LECCE (di Gavino Coradduzza) – A guardare soltanto il pesante risultato finale non si direbbe che il Lecce ammirato ieri sera a “San Siro” nell’esordio in campionato abbia sfoderato una prestazione confortante per alcuni aspetti e a tratti anche gagliarda; ma ha mostrato anche dei limiti che uno squadrone come l’Inter non ha faticato troppo a mettere a nudo…

Pronti, via ed è subito apprezzabile la diligente disposizione degli uomini di Fabio Liverani sul rettangolo di gioco: rigoroso rispetto degli spazi e delle distanze tra uomo e uomo e tra i reparti; l’esordio è dunque diligente. Se l’emozione del debutto c’è (come c’è), è gestita con grande pacatezza e attenta applicazione

La squadra di Antonio Conte stenta un pochino a capire che tipo di avversario si trova ad affrontare. La partita è bellissima, vivacizzata in particolare dagli spunti di Lukaku e Asamoah su un fronte, Lapadula e Falco sull’altro.

Il Lecce rischia di cadere (16°) quando Lautaro spreca, di testa, da due passi, ma è solo un episodio che non modifica più di tanto l’equilibrio complessivo che per ora fotografa il confronto; ma il 20° minuto è fatale: Brozovic, si sa, ha anche il piede “buono”; il suo destro teleguidato verso il sette dove Gabriel potrebbe arrivare solo se dotato di ali, è un capolavoro balistico

Tre minuti più avanti è il nerazzurro Sensi a pescare l’angolino basso alla destra di Gabriel per il raddoppio che scatena l’esultanza, forse smisurata, di Antonio Conte… Il Lecce non piega le ginocchia, ma si avverte ora il disagio di dover arginare questa Inter che dalle due marcature ha tratto tranquillità e dunque lucidità di iniziative e velocità di manovra. Qualche disagio nasce e cresce nel territorio presidiato da Calderoni ed in aggiunta, da Tachtsidis, non si può pretendere la velocità in aggiunta alla spesso illuminata capacità di inventare con calma il gioco…

Efficace l’assiduo controllo in marcatura di Rossettini e Lucioni su Lukaku, ma ciò non basta a colmare la differenza tra un attacco (quello neroazzurro) libero di inventare a mente sgombra, e una difesa (quella giallorossa) obbligata a concedere qualche spazio non dovuto perchè, se esiste qualche possibilità di rimonta, questa passa attraverso l’avanzamento di qualche metro del blocco del centrocampo…

Falco illumina di luce viva i primi minuti della ripresa: la sua serpentina in area (3°) è da manuale del calcio e l’Inter rischia davvero di incassare una rete; Calderoni replica il pericolo dal limite d’area, ma non ha il piede di Brozovic e la sfera termina abbondantemente fuori dallo specchio della porta di Handanovic

Il terzo gol, quello di Lukaku (60°) è una “cosetta” facile, facile sulla corta respinta del portiere giallorosso; sigillo che però provoca un accenno di scoramento tra le maglie salentine…

Al quarto d’ora entrano così in campo Mancosu e Farias, mentre Barella rileva Vecino. Proprio l’italo-brasiliano arrivato dal club isolano non ci mette molto a meritarsi il cartellino rosso per un inutile ed incomprensibile fallaccio sul suo vecchio compagno nel Cagliari: Barella falciato sotto gli occhi dell’arbitro e rosso diretto, col Lecce che resta pure in inferiorità numerica

Prima di mandare il match in archivio si registrerebbe il quarto gol, ancora su una rasoiata, questa volta di Politano, ma l’arbitro La Penna annulla per fuorigioco di posizione di Lukaku; però poco dopo arriva quello regolare e fantastico di Candreva che piazza un missile telecomandato con gittata dalla media distanza ancora all’incrocio dei pali, con Gabriel ancora uccellato…

Dunque, un 4-0 abbastanza pesante numericamente, ma la consolazione è che il Lecce non si ritroverà sempre di fronte l’Inter…

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