NARDO’ (di Gabriele De Pandis) – Era il 12 luglio del 2012, una giornata d’estate come tante nel Salento. In un tragico incidente sulla Strada Provinciale 367 perde la vita Andrea Pasca, cestista e parte attiva della Pallacanestro Nardò, sodalizio che porta avanti i valori del basket nella città neretina. Il ricordo di Andrea, ragazzo umile e dedito allo sport come ragione di vita, ha guidato il roster centro-salentino, intitolato alla sua memoria nella stagione successiva e conclusasi con il trionfale successo nel campionato di C/2, raggiunto nella vittoria in gara 3 per 65-32 in finale contro il Ceglie.
La vittoria della squadra neretina è stata ovviamente dedicata a lui, cuore pulsante del team, sempre aleggiante nel palazzetto di Via Giannone in ogni allenamento ed in ogni partita con quella canotta numero 9 che campeggia lassù, come se i suoi occhi controllassero la crescita della sua squadra, del suo gruppo di amici e gioissero delle vittorie.
Fabrizio Durante, guardia in campo e addetto al marketing del club capeggiato dal padre Carlo, racconta le impressioni che hanno accompagnato l’ultimo trionfale atto della scorsa stagione, datato 9 giugno 2013, proprio il “9”, il numero caro ad Andrea: “L’emozione è stata incredibile, il palazzetto era già pieno un’ora prima del match tanto che noi atleti non riuscivamo a trovare parcheggio. Abbiamo ripagato il calore del nostro pubblico dominando fin da subito la partita, presentandoci con un parziale di 30-4 che non ha concesso repliche ai nostri avversari. La vittoria è di Andrea, lui ci dava la forza per andare avanti e per prepararci a questo grande salto; la sua assenza ci ha reso ancor più uniti. Ogni ‘passettino’ in avanti che riusciremo a fare sarà frutto della sua infinita dedizione a questa squadra nel corso degli anni”.
Presidente condottiero- A tenere alta la bandiera della pallacanestro neretina, rappresentata su palcoscenici sempre più nobili dall’Andrea Pasca, è il presidente Carlo Durante: “Guido questa società dal 2000 e, dopo una piccola pausa, ho ripreso la presidenza nel 2004. Sono fiero dei risultati raggiunti, frutto di tanti piccoli passi. Abbiamo vinto i campionati di D, C/2 e adesso ci troviamo in queste bellissima dimensione della DNC (equivalente all’ex C/1, ndr), categoria giocata benissimo sul campo da noi, ma contornata da qualche delusione nei nostri rapporti con la federazione”. Il presidente Durante è un comandante sanguigno ed innamorato dei colori granata: “Dai ragazzi mi aspetto sempre il massimo; a loro dico che a fine partita, quando si strizzano le maglie, deve uscire sangue”. Il futuro della pallacanestro neretina può essere guardato con ottimismo grazie alla dedizione del presidente: “I progetti per il futuro sono caratterizzati dalla massima ambizione; se a fine campionato avremo la possibilità di salire ancora di categoria nulla sarà lasciato in balìa delle onde”.
Un gruppo fantastico– Valentino Mandolfo, D.s. neretino, è il braccio che gestisce la vita quotidiana dell’Andrea Pasca: “La nostra società è una pietra miliare dello sport neretino e salentino, soprattutto grazie alla passione, sempre presente, messa in campo dalla famiglia Durante. Abbiamo militato sempre tra C/2 e D con alti e bassi, ma portando comunque avanti il movimento cestistico a Nardò. All’indomani di quel maledetto 12 luglio, la squadra è stata subito intitolata ad Andrea. Perché? Andrea era uno di noi (il volto e gli occhi trattengono a fatica l’emozione, ndr), è stato prima giocatore e poi allenatore delle giovanili, con lui stava nascendo qualcosa di importante e diverso rispetto alle altre stagioni”.
Una realtà completa– Il successo dell’Andrea Pasca Nardò non è caratterizzato soltanto dalla scalata verticale della prima squadra. La compagine del presidente Durante è anche un florido vivaio di aspiranti cestisti salentini; al riguardo continua il d.s. Mandolfo: “Portiamo aventi con discreta soddisfazione le leve under 17 ed under 15 cercando di curare ogni aspetto della preparazione dei ragazzi; ringrazio chi lavora ogni giorno con noi: Fabiana Liquori, Simone Puscio e Michele Battistini.” La buona conduzione sportiva e societaria della squadra neretina riserva delle bellissime soddisfazioni anche grazie al sempre crescente seguito di pubblico: “Partendo dal presupposto che il basket a Nardò ha avuto sempre un ottimo appeal, sono contento del grande numero di tifosi che ogni domenica vengono al palazzetto per sostenerci. Certamente i nostri risultati positivi hanno permesso l’avvicinamento della cittadinanza neretina alla nostra realtà”.
Emozioni a non finire– Il caldissimo tifo che la città di Nardò riserva all’Andrea Pasca non può che far felice il coach Tonino Bray, esperta guida tecnica della compagine neretina: “Sono tornato a Nardò dopo 20 anni dalla mia precedente esperienza da coach; il ritorno sui propri passi è sempre emozionante, specialmente se si è lasciato un ottimo ricordo. Il tifo che ci regala la città di Nardò mi fa contentissimo, i presenti al palazzetto rappresentano il nostro ‘sesto uomo’ in campo: ci fanno correre di più, tirare meglio e difendere con più forza”.
Un coach di grande affidamento- Coach Bray, guru della pallacanestro pugliese, cresciuto cestisticamente con il grande maestro brindisino Elio Pentassuglia, con il quale ha disputato dei campionati di B e A nelle file della Partenope Napoli, è felice delle performance del proprio roster: “Il campionato di DNC ci sta riservando un sacco di soddisfazioni. Eravamo partiti con l’obiettivo di salvarci, ma stiamo facendo benissimo assestandoci al secondo posto e facendo divertire la nostra gente”.
Nuove stelle e gruppo– L’exploit dell’Andrea Pasca nel campionato di DNC non è casuale. In estate, infatti, si sono trasferiti a Nardò elementi di spessore del calibro di Antonio Chirico (ex Monteroni in B/2), Francesco Ferrienti (ex Rieti in B/2) ed Andrea Malamov (ex Brindisi con un passato in A/2 e con una serie di presenze anche nelle nazionali giovanili): “Indubbiamente i nuovi giocatori di categoria superiore ci hanno dato un valore aggiunto, ma questi benefit si sono poggiati su una struttura solida; il problema è stato solo coordinare i ragazzi e permettergli di parlare la stessa lingua; stiamo raggiungendo una bella stabilità, sia offensiva, che difensiva ed i risultati ci stanno dando ragione”. Il coach brindisino, nonostante il successo sia già grande, ha ancora fame di vittorie: “Per quest’ultima fase del campionato mi aspetto il massimo; i ragazzi devono giocare tutte le partite con l’idea di vincere. Dobbiamo conservare la sinergia tra tutte le componenti finalizzata al progresso che ci ha contraddistinto. Sarebbe fatale accontentarsi ora”.