1530337_10201805993444056_1214305974_nLECCE (di M.Cassone e C.Tommasi) – Primo giorno dell’anno nuovo. Il sipario sul 2013 è calato lasciandosi alle spalle tutto ciò che è stato, cose belle e cose brutte, anche se per l’U.S. Lecce le negatività superano le positività. In sala stampa, al Via del Mare, la prima intervista del 2014 è quella di Fabrizio Miccoli, il capitano, il simbolo di questo Lecce che gioca “cu llu sangu all’ecchi”.

E riparte da un sorriso il “Romario” del Salento, ammettendo che per lui non è stato un anno positivo, approdo nel Lecce escluso, ha dovuto fare i conti con la retrocessione del Palermo, con i fatti extracalcistici, gli acciacchi fisici, e con un avvio di campionato del “suo” Lecce da dimenticare. Poi la lenta risalita e la speranza che questo 2014 possa essere migliore. Il capitano ha la certezza che questa squadra ora è una squadra con la S maiuscola; il passato è alle spalle, si vira e poi si va dritti verso il futuro.

Qual è il suo bilancio calcistico del 2013 che si è appena concluso?

“Sicuramente come anno calcistico non è stato uno dei migliori, perché c’è stata la retrocessione del Palermo in serie B e per me è stato un periodo molto particolare anche fuori dal calcio, e diciamo che non è stato idilliaco. Ma ci buttiamo tutto alle spalle e speriamo che questo 2014 sia diverso sia dal punto di vista professionale che personale. Però, come ogni anno, ci sono aspetti positivi e negativi, e la firma con il Lecce per me è stato il momento più bello che ha riscattato i momenti meno belli dell’anno”.

Si aspettava un girone B di Lega Pro così ostico?

 “Lo sapevo e lo sapevamo che non sarebbe stato facile, ma è anche vero che il girone B è più difficile di quello A, perché nel nostro ci sono squadre con grandi città e società, c’è disparità con quello del Nord. Poi, all’inizio quando c’era mister Moriero sono venute a mancare diverse cose, c’erano tanti infortuni e gente che non aveva fatto nemmeno il ritiro con noi a Montecopiolo, ma il calcio è anche questo. Si vince e si perde, ma ora ci siamo ripresi”.

Ci crede ancora nel primo posto?

Ora dobbiamo pensare partita dopo partita, se fossimo secondi o terzi sarebbe diverso, siamo un po’ distanti dalla vetta per pensare al primo posto. Quello che dobbiamo fare è pensare a racimolare punti. Se fossimo primi potevamo fare altri discorsi, ma noi dobbiamo rincorrere le altre e dopo marzo vediamo dove saremo, e faremo i conti”.

Che partita sarà Lecce-Salernitana del prossimo 4 gennaio?

 “Penso che sia la gara più importante per noi in questo momento, è la partita che potrà darci la conferma del campionato che dovremo fare. All’andata è stata una gara un po’ particolare, perché il primo tempo è stato duro, ma ora siamo un’altra squadra. Sarà una partita difficile per noi, bella combattuta e dobbiamo cercare di portare a casa i tre punti”.

Nella gara Lecce-Pisa si è fatto sentire con i suoi compagni di squadra perché non si erano “fermati” a festeggiare sotto la Curva Nord dopo la vittoria

“Certo, l’ho fatto perché noi dobbiamo essere una squadra e al dì là di tutto i nostri tifosi sono fondamentali. Dopo il 4-1 a Benevento siamo andati a salutare tutti i nostri tifosi per dare un segnale forte e per fare capire che noi abbiamo bisogno di loro. Quindi nell’ultima in casa prima di Natale era giusto salutare e ringraziare tutti, ma poi i miei compagni mi hanno detto che erano stanchi e che sono corsi a fare la doccia. Il segnale è arrivato e ora tutti sanno benissimo quanto è importante il nostro pubblico”.

I tifosi sono sempre meno al Via del Mare: come se lo spiega?

“Sicuramente possiamo e dobbiamo aspettarci un po’ di spettatori in più, perché tra quelle quattro-cinque squadre importanti del nostro girone siamo quelli che hanno meno pubblico. Vai a Frosinone e Perugia e vedi uno bello scenario, ma capisco che qui, e non so perché, è anche difficile fare entrare una bandierina e c’è gente che è stata diffidata per aver festeggiato il derby di due anni fa. È chiaro che così poi ti passa la voglia di andare allo stadio, ma io vorrei rivedere la Curva dei tempi migliori, quella di una volta”.

Sogna doppia cifra per il suo bottino di gol personali?

“Quello è il minimo che io possa fare, ma più che doppia cifra, spero di stare bene e di allenarmi al meglio. E poi, anche se non faccio gol, come con il Pisa, e vinciamo 2-0 va bene lo stesso, più che bene. Io fuori dal mercato? Non lo dovete chiedere a me (sorride, ndr). Io qui sto benissimo e questo è chiaro…”.

Alla fine ha chiosato su un brutto incidente accaduto nelle ultime ore ad un allievo della sua scuola calcio, 16enne e suo compaesano, che ha tenuto tutti in apprensione.

“Ho parlato con il padre, mi ha detto che sta meglio. Mi auguro che si riprenda presto e che possa uscire dall’ospedale con le sue gambe, il resto lo vedremo poi; perché davanti alla vita capisci che il calcio è solo una parentesi”.

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