LECCE (di Massimiliano Cassone) – Peggio non poteva cominciare questa era-Tavecchio alla guida della FIGC. Si è infatti partiti impastando, nel primo Consiglio federale, con fantasia ed illogicità, un “polpettone” deforme ed assai indigesto. Bisognava soltanto seguire una logica senza avere paura di scontentare nessuno. Parliamo della decisione sulla scelta della 22^ squadra da ammettere (oppure ripescare) nel campionato nazionale di Serie B. Il Novara presentò il ricorso chiedendo che il campionato di serie B fosse disputato a 22 squadre, e chiedendo la riammissione. Tale ricorso fu accolto dall’Alta Corte del Collegio di Garanzia del CONI che lasciò però alla Federcalcio la possibilità di scegliere la squadra con la quale completare l’organico del prossimo campionato cadetto.
Beh, fin qui ci siamo: ipotesi uno, si riammette il Novara, oppure se si deve ripescare qualcuno, si ripeschi la Juve Stabia. Due squadre che hanno disputato l’ultimo torneo di B. Se poi c’è stata, come c’è stata, un’apertura sui termini per tale riammissione, allora bisognava valutare i requisiti e le credenziali delle quattro società che hanno avanzato la propria candidatura e cioè Lecce, Matera, Reggina e Cosenza. Non era difficile, nessuno avrebbe detto nulla se qualcuno avesse riammesso il Novara, oppure ripescato le “Vespe” nel primo consiglio federale.
E invece no, ieri, addirittura c’è stata una riapertura dei termini andando a “pescare” in un mare poco chiaro, quello del Comunicato Ufficiale relativo alla circolare 171/A, i requisiti per chiedere il ripescaggio, facendo slittare così a pochi giorni dall’inizio dei campionati una decisione che non solo cambia i confini geografici della serie B, ma anche della Lega Pro e, come un mikado a scendere, delle categorie inferiori. Si è passati dunque da un’ammissione (o reintegro) al ripescaggio.
Nessuno ha considerato le conseguenze sia economiche, che logistiche (trasferte da preparare, rose da completare) delle squadre di tutti i campionati quando è stato deciso di rimandare tutto al 25 agosto (entro le ore 13:00 le squadre potranno presentare la candidatura). Alla faccia di chi invoca sempre la semplificazione di uno sport che si vorrebbe e desidererebbe capace di riempire gli stadi come accadeva vent’anni fa. Sembra uno scherzo di Carnevale, invece è il solito pastrocchio all’italiana.
Ora arriveranno altre candidature, tutte chiederanno il ripescaggio, ma alla fine soltanto una sarà la “fortunata”; se di fortuna si tratterà lo scopriremo lunedì 25 agosto.
Ma cosa troviamo nei requisiti per chiedere il ripescaggio? Una zavorra che sicuramente penalizza il Lecce che fu condannato per un famigerato illecito sportivo, non realmente consumatosi (ormai è acclarato), ma per la sola intenzione di alterare un risultato sportivo in maniera fraudolenta. Perché è lapalissiano che, se venisse meno il paletto di quella assurda (ma oggettivamente giusta, anche se esosamente unica di tal portata) condanna, Il Lecce non avrebbe rivali ed asfalterebbe la strada che lo porterebbe in Serie B, ma non sarà fatto, perché il “palazzo” del calcio italiano vuole essere quello di sempre e non vuol cambiare mai.
È difficile, a questo punto, se i criteri di valutazione del futuro sono prigionieri del passato, capire come mai Carlo Tavecchio (visto il trascorso burrascoso in termini di condanne penali) possa essere il numero uno della FIGC, com’è difficile comprendere che Antonio Conte (squalifica per calcioscommesse con pena patteggiata e quindi ammissione di colpa) sarà il “faro” per le prossime generazioni.
La nuova proprietà dell’U.S. Lecce, sicuramente come ha sempre fatto finora, senza clamore ed in modo intelligente, col suo legale Saverio Sticchi Damiani cercherà di capire se ci siano i presupposti per continuare una battaglia fatta di carte bollate oppure abbozzare, sorridere, andare avanti, scendere in campo e tentare di dettare la legge del più forte (errori arbitrali in buona fede permettendo) per riprendersi sul campo ciò che meriterebbe.
La FIGC continui pure a prendere le sue decisioni, incomprensibili per la maggior parte di noi comuni mortali, a patto che alla fine della “fiera” non avvantaggi in modo disgustoso qualche “amico” ed il “giocattolo” di quell’amico…
Non ci resta che aspettare… così, solo per il semplice gusto di capire.