Lerda, leccezionale.itSAN DONATO (di Carmen Tommasi) – Ha il volto disteso, rilassato e lo sguardo scoppiettante di buoni propositi. La fine del 2013 è ormai alle porte ed è tempo di bilanci anche per il tecnico Franco Lerda. L’allenatore di Fossano chiude il suo anno solare con la positività di chi è riuscito a risollevare le sorti del “suo” Lecce e con la curiosità per un 2014 il cui il finale è ancora tutto da scrivere. “Il fotogramma più bello del mio 2013 con il Lecce? Non c’è ancora stato… (sorride speranzoso, ndr). Ora pensiamo partita dopo partita e i conti verranno fatti alla fine. I meriti della ripresa della squadra -esordisce l’ex Toro– me li divido con il mio staff, la società e i calciatori, perché alla fine sono loro che scendono in campo. Le prossime cinque partite determinanti? Penso solo al primo avversario che incontreremo”.

 Come ha ritrovato la squadra alla ripresa della preparazione dopo la sosta natalizia?

“Bene direi, molto bene. Ed era questo l’obiettivo che ci eravamo prefissati prima delle vacanze, una ripresa positiva sia sotto l’aspetto nervoso che della condizione atletica. Volevo i ragazzi subito in palla. Si sono presentati bene e abbiamo ripreso in maniera brillante sia sotto l’aspetto della testa, quello più importante, che delle gambe. La sosta non ci ha condizionati più di tanto e abbiamo ripreso a fare le stesse cose che facevamo prima di fermarci”.

 Qual è il bilancio dopo il suo ritorno a Lecce?

“Positivo perché la squadra è cresciuta e dal 24 settembre ad oggi lo abbiamo fatto sotto tutti i punti di vista. Merito di un gruppo che si è messo subito a mia disposizione con un unico obiettivo di fare bene e di scendere in campo con un atteggiamento positivo, che ci è stato sin dalla gara con il Perugia e questo aspetto per me è significativo”.

E quello dello scorso anno?

“Fare un paragone con lo scorso campionato diventa difficile, perchè sono cambiati gli interpreti e non è facile analizzare la situazione con una rosa quasi tutta diversa. Martinez non c’era quando ero a Lecce, era arrivato da tre giorni, così come lo stesso D’Ambrosio. Avevo solo Diniz, Bogliacino e Petrachi come quest’anno. Poi, quella è una parentesi chiusa e ora pensiamo a quello che deve ancora succedere. Cioè alla prossima amichevole di domani in cui faremo due partite con Copertino e Galatina, che militano in Eccellenza, per valutare quasi tutti i giocatori sui 90′. Poi lunedì sarà libero e da martedì si pensa alla Salernitana, partita in cui iniziamo il nostro girone di ritorno con una squadra di grande spessore e blasone che all’andata ci ha messi in difficoltà, motivo in più per dire che ci siamo e dobbiamo ripartire dalla gara di Nocera Inferiore”.

Ha qualche esigenza in vista della riapertura del calciomercato invernale?

“Quello che c’è di certo e che noi cercheremo di alterare meno possibile gli equilibri del gruppo che al momento sta girando bene. Interverremo solo dove abbiamo la necessità di farlo. La settimana prossima ne riparliamo con la società e miglioreremo solo laddove riteniamo necessario farlo. La squadra ha la sua identità ed i suoi equilibri interni, e i discorsi che faccio ora sono diversi da quelli di quando sono arrivato, ora c’è un gruppo che sta rispondendo bene”.

Il miglioramento del Lecce è attribuito dai più ad un “rinnovato” Franco Lerda: come la pensa?

“Nella vita la verità sta sempre nel mezzo e quest’anno i meriti sono di tutti: della società, del mio staff e dei calciatori. Io sono tornato con delle grandi motivazioni, ma non credo di essere cambiato e vedendo la squadra dall’esterno, vedevo già che c’erano le potenzialità per fare un campionato