LECCE – Guven Yalcin, neo-attaccante del Lecce arrivato in prestito con opzione dal Besiktas negli ultimi giorni della finestra di calciomercato invernale, è stato presentato ufficialmente questa mattina dal Dg Pantaleo Corvino. Una trattativa laboriosa, ma chiusa positivamente, portata avanti in tempi rapidissimi per assicurare ad Eugenio Corini il sostituto di Filippo Falco, passato a titolo definitivo alla Stella Rossa Belgrado, di cui ha ereditato anche il numero di maglia; un numero mai banale: il 10.

Il dirigente ha così introdotto il 22enne centravanti: “Guven è un calciatore che è stato spesso convocato dalle nazionali turche ed ha 3 presenze con quella maggiore. Posso aggiungere che l’UEFA lo scorso anno lo ha inserito tra i 50 giovani più importanti d’Europa. Per caratteristiche lo consideriamo un attaccante moderno, capace di fare la prima punta o giocarci insieme“.

©U.S. Lecce

Queste le prime dichiarazioni in una conferenza stampa di Yalcin da neo-calciatore giallorosso: “È stato il direttore Corvino a convincermi dicendomi che questa sarebbe stata la scelta giusta per me. Ho parlato anche con Adem Ljajic, che è stato un calciatore del direttore, e mi ha parlato molto bene della città dicendomi che è il posto giusto per fare bene“. Il discorso è poi passato al suo attuale stato di forma dopo la positività al coronavirus: “Ho avuto il Covid e per due settimane non mi sono potuto allenare bene. Ora mi sento pronto, ho ripreso gli allenamenti da una settimana. Sono a disposizione del mister, sceglierà lui con quale minutaggio. Qui mi sento già a casa, il gruppo mi ha accolto calorosamente“.

Per quel che riguarda le sue caratteristiche tecnico-tattiche Yalcin si presenta così: “Posso giocare da prima punta soprattutto o comunque subito alle spalle del centravanti. Ho scelto il numero 10 perché so che in Italia è un numero importante. Il calcio italiano l’ho sempre seguito molto; ieri sera per esempio ho visto Inter-Juventus. Il mio obiettivo è giocare a lungo in questo Paese. A chi mi ispiro? È difficile, sarebbero troppi da elencare. In passato ho già giocato con grandi attaccanti perciò la concorrenza in attacco darà sicuramente una marcia in più a tutti. Corini? Non ci ho ancora parlato se non per raccontargli come mi sentivo dopo il lungo viaggio. Avremo tempo per confrontarci“.

Infine, un passaggio sulle differenze tra il calcio italiano e turco: “In Italia c’è più intensità, grande qualità e molta attenzione alla tattica. Ho giocato nelle giovanili del Bayer Leverkusen, ma nel calcio professionistico sono arrivato col Besiktas. Lì c’erano tanti attaccanti, in più ci sono stati anche tanti cambiamenti a livello societario e in panchina (Şenol Güneş era l’allenatore del club di Istanbul ed è l’attuale CT della Turchia, ndr). Si è data poca fiducia ai giovani preferendo giocatori esperti per ottenere subito i risultati. Non sentivo più la possibilità di crescere e giocare con continuità“.

Commenti