LECCE (di Italo Aromolo) – Se il primo nemico dei celiaci è senza dubbio il glutine, al secondo posto c’è l’ignoranza. Il manuale del perfetto celiaco è un labirinto di informazioni in cui non è facile orientarsi tra nozioni mediche, capacità culinarie e soluzioni logistiche. Chi ne è affetto lo incamera con gli automatismi della pratica e il rinforzo emotivo della memoria; gli altri lo vellicano con spirito di curiosità, quando lo impongono le circostanze di una conversazione con il parente, l’amico o il conoscente – all’incirca uno ogni 100 – che non può mangiare glutine. Come se non fosse complicata di per sé, la vita dei celiaci si accompagna alla necessità smentire quotidianamente – o quasi – le leggende metropolitane diffuse a riguardo.
Quanto è grave la celiachia? – Tra le più ricorrenti quella secondo cui la celiachia esiste in più gradi di gravità, che è come dire che due più due fa cinque. La celiachia esiste in una sola forma di severità ed è quella che richiede la dieta completamente aglutinata: anche nelle forme asintomatiche, pertanto, non è legittimo introdurre alcuna quantità di glutine (vale anche per minime contaminazioni) in alcun momento (neanche “una volta ogni tanto”).
Può confondere l’esistenza di una classificazione, detta di Marsh, che valuta i danni dell’intestino celiaco e li cataloga in quattro stadi di gravità. Le alterazioni chiamate in causa in questa classificazione – visibili solo al microscopio – sono la conseguenza dell’effetto nocivo del glutine: se l’intestino è più danneggiato non vuol dire che la celiachia è più grave in partenza, ma semplicemente che si è fatta qualche abbuffata di glutine di troppo.
Celiachia o allergia al grano? – Celiachia e allergia al grano possono essere immaginate come le pendici di un iceberg: in superficie emerge una punta comune che tutti vediamo – la restrizione dietetica al grano – ma in profondità divergono per una serie di aspetti che non sempre si possono cogliere in superficie. Cambia il meccanismo che causa le due malattie, in quanto sono coinvolti diversi “attori” nella risposta immunitaria che si scatena contro gli alimenti. Chi è allergico può andare incontro ad una reazione di shock anafilattico, pericolosa per la vita. Chi è celiaco no, perché in questo scenario i protagonisti del sistema immunitario non sono in grado di dare una risposta tanto potentemente negativa come quelli implicati nell’allergia. Per lo stesso motivo, i celiaci non vanno incontro ad alcun rischio nel toccare con le labbra o la lingua gli alimenti contenenti glutine, mentre per gli allergici al grano c’è la possibilità che si gonfino le mucose della faccia.
La dieta senza glutine fa dimagrire? – La tendenza rimbalza da un vip all’altro e invita a surfare l’onda della moda trainante. Tra i non celiaci mangiare senza glutine è l’ultima, mirabolante, soluzione propalata per perdere peso e migliorare il benessere del corpo. La scienza nel frattempo si è interrogata: quanto c’è di vero? Assolutamente nulla, secondo il rigoroso punto di vista delle evidenze sperimentali. Gli studi internazionali hanno dimostrato che la dieta senza glutine non abbassa il rischio di avere malattie cardiovascolari e perciò non è raccomandata nei non celiaci.
Nel frattempo il mercato del gluten-free incassa e strizza l’occhio ai 320 milioni di euro spesi in Italia nell’ultimo anno (+27% rispetto al 2017). L’infatuazione per il senza-glutine assume così i contorni di un clamoroso autogol: economico, per i costi elevati di tali prodotti; salutare, perché spesso i prodotti senza glutine sopperiscono alla mancanza di carboidrati a lento assorbimento – come quelli dei derivati del grano – con l’aggiunta di grassi e zuccheri semplici, che innalzano il contenuto calorico degli alimenti.
Chi mangia gluten-free per scelta disperde irresponsabilmente il confine tra salute e malattia, sdoganando un approccio di superficialità il cui risultato finale è un paradossale ribaltamento di ruoli, che non giova a nessuno. La dieta senza glutine è una zavorra che nessun celiaco seguirebbe se non fosse per necessità.
ATTENZIONE: Le informazioni contenute in questo articolo sono presentate a solo scopo informativo. Non intendono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente. Si raccomanda di chiedere il parere del proprio medico riguardo qualsiasi indicazione riportata.
Bibliografia
- British Medical Journal, Long term gluten consumption in adults without celiac disease and risk of coronary heart disease: prospective cohort study.
- Unamanusenzaglutine.
- Coldiretti, Rapporto sul mercato Gluten-free.
- Rugarli, Medicina Interna Sistematica, Settima Edizione, Vol1 (pp. 691-697) e Vol2 (pp.1726-1730).
I precedenti di “Miti&Salute”:
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