pagelleANDRIA (di Pierpaolo Sergio) – Probabilmente il Lecce più brutto di questa prima metà di campionato non va oltre lo 0-0 al cospetto della Fidelis Andria e le pagelle dei giallorossi non registrano che voti oltre la sufficienza solo per alcuni interpreti della sfida allo stadio “Degli Ulivi“. In particolare, a meritare una menzione è il solito Filippo Perucchini che in mezzo al nulla cosmico offerto oggi dai suoi compagni, si erge a baluardo insuperabile e mette in cassaforte almeno il punticino che Braglia e altri in seno alla società sembrano gradire particolarmente. Per il resto, meglio voltare rapidamente pagina e non pensare troppo alle occasioni che gli avversari stanno offrendo a questo Lecce ma che puntualmente vengono sciupate e gettate alle ortiche per portarsi in orbita in classifica.

  1. PERUCCHINI: Il migliore in campo tra le fila del Lecce. Dice di no in due occasioni a Cianci e Grandolfo che già pregustavano la gioia del gol. Di piede anticipa con ottimo tempismo l’attaccante avversario lanciato a rete in fulminea ripartenza nella ripresa e quando non ci arriva lui, ci pensa la traversa a salvare la sua porta e l’imbattibilità. VOTO: 7.5
  2. FREDDI: Ha il suo bel da fare per contenere le sia pur sporadiche azioni offensive dei padroni di casa, ma non sempre dà la sensazione di essere pienamente sicuro della situazione. Una sua sbadataggine stava per costare cara alla fine del primo tempo, ma San Perucchini lo ha assistito… VOTO: 5.5
  3. LEGITTIMO: Solita gara tutta grinta e concentrazione ma anche lui appare poco incisivo nelle folate in avanti, con traversoni innocui e mai ficcanti. Calcia malamente una punizione dal limite che innesca una ripartenza mortifera degli andriesi vanificata (ancora lui!) da Perucchini. VOTO: 5.5
  4. PAPINI: In mezzo al campo, quando c’è da fare legna, il problema non si pone; semmai è ingiusto aspettarsi dal capitano la giocata in grado di dare respiro all’asfittica e impalpabile manovra del Lecce. Neppure stavolta gli riesce di finire la gara senza la canonica ammonizione. VOTO: 5.5
  5. ABRUZZESE: Nella “sua” Andria ci teneva a fare bella figura e di sicuro non ha ha grossi demeriti da farsi perdonare. Tuttavia, come molti altri suoi compagni, dà l’impressione di non carburare a pieno regime e il terreno così allentato non aiuta chi cerca di impostare il giro palla. VOTO: 5.5
  6. COSENZA: Partita e prova gladiatoria la sua. Esce ringhiando su chiunque porti la palla tra gli andriesi e quando servono le maniere rudi non si tira certo indietro. VOTO: 6
  7. LEPORE: Il buon Checco non sta rendendo propriamente come sa e può. Si mette in luce per temperamento e doti di sacrificio fuori dal comune, ma sta attraversando un momento di appannamento che ne limita l’apporto vitale per una squadra già di per sè abulica. VOTO: 5.5 ——— BEDUSCHI: Finalmente lo si rivede in campo dopo tempo immemore, anche se solo per una manciata di minuti. Che sia di buon auspicio per il futuro? VOTO: S.V.
  8. SALVI: Per il centrocampista “sette polmoni” del Lecce le considerazioni che si possono avanzare sono le stesse del compagno di reparto e suo grande amico, Romeo Papini. Corre, lotta e le prova tutte pur di sconfiggere una sorta beffarda che sembra non voler aiutare la compagine salentina a decollare, ma alla fine si deve arrendere anche lui all’evidenza. VOTO: 6
  9. MOSCARDELLI: Se è vero che non dovrebbe preocccupare più di tanto l’astinenza da gol, è pur vero che a far suonare un campanello d’allarme è l’aria sconfortata che dimostra in diverse occasioni. Palle da giocare non ne riceve molte, ma sembra involuto e nervoso. Se poi ci si mettono pure gli arbitri a non fischiargli i rigori a favore ed i tifosi a rifiutare i pantaloncini che voleva regalare a fine gara, allora il quadro assume tinte ben più fosche… VOTO: 5
  10. SURRACO: Al rientro dopo il turno di squalifica, mortifica le attese di quanti speravano in lui affinché potesse finalmente accendere la luce nella metà campo avversaria e regalare magari assist e giocate all’altezza delle sue qualità. Tutto ciò non avviene neppure a sprazzi, ma si limita a trotterellare avanti e indietro senza alcuna pericolosità. VOTO: 5 ——— VECSEI: Braglia lo manda nella mischia ma nemmeno l’ungherese riesce a trovare il bandolo della matassa su un terreno in pessime condizioni e con un Lecce che di pungere l’Andria proprio non ne voleva sapere. VOTO: S.V.
  11. CURIALE: Semplicemente non pervenuto quest’oggi. Il giocatore tutto grinta e caparbietà ammirato nei 45′ giocati contro il Benevento lo scorso 20 dicembre sembra un lontano miraggio. Anche lui non è praticamente mai servito dai compagni e la manovra del Lecce non ne esalta le caratteristiche tecniche. Ma oggi non ha dato mai l’impressione di eseere sceso in campo. VOTO: 5 ——— DIOP: Se vuol andar via per giocare con più continuità ha ragione. Il suo contributo alla causa giallorossa supera di gran lunga quello messo in mostra insieme dal “Mosca” e Curiale. Il perché sia stato relegato in panchina tante volte resta un mistero. VOTO: 6Braglia ad Andria

All. BRAGLIA: Dopo la figuraccia rimediata a Rieti un po’ tutti si aspettavano ben altro piglio e ben altra foga agonistica per vendicare l’onta della sconfitta nel match d’andata. Però, lui che è un veterano della categoria, riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno anche dopo simili partite. Se avrà ragione il tecnico toscano o se invece si tratta di occasioni gettate allegramente alle ortiche sarà solo il tempo a dirlo. Ad oggi, a preoccupare la piazza leccese è la cronica difficoltà a fare gioco e creare azioni d’attacco realmente pericolose. Al “Degli Ulivi” i giallorossi non hanno concluso neppure una sola volta nello specchio della porta avversaria e, così, difficilmente si vincono i campionati. O forse no. Si vedrà. VOTO: 5

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