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Andrea Guido

LECCE (di Silvia Famularo) – Sono giunte le precisazioni dell’assessore all’igiene, alla sanità e al randagismo, Andrea Guido, riguardo le ultime polemiche legate al fenomeno del randagismo.

Di seguito le sue dichiarazioni.

 “In  questi anni, il Comune di Lecce, pur nella limitatezza delle risorse, ha assunto una molteplicità di iniziative tese a contenere il fenomeno del randagismo e a garantire il benessere degli animale.

Tale impegno si è estrinsecato attraverso:

–  la realizzazione e l’attivazione del Canile Sanitario Comunale sul quale negli anni sono stati effettuati diversi interventi di manutenzione per adeguarlo alle maggiori esigenze;

–  l’utilizzo dei canili RIFUGIO privati “LOVELY” e “AMICO MIO”, e più recentemente del rifugio “AURA” per ospitare i cani dopo il periodo di osservazione presso il canile sanitario;

–  una serie di campagne di comunicazione contro l’abbandono e per l’affido;

–  la sterilizzazione, da parte del Servizio Veterinario dell’ASL, dei cani vaganti e, per quanto possibile, la loro reimmissione sul territorio in seguito ad alcune ordinanze sindacali;

–  la realizzazione di due dog park;

–  la costruzione di un rifugio per cani in località Caracci – Repelle di proprietà comunale, di cui sono in corso i lavori di realizzazione del 1° lotto.

I controlli sanitari su queste strutture, alle quali abbiamo imposto si dotassero di un responsabile sanitario, sono effettuati dalla ASL, mentre quelli amministrativi sono effettuati dal Servizio Igiene, Sanità e Randagismo. Alcuni controlli sono stati effettuati anche avvalendosi della Polizia Municipale Ambientale.

Ad ogni buon fine ho disposto l’intensificazione dei controlli da parte degli uffici preposti da effettuare d’intesa con la Polizia Ambientale.

Comunque, da quanto si è potuto fin’ora riscontrare non vi stanno elementi che possano confermare le notizie di stampa circa eventuali maltrattamenti sugli animali. Al contrario si è potuto constatare che le associazione preposte alla gestione delle strutture interessate curano e trattano gli animali con amore.

 Ciò però non toglie l’esistenza di gravi problemi, pure emersi sulla stampa, che non sottaciamo. Questi problemi attengono soprattutto alla inadeguatezza e alla carenza delle strutture.

Innanzitutto vi stanno le carenze del canile sanitario comunale, adeguato per ospitare 20 cani, come per legge, e che invece ha ospitato fino a 120 cani e continua ad ospitarne in numero considerevolmente superiore a quello ammesso con le immaginabili conseguenze dovute al sovraffollamento, tant’è che è stato sottoposto a sequestro dall’Autorità Giudiziaria.

Stessa sorte, anche se per ragioni diverse, è toccata ai canili rifugio privati “Lovely”, situato sulla strada per Torre Chianca, e Amico Mio” con sede in Carmiano, che ospitano cani di proprietà del Comune

Da quanto innanzi esposto emerge chiaramente che la situazione di “illegalità” (se così possiamo dire) è il frutto di un sovraffollamento delle strutture (attualmente abbiamo circa 500 ricoverati) che non abbiamo mancato di segnalare al Prefetto, alla Regione ed anche all’Autorità giudiziaria e che abbiamo cercato e stiamo cercando in ogni modo di gestire.

La difficoltà più grande a gestire il fenomeno del randagismo è quella di garantire il ricovero dai cani catturati, dopo il periodo di osservazione presso il Canile Sanitario Comunale, in rifugi aventi i requisiti previsti dalla L.R. n. 12/1995 e gestiti dalle Associazioni per la protezione degli animali iscritte all’albo regionale di cui all’art. 13 della stessa.

Per far fronte alla necessità di ospitare i circa  500 cani di proprietà, in data 29/12/2011 il Comune espletò una gara pubblica rivolta alle associazione (con priorità) e ai privati che avevano a disposizione delle strutture con i requisiti previsti dalla legge. Alla gara parteciparono due sole ditte che offrirono la disponibilità complessiva di 260 posti a fronte di una richiesta di 450. Nessuna Associazione partecipò.

Ma l’aggiudicazione fu oggetto di una forte opposizione delle Associazioni. Ogni tentativo di trasferimento dei cani dal canile Lovely e di una parte di quelli presenti al sanitario (da lì a poco sottoposti entrambi a sequestro sanitari) fu vano.

