LECCE – Un gol può cambiare tutto, la vita se non il corso degli eventi. La partita di Coppa Italia di Lega Pro disputata mercoledì al “Via del Mare” e vinta col Matera, è stata decisa dalla stoccata di Gianmarco Monaco, prodotto del vivaio giallorosso finito ai margini della prima squadra dopo il percorso di crescita sui campi di Villa Convento ed il primo anno tra i “grandi” disputato splendidamente a Foligno, in Serie D.
In Umbria, Monaco è stato una delle rivelazioni dell’ex Interregionale. I 7 gol in 22 presenze da interno di centrocampo non hanno fatto altro che evidenziare le qualità coltivate ogni giorno nella cantera giallorossa, di cui è stato anche il capitano nella formazione “Berretti” due stagioni fa. La formazione giovanile rappresenta uno strano presente per il centrocampista, figlio di Walter Monaco, allenatore ed ex calciatore del Lecce. Il ritorno a casa dopo la felice esperienza folignate non è coinciso, almeno per ora, con un altro passo in avanti per la crescita, infatti, il ragazzo è paradossalmente tornato a militare nella formazione giovanile ora guidata da Claudio Luperto. Un calciatore così non può che avvantaggiare i giovani giallorossi, ma è indubbiamente stretto il palcoscenico per un atleta che merita ben altri banchi di prova per misurare i miglioramenti improntati già l’anno scorso. In più, la politica del settore giovanile giallorosso, incentrato sulla valutazione dei ragazzi “sotto-età”, stride con il frequente impiego dell’ex condottiero dell’era Pasculli.
Monaco, centrocampista duttile dotato di fisicità e puntuali capacità d’inserimento, ha sfruttato al meglio l’occasione fornitagli da mister Braglia e, dopo aver rilevato Salvi, ha messo la sua firma al match contro il Matera, segnando proprio con un inserimento fulmineo su assist di Balint Vécsei, beffando il terzetto difensivo materano e il portiere Biscarini con un tocco in controtempo. La corsa forsennata verso la tribuna centrale dopo la rete ha contenuto una dedica speciale. Il primo gol con il Lecce è stato dedicato a papà Walter, in attesa di una panchina dopo l’avventura col Nardò, alla famiglia sempre vicina alle sorti del suo gioiello ed alla sua ragazza.
La buona preparazione disputata con la prima squadra e la costanze presenza nelle amichevoli, disimpegnandosi anche da difensore centrale, non hanno finora aperto la via al ragazzo, chiuso oggettivamente in un reparto pieno di gente esperta. Il mercato di gennaio potrebbe segnare un nuovo capitolo, magari in prestito, della carriera di Monaco, leccese di nascita e fede calcistica, pronto a farsi le ossa con più vigore anche grazie al sussulto vincente di ieri.
La storia insegna che è difficile far bene con la maglia giallorossa se si è leccesi, al giovane Monaco il compito di scrivere un altro capitolo di un libro che ha avuto tanti altri interpreti illustri.