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Stefano Salvi, centrocampista U.S. Lecce

LECCE (di Carmen Tommasi) – A lui la Lupa Roma porta bene, visto il  gol da cineteca siglato nella gara d’andata e oggi Stefano Salvi ci ha riprovato, non ha segnato ma ciò che conta sono solo i tre punti conquistati finalmente dal suo Lecce: “Tutto lo scorso dicembre è stato bruttissimo per noi –spiega il centrocampista romano, classe ’87- dove abbiamo ‘mangiato’ tanta mer.. e ci metto anche la prima gara vinta col Melfi. Ma ora sono arrivati i primi tre punti del 2015 che sono fondamentali e contavano solo quelli. Bisognava vincere sia essendo brutti o belli”.

LA PARTITA – Un secondo tempo sofferto in cui tutti si sono sacrificati per il bene della squadra: “Il mister ha detto che ho giocato in un ruolo non mio? Quando abbiamo inserito Sacilotto nella ripresa (al 59′ st), mi sono piazzato sulla destra del centrocampo a quattro e ho cercato di dare una mano a Checco (Lepore, ndr) quando gli arrivava la palla. Se mi sono trovato bene? Quando la squadra deve portare a casa i tre punti fa quello che dice l’allenatore e sta zitta. Il rigore? Lopez dice di non aver toccato l’avversario, ma l’arbitro ha visto così e quindi ha dato il penalty”.

ESSERE SQUADRA – La mentalità di oggi sembra essere quella giusta per il futuro: “Il mister insiste sul giocare insieme ed è una chiave importante, perché quando la squadra si sacrifica insieme, come abbiamo fatto nel secondo tempo, vuol dire tanto. Abbiamo lasciato un pochino il gioco ai nostri avversari e abbiamo sofferto un po’ troppo, ma in linea di massima ci sta. Questa è la Lega Pro, quest’anno ogni squadra vende cara la pelle e anche se sei il Lecce devi farti un bagno di umiltà e impegnarti sempre. Il gol? Ci ho provato anche oggi, non è andata bene, ma sono contento di essere tornato a fare i tre punti con il Lecce”.

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