statistiche Cosenza-LecceLECCE (di Italo Aromolo) – L’elogio del pragmatismo e la sconfitta del narcisismo nei soliti novanta minuti monocorde: tu attacchi, io mi difendo e poi vinco. Non c’è verso di cambiare tiritera per il Lecce di mister Alberto Bollini, costretto a cedere il passo anche in quel di Cosenza dopo le recenti sconfitte contro Casertana e Salernitana. L’1-0 firmato da Elio Calderini è il risultato di una gara quasi in fotocopia a quella persa una settimana fa contro la capolista: avversari non certo garibaldini che segnano al primo ed unico tiro in porta, alzano le barricate e contengono facilmente i giallorossi, provati dalla fatica immane di cercare di creare un’occasione da gol e poi arrendevoli di fronte alle proprie amnesie difensive. Nella nostra consueta rubrica sui numeri, analizziamo le statistiche di Cosenza-Lecce per capire l’andamento del match: con quale intensità ha attaccato il Lecce? Come si è difeso il Cosenza? E in che misura hanno influito le iniziali scelte di mister Bollini?

I numeri– Le risposte a queste domande sono in buona parte racchiuse nel numero di palle in area che, disperatamente, il Lecce ha gettato dalle parti di Ravaglia: ben 49, una ogni due minuti e due ogni tifoso giallorosso presente sugli spalti. È il non plus ultra dell’era-Bollini e, probabilmente, dell’intera stagione. Ma in questo accerchiamento territoriale, il concetto di pericolosità è stato soltanto accennato dalla truppa giallorossa: i tiri in porta sono stati appena 5, l’unica vera occasione da gol è stata quella di Abruzzese su calcio piazzato. Di fronte alle frivolezze del Lecce, la difesa del Cosenza è parsa un bunker di massima sicurezza ben pattugliato dalle sentinelle Tedeschi-Carrieri: i 26 cross di Lopez e soci sono stati agilmente neutralizzati dall’undici di mister Roselli, che ha fatto la sua partita non disdegnando rinvii alla “viva il parroco” o contropiedi “pane e salame” (soltanto 11 le palle in area e 4 i cross). I Lupi della Sila si sono rivelati quella squadra da Lega Pro arcigna e legnosa che avevamo anticipato in sede di presentazione dell’avversario, capace di meritare la vittoria con appena un tiro in porta ed uno fuori.

Sul fronte formazione, sono state diverse le scelte del tecnico lombardo che hanno destato qualche perplessità tra tifosi e addetti ai lavori del Lecce. Gomes-Salvi e Manconi-Gustavo le coppie più spinose, con i primi sorprendentemente mandati in campo al posto dei pur in forma secondi, salvo essere sostituiti nella seconda frazione di gioco dopo prestazioni assolutamente non all’altezza. Gomes è stato l’ombra del calciatore tecnico e propositivo con le cui credenziali era arrivato dal promosso Perugia: dai suoi piedi è partito ben poco altro al di là delle 5 palle in area e 3 cross con cui ha battuto i calci da fermo. Similmente Manconi, 4 palle in area e 1 tiro da fuori in un ruolo (ala) diverso da quello con cui aveva esordito a Caserta (punta centrale), ha fatto rimpiangere le folate del brasiliano Gustavo che, appena entrato, ha vivacizzato un pizzico la manovra con 2 conclusioni pericolose ed altrettanti cross al centro-area. Meglio del suo predecessore ha fatto indubbiamente anche Stefano Salvi: il centrocampista romano ha messo la solita grinta e personalità al servizio delle 8 palle in area con cui ha provato a cambiare, invano, l’inerzia di un match nato male e finito peggio.

Di seguito, tutte le statistiche di Cosenza-Lecce:

TIRI IN PORTACosenza 1-Lecce 5
TIRI FUORI e/o RESPINTICosenza 1-Lecce 15
CROSS EFFETTUATICosenza 4-Lecce 26
FALLI SUBITICosenza 5-Lecce 10
PALLE IN AREACosenza 11-Lecce 49
CORNERCosenza 2-Lecce 5
OFF-SIDECosenza 1-Lecce 0
COEFFICIENTE di PERICOLOSITÀCosenza 0,19-Lecce 0,41
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