LECCE (di Italo Aromolo) – Braglia sì, Braglia no: this is the question. Ha ragione l’allenatore del Lecce a dire che il ruolino di marcia vittoria in casa-pareggio in trasferta può bastare per centrare la promozione in B? Gli equilibri precari di un campionato mai così livellato non farebbero pensare ad altro: c’è una capolista come la Casertana che non raggiunge la media di due punti a partita, una squadra-champagne come il Foggia che non vince in casa da due mesi, una corazzata come il Benevento che deve aspettare 86 minuti per fare gol all’ultima in classifica e infine il Lecce, che, piaccia o no, sta recuperando sempre più terreno alle battistrada con la forza della costanza e la calma dei forti. Ma basterà?
Secondo una proiezione, a fine campionato, la formazione giallorossa raggiungerà i 63 punti continuando a viaggiare alla media sottoscritta dal proprio tecnico un paio di settimane fa in conferenza stampa. Quota che, da quando il Lecce è tornato in Lega Pro, non ha mai garantito la prima posizione: nello stesso numero di partite il Trapani vincitore nel 2013 arrivò a 64 punti, il Perugia a 66 due anni fa e la Salernitana addirittura a 80 (ma con quattro gare in più) nello scorso torneo.
L’andamento a rilento delle prime è solo una falsa attenuante e il perché è presto detto: se anche chi precede dovesse mantenere le attuali medie, impresa non difficile visto il già discontinuo e deficitario andamento di tutte, il Lecce che vince in casa e pareggia fuori riuscirebbe a recuperare solo un punto alla Casertana (prima a 66), due al Foggia (63) e tre al Benevento (62) riuscendo a superare solo quest’ultimo e chiudendo al terzo posto che a stento significherebbe play-off.
È evidente, dunque, la necessità un cambio di atteggiamento da parte della squadra al di fuori delle fuori amiche. Il calendario non è malvagio e prevede sfide accessibili come quelle di Messina, Monopoli ed Ischia, in cui il coraggio e la voglia di osare dovranno giocoforza prevalere sulla paura di perdere se si vuole continuare a sognare un futuro diverso dall’inferno della Lega Pro.