Liguori Trinchera e Sticchi Damiani
Liguori, Trinchera e Sticchi Damiani

LECCE (di Massimiliano Cassone) – Fino a giugno in città, a Lecce, si rincorrevano frasi come “Tesoro via da Lecce”, alquanto ingenerosa dopo gli enormi sacrifici fatti dalla famiglia di Spinazzola, o “Cosa sarà di noi? Fallirà il Lecce?”. 

Dopo varie peripezie arrivò la cordata di Saverio Sticchi Damiani e l’entusiasmo in pochi mesi è risalito alle stelle. Record di abbonamenti e voglia di calcio giocato.

La nuova società ha avuto l’ardire di rifondare tutto, dal settore tecnico alla rosa, sono arrivati quattordici calciatori nuovi abbastanza bravi e ben assortiti tra giovani ed esperti. L’ovazione per la nuova società si è alzata alta nel cielo del Via del Mare alla prima di campionato contro la Fidelis Andria: quella prima gara sembrava la finale di Lega Pro. È arrivata la sconfitta, tre sberle in pieno viso, ed in poche ore si è capovolto il mondo. E siccome gli umori e l’informazione passa, volenti o nolenti, dall’agorà virtuale dei social, nelle ultime ore assistiamo a malumori giganteschi. E seppure sia vero che l’Italia è patria di “cinquanta milioni di allenatori”, ci sembra esagerato passare dall’apice della speranza all’inferno del dubbio. Si leggono addirittura degli inviti alla società per esonerare Tonino Asta, e c’è da sorridere perché non sarebbe intelligente o giusto prendere una decisione simile. È  bastata una sconfitta in campionato ed una amichevole vinta per 2-0 per iniziare a far parlare di fallimento. È assurdo, a parere di chi scrive, che accada tutto questo.

Da quello che abbiamo potuto vedere in campo ribadiamo quello che raccontavamo prima dell’inizio del campionato, e quello che avremmo pensato di fronte a qualsiasi compagine nuova, c’è bisogno di tempo per far diventare un gruppo di calciatori, seppur forti, una squadra.

Asta
Mister Tonino Asta

Il Lecce oggi ha una rosa importante ma non è una squadra, lo diventerà se in modo sereno riuscirà a rompere la clessidra spogliandosi dall’assillo del tempo che passa. Ci vuole pazienza, arriveranno altre difficoltà, altre sconfitte che forse pregiudicheranno la promozione in serie B ma che sono necessarie per portare avanti il progetto nato da qualche mese. Non è scritto da nessuno parte che questa squadra debba essere promossa in serie B. Lo disse Stefano Trinchera nella conferenza post calciomercato di non essere tra i favoriti, tentò anche di far capire che bisogna mantenere un profilo basso e che stava per iniziare un campionato difficilissimo.

Asta cerca di trovare la quadratura del cerchio, prova nuovi moduli, cerca di trovare giuste collocazioni ai calciatori, disegna l’anima di quella che sarà la squadra: che sarà… e non è.

Ora si va a Castellammare di Stabia, bisognerà giocare col coltello tra i denti per cercare di fare risultato, ma quello che conta è trovarsi e ritrovarsi, quello che conta è capire che non saranno le sconfitte ad arrestare un progetto.

L’errore più grande fatto in tutti questi anni di serie C, perché ogni tanto amo chiamarla serie C e non Lega Pro, è stato quello di rifondare ogni anno la rosa, di cambiare tutti e tutto; la speranza è che questo, comunque vada, sia il primo anno di un progetto che duri a lungo. Tesoro ha assecondato troppo gli umori della piazza e per il troppo amore verso quello che era il “suo progetto” ha commesso degli errori. La speranza per il bene del calcio leccese è che questa nuova società (che ha fatto ingenti sacrifici) impari a chiudersi bene le orecchie continuando nel “proprio progetto”, indipendentemente dalle sconfitte.

Perché tutto si può dire tranne che il progetto non sia iniziato.

 

 

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