Claudio Lotito
Claudio Lotito

LECCE (di Pierpaolo Sergio e Gabriele De Pandis) – Un tempo non molto lontano, a dettare legge nel mondo del calcio italiano erano le “regole” stabilite da Luciano Moggi. Pur dopo processi interminabili e sentenze che avrebbero, nelle intenzioni, dovuto redimere il marcio carrozzone dello sport più popolare in Italia, pare di essere punto ed a capo. Lo scandalo sollevato dallo scoop de “La Repubblica” relativo alla registrazione di una telefonata tra l’attuale presidente di Lazio e Salernitana, nonché consigliere in Federcalcio, Claudio Lotito ed il direttore generale dell’Ischia IsolaVerde, Pino Iodice, sta creando qualche imbarazzo nei Palazzi del Calcio tricolore anche se, si sa, l’imbarazzo spesso svanisce con la rapidità di un temporale estivo per taluni personaggi tutt’altro che trasparenti.

A fare lo scherzetto al fac totum della FIGC è stato lo stesso Iodice, che ha pensato bene di lasciare una traccia della chiacchierata intercorsa tra sé e Lotito. Un file poi arrivato nelle mani dei colleghi di Repubblica che hanno fatto venire a galla il torbido che regna nelle stanze dei bottoni del panorama pallonaro in Italia. Nell’audio della conversazione c’è tutto lo scempio perpetrato ai danni di milioni di tifosi e di città che sgomitano per conquistarsi un posto al sole grazie ai meriti sportivi, ma che vedono minati i propri sforzi e gli investimenti dei rispettivi dirigenti, per essere immolati sull’altare degli interessi delle big da tutelare. E così, ad esempio, si può sentire distintamente come siano stati dati alcuni “consigli” al presidente della Lega di Serie B, Andrea Abodi, facendolo riflettere sull’inopportunità di una promozione di piccoli club quali Carpi e Frosinone che, sbarcando in Serie A, farebbero perdere appeal al massimo campionato, con la conseguente perdita di introiti e bonus da spartirsi tra le società che invece contano in tema di diritti tv.

Tra l’altro, l’ostilità del personaggio in questione verso l’eventuale sbarco in A del Carpi, coincide con lo scetticismo che alberga nei piani alti quando si parla di una promozione della piccola realtà carpigiana. Il successo della squadra di Castori rappresenta un’anomalia che vive il calcio moderno, tra tentativi di programmazione, più o meno riusciti, fatti a tavolino. Se è vero che conti e grandi esperti di economia servono come il pane, soprattutto a livelli medio-alti, è anche vero che la nuova frontiera calcistica, specialmente in un paese come il nostro, è rappresentata da piazze così tranquille e dedite alla programmazione senza pressione: il Carpi non è il primo esempio visto in Italia, dato che il Sassuolo oggi, ed il Chievo prima (sfiorato addirittura la Champions nel 2006) cercano di portare avanti questi progetti pluriennali che fanno quasi sparire l’idea romantica del calcio italiano come “il calcio dei comuni e dei campanili”.
Spagna-Italia Euro 2012
Mario Macalli

Tono e piglio nelle parole di Lotito ci dimostrano cosa accade realmente in certi ambienti. Il plenipotenziario di Mario Macalli, oltre che vice del neo-eletto presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, cerca di convincere Iodice della bontà del suo progetto finalizzato alla rielezione di Macalli, avversata da molti club tra cui il Lecce, nella prossima assemblea di Lega del 16 febbraio. Motivo? Per far sì che “Macalli rimane per un anno e mezzo a fare il presidente senza potere…” Un Macalli che, godendo dell’appoggio interessato del numero uno di Lazio e Salernitana, ha già collezionato scalpi eccellenti, non ultimo quello dell’ex Direttore Generale della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ufficialmente dimessosi dal proprio incarico nei mesi scorsi a causa delle profonde spaccature nelle modalità di gestione alquanto discutibili del terzo campionato italiano e denunciate dallo stesso ex dirigente.

Carlo Tavecchio
Carlo Tavecchio

Insomma, una fotografia impietosa di ciò che è diventato oggi il calcio nel nostro Paese. Una Federcalcio che proprio con la nomina di Tavecchio (ex presidente della Lega Nazionale Dilettanti, serbatoio della maggior parte dei voti ottenuti) ha perso la scorsa estate la possibilità di ridarsi credibilità e rinnovarsi fin nella fondamenta. La caduta di stile, l’ennesima, del football di casa nostra, fa il pari con il declino, a tratti irreversibile, che le nostre “grandi” dimostrano in Europa, in un calcio che ha decretato la propria ripartenza (Germania in primis) proprio grazie ad una politica meritocratica ed incentrata sulla valorizzazione dei giovani. Se sul campo una risposta la si potrà avere già in questi mesi (Juventus impegnata in Champions, Napoli, Roma, Fiorentina e Torino in Europa League), quale potrebbe essere un segnale efficace dalla scrivania? Preferibilmente non l’ennesimo colpo di spugna…

Qui di seguito l’audio originale della telefonata registrata e pubblicata da Repubblica:

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