lecce-messina-0-1-squadra-abbracciataLECCE (di Pierpaolo Sergio) – Amare e severe per i salentini le pagelle dopo Lecce-Messina, gara della trentaseiesima giornata del Girone C di Lega Pro. In una domenica che ha fatto registrare la matematica promozione del Foggia in Serie B, Lepore e compagni hanno offerto uno spettacolo davvero inglorioso, regalando agli ospiti la gioia di portare a casa 3 punti di platino per evitare i play-out. Di contro, il mese che separa il Lecce dai play-off rischia di diventare un lungo calvario buono solo ad acuire nuovamente la contrapposizione tra larghe frange della tifoseria giallorossa ed il tecnico Pasquale Padalino, anche oggi bersagliato da cori tutt’altro che inclini al dialogo ed al “perdono”.

PERUCCHINI: Non ha colpe specifiche sul gol di Anastasi che incassa pur senza compiere nemmeno una parata in tutto il match. Nel recupero si getta nelle mischie in area messinese sperando in un colpo di fortuna che non arriva e che lascia al Lecce altro fiele da digerire. VOTO: 6

CIANCIO: Nulla di trascendentale, ma il suo compitino lo fa sempre. Spinge e contrasta ma spesso pare predicare nel deserto. VOTO: 6

DRUDI: le assenze in difesa lo costringono a scendere in campo pur in non perfette condizioni fisiche. Non che servisse molto per riuscirci, ma almeno risulta tra i più pimpanti dei suoi e merita applausi per alcune giocate di classe palla al piede. Esce soltanto quando il rischio di infortunarsi aumenta. VOTO: 6 —> (dal 28′ st) VITOFRANCESCO: Cambio obbligato; gioca venti minuti in una fase inaspettatamente complicata di una partita senza grosse pretese, ma non può e non riesce a dare un apporto significativo per acciuffare almeno il pareggio, visto il gran caos che regnava sul rettangolo verde. VOTO: 5,5

ARRIGONI: La sorpresa di giornata, a parte il cambio parziale di modulo, è il suo schieramento in difesa da centrale in una linea a tre. Si destreggia bene in quel ruolo, tra l’altro ricoperto due stagioni fa nel Cosenza in una gara di Coppa Italia. Non va mai in affanno anche perché il Messina aveva poca voglia di far male a questo Lecce ma lui si merita la sufficienza. VOTO: 6

AGOSTINONE: Dispiace constatare quanto vada in difficoltà con e senza palla. Quando prova ad impostare sbaglia i più elementari appoggi ed anche i passaggi dei suoi compagni non sono onestamente un granché. Il pubblico lo bersaglia ogni volta che tenta di andare al cross, sbagliando puntualmente in misura e precisione. Diventa davvero arduo potersi esprimere in un simile contesto. Il suo si può senza tema di smentite definire un innesto sbagliato. VOTO: 4

TSONEV: Inizia benino il suo pomeriggio, ma poi si ecclissa e commette una sfilza impressionante di errori ed ingenuità. Appare annebbiato e poco abituato al fiume di improperi che si riversa in campo dalle tribune. VOTO: 4,5

COSTA FERREIRA: L’unico spunto degno di nota è un rasotertra da fuori area che indirizza nel primo verso la porta di Berardi e che impegna il portiere in una respinta in tuffo. Per il resto, meglio stendere un velo pietoso su una prova ancora scialba, senza grinta e senza mordente, fatta di palloni persi malamente in mezzo al campo, errori di impostazione e tanti falli inutili di frustrazione che gli costano un cartellino giallo. VOTO: 4,5 —> (dal 30′ st) MAIMONE: Pochissimo lo spazio che l’ex Melfi ha ottenuto in questa partita, come del resto in tutta la stagione. VOTO: 5,5

LEPORE: Un po’ confuso nei primi minuti di gioco sulla posizione di esterno destro di difesa o di centrocampo da dovere tenere, quindi finisce per sparire pian pianino anche lui dalla scena e vive un pomeriggio fatto di tante incompiute e altrettanti errori grossolani. VOTO: 5

lecce-messina-1TORROMINO: Il numero di palloni che perde in contrasti tutt’altro che duri è da non credere. Si intestardisce in dribbling senza costrutto e senza motivo che lo portano ad innervosirsi e sfiorare in più occasioni l’ammonizione che l’arbitro gli evita inspiegabilmente. Un’anima in pena senza meta e senza requie. VOTO: 4,5

MARCONI: Prova a fare quel che può in una sfida che lo vede poco e mal servito dai compagni di squadra. Colpisce un palo a portiere battuto che meritava maggiore fortuna e si batte su ogni pallone che passa dalle sue parti. Con l’ingresso in campo di Caturano stenta a trovare la giusta intesa e va a fare le ammucchaite in mezzo all’area avversaria alla ricerca di un golletto che però non arriverà. VOTO: 6

 PACILLI: Anche il duttile esterno appare l’ombra di se stesso. Non imbrocca una giocata degna di tal nome e, cosa per lui inusuale, sbaglia una quantità industriale di palloni e di tocchi che alla fine “paga” col richiamo in panchina. VOTO: 4,5 —> (dal 17′ st) CATURANO: Entra nella mischia ma nessuno se ne accorge. L’unica azione degna di nota è l’appoggio per Perucchini che offre al portiere andato in avanti alla disperata al 94°, subito prima del triplice fischio finale del direttore di gara. VOTO: 4,5

sergio-di-corciaAll. DI CORCIA (Padalino squalificato): Spettacolo peggiore non si poteva offrire nel giorno del definitivo trionfo del Foggia e dei grandi rimpianti legati ai ricordi lasciati da gente come Lucarelli e Conticchio nella tifoseria giallorossa. Il contrasto stridente tra le gesta compiute da chi ora siede sulla panchina del Messina e chi invece oggi indossa la maglia del Lecce è ingeneroso. In una domenica di piena emergenza, le lacune strutturali di questo gruppo sono emerse in tutta la loro gravità. Neppure l’abbozzo di cambio tattico con il passaggio ad un 3-4-3 assai improbabile è servito a nascondere le manchevolezze e la scarsa grinta di questa formazione. Le energie da destinare ai play-off sono fondamentali, ma lo è pure l’aspetto ambientale che si deve ricostruire e che simili prestazioni non aiutano di certo a ricompattare. VOTO: 4

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