LECCE (di Italo Aromolo) – È finita davvero. Dopo averci creduto, sperato, sognato, il Lecce si arrende solo e soltanto ai suoi limiti e fallisce l’ingresso nel G8 di squadre che comporrà la griglia dei play-off. Questo è l’amaro verdetto sentenziato dall’ennesimo, scialbo, pomeriggio che si è registrato allo stadio “D’Ippolito” di Lamezia Terme e che ha visto la formazione giallorossa incapace di andare oltre il 2-2 contro una Vigor Lamezia già salva e senza assillo alcuno nell’ultima giornata della regular season del Girone C di Lega Pro Unica. L’undici salentino ha vissuto di illusioni: l’iniziale vantaggio di Abruzzese, su azione da calcio d’angolo, e il definitivo pareggio di Davide Moscardelli, su rigore, sono stati prontamente riportati alla realtà dal pragmatismo di un’avversaria che, con una facilità disarmante pur avendo ben poco da chiedere al campionato, è riuscita a gonfiare due volte la rete grazie al man of the match Fabio Scarsella. La classifica finale parla da sé: il Lecce chiude al sesto posto con 67 punti, appena 3 in meno della quarta classificata, la Juve Stabia ed a -13 dalla capolista Salernitana. Nell’ultima puntata della rubrica che ci ha tenuto compagnia per tutto il campionato, analizziamo le statistiche della gara.
I numeri – La prestazione giallorossa è lo specchio dell’intera stagione: un Giano bifronte alle prese con un’ incontrollabile alternanza di bel gioco ed impotenza, organizzazione e confusione, ragione e follia. D’altronde, non si spiega se non con una insolita tendenza suicido-omicida il mancato successo di una squadra che riesce a mettere ben 26 palle in area del primo tempo, per poi ridurre ad appena 14 i raid nella seconda frazione, quando anche la superiorità numerica in favore dei giallorossi sembrava mettere la palla sulla linea e dire: “va solo spinta”. Altri numeri mettono in luce la sciagurata gestione di una partita come di un campionato: il Lecce va al tiro 24 volte, la Vigor Lamezia 4, per una percentuale di realizzazione rispettivamente dell’8% e del 50%. Confusione babelica e precisione svizzera: al Lecce servono 22 cross per impensierire le fratte avversarie, alla Vigor Lamezia ne bastano quasi un terzo per spettinare Scuffia ma realizzare lo stesso numero di gol. Ancora, il Lecce ha bisogno di due calci piazzati per andare a rete – non una colpa, ma neanche il massimo dell’efficienza di gioco – mentre la Vigor Lamezia può impostare su calibrate azioni di contropiede le sue due realizzazioni.
Tra i singoli si salvano in pochi: Moscardelli merita l’incenso per le 4 conclusioni a rete (quanto tutta la Vigor…), Checco Lepore suda le proverbiali sette camicie – tante quante i suoi cross – tra corner e punizioni, mentre Daniele Mannini propizia diverse occasioni da gol con le sue 6 palle in area. La gara di sabato ha segnato in modo particolare il fallimento del mercato invernale: la leggerezza di Eric Herrera nel far cilecca in una delle sue 2 conclusioni a rete pesa quanto l’incapacità di Gustavo di cambiare l’inerzia della gara con appena 1 cross ed 1 palla in area. Delude anche Embalo, che dopo aver conquistato il calcio di rigore si eclissa nello smarrimento generale e non va oltre un tiro fuori.
Non ci resta che dedicare un pensierino numerico a mister Bollini: 1,86 è stata la media punti che il tecnico lombardo ha mantenuto da quando è seduto sulla panchina del Lecce, purtroppo non sufficiente per raggiungere neanche l’obiettivo minimo stagionale. Nove vittorie ed un pareggio hanno soltanto incrementato il rammarico del tecnico di Poggio Rusco al termine di quella che chissà se resterà la sua ultima apparizione in panchina alla guida del Lecce.
Di seguito, tutte le statistiche del match:
TIRI IN PORTA | Vigor Lamezia 4 – Lecce 11 |
TIRI FUORI E/O RESPINTI | Vigor Lamezia 2 – Lecce 13 |
CROSS EFFETTUATI | Vigor Lamezia 8 – Lecce 22 |
FALLI SUBITI | Vigor Lamezia 10 – Lecce 13 |
PALLE IN AREA | Vigor Lamezia 16 – Lecce 40 |
CORNER | Vigor Lamezia 2 – Lecce 6 |
OFF-SIDE | Vigor Lamezia 1 – Lecce 0 |
COEFFICIENTE PERICOLOSITÀ | Vigor Lamezia 0,35 – Lecce 0,60 |