendo un serio professionista senza grilli per la testa, non come l’eccentrico Mario Balotelli che ne ha combinate di tutti i colori! Beto comunque non era da meno del connazionale, anzi, per certi versi era forse anche più decisivo quando aveva la palla tra i piedi, come testimoniato dalle 27 reti messe a segno tra il 1985 e il 1990.

Tre super trequartisti – Perché il tempo passa per tutti, diversamente calciatori come Mirko Vučinić e Davor Vugrinec ancora oggi saprebbero come fare la differenza sul terreno di gioco. Chi ancora oggi fa la differenza è Juan Cuadrado, jolly juventino che può giocare in difesa ma anche in attacco, che in carriera ha vestito la gloriosa maglia del Lecce. Questi tre fenomeni sono quelli che desideriamo schierare come trequartisti del nostro Top 11 giallorosso. La velocità del colombiano, che sa come saltare l’uomo in ogni occasione, e la duttilità del montenegrino e del croato, abili ad allargare la manovra e al tempo stesso a favorire gli inserimenti dei compagni in avanti, non hanno uguali. Esageriamo? Aspettate a sentire chi è la nostra unica punta.

L’ariete Božinov – Valeri Božinov, meglio conosciuto come Bojinov, è l’ariete del Lecce delle meraviglie, in grado di mettere in agitazione qualsiasi difesa avversaria. Grazie alla sua forza fisica e alla sua progressione, il bulgaro, che con la maglia giallorossa ha segnato 16 pesantissimi goal in 65 partite, è il giocatore ideale da schierare per provare a vincere qualsiasi trofeo, nel nostro caso purtroppo solo ipotetico.

E Chevanton? – Scegliere di schierare Bojinov e non Ernesto Javier Chevanton come unica punta è stato doloroso. È stata doloroso perché l’uruguaiano è l’idolo indiscusso della tifoseria giallorossa, anche grazie ai suoi oltre 50 goal messi a segno durante la sua doppia esperienza al Lecce. Vi chiederete: ”Perché schierare Bojinov e non Chevanton, considerando quanti goal ha realizzato quest’ultimo?” Risposta: perché nel calcio di oggi abbiamo bisogno di un attaccante più “fisicato” come lo è il bulgaro, capace di reggere l’urto delle difese; senza offesa per l’uruguaiano, ma lui è troppo “leggero” per il nuovo calcio moderno.

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