 L’aggiudicazione, comunque, fu poi annullata  dal TAR di Lecce il quale ha ritenuto che “la legge regionale pugliese ha inteso estromettere, indirettamente ma in maniera limpida, i privati dalla gestione del servizio dei canile rifugio”.

Successivamente all’annullamento della gara, questo Settore ha svolto due procedure negoziate riservate a tutte le Associazione della provincia inserite nell’albo di cui all’art 13 della L.R. 12/95.

Alla prima procedura ha partecipato solo l’ Associazione “Nuova Lara” di Lecce, che intanto aveva finito di realizzare un proprio rifugio, la quale ha offerto la disponibilità di 200 posti; la seconda procedura negoziata, espletata per coprire il fabbisogno degli ulteriori 200 posti non soddisfatto dalla prima procedura negoziata, è andata deserta.

A causa delle vicende sommariamente richiamate, non siamo riusciti a collocare i cani in strutture adeguate e gestite da associazioni di cui al richiamato albo.

Tutto ciò ha comportato e comporta una forte difficoltà per l’Amministrazione in quanto circa 300 cani continuano a permanere in sopranumero in strutture non adeguate e gestite, in una sorta di prorogatio, da soggetti che non hanno i titoli previsti dalla richiamata legge.

E’ da notare che il numero complessivo dei cani in carico al Comune (oltre 500) non sembra essere destinato a diminuire, nonostante gli innumerevoli affidi che vengono fatti ogni anno e la reimmissione sul territorio dei cani “ritenuti non pericolosi” e che abbiano una certa autonomia, i quali, nonostante le cure e le attenzioni di semplici cittadini e volontari, creano non poco disagio testimoniato dalle numerose lamentele e segnalazioni che giungono agli uffici.

Né la situazione è ipotizzabile migliori con l’ultimazione della costruzione del 1° lotto del rifugio di proprietà comunale, prevista per la seconda metà del prossimo anno, considerato che i 20 box da realizzare hanno una capacità massima di 40 cani.

La situazione, infatti, è aggravata dall’aumento delle catture da parte del Servizio Veterinario, che ha negli anni la seguente evoluzione:

ANNOCANI ACCALAPPIATI
2007127
2008184
2009167
2010173
2011182  di cui  35 cuccioli
2012284  di cui  65 cuccioli
2013293  di cui  89 cuccioli

A determinare l’aumento delle catture di cani vaganti, da parte del Servizio Veterinario della ASL di Lecce, ha inciso sicuramente la chiusura dei Canili Sanitari nei Comuni di Monteroni e Vernole, nonché l’assenza da sempre di tali strutture in quelli di Lizzanello, Cavallino e San Pietro in Lama. Ne consegue che in questi Comuni non vi è alcuna iniziativa per il controllo delle popolazioni canine vaganti, con grave danno per il territorio e per l’economia del Comune capoluogo sul quale finiscono per gravare gli oneri dei cani catturati provenienti dai Comuni confinanti.

Di tale situazione e difficoltà abbiamo reso partecipe anche il Prefetto con lettere in data 08 aprile 2014, invitandolo a valutare e decidere ogni iniziativa in merito al grave fenomeno per coinvolgere i Comuni della cintura

Da quanto esposto, visti gli esiti delle precedenti procedure di affidamento del servizio, risulta difficile allo stato dare un’adeguata e dignitosa soluzione alla collocazione in rifugi dei cani randagi catturati, stanti le attuali previsioni delle leggi regionali (e dell’interpretazione attuale da parte dell’Ufficio Regionale preposto e del TAR di Lecce) che pongono, riguardo i rifugi, una doppia limitazione: una soggettiva, riservandone la realizzazione e la gestione ai Comuni e, previa convenzione sempre con i Comuni, alle sole associazioni iscritte all’albo di cui all’art 13 della L.R. 12/1995; l’altra territoriale, contenuta nell’art. 44 della L.R. 25/02/2010, che esclude la possibilità di spostamento dei cani in strutture di cui agli art. 8 e 9 della L.R. 12/95 fuori dal territorio della competente ASL.

Concludendo, appare evidente che non è praticabile allo stato l’ipotesi di sospendere l’erogazione di finanziamenti a favore dei soggetti che attualmente garantiscono il servizio di cura e mantenimento dei cani per attivarsi a dare una adeguata sistemazione in altre strutture che si è verificato essere inesistenti sul territorio. Ciò non toglie che verrà fatto ogni sforzo ed aumentati i controlli per garantire un servizio sempre più dignitoso”.

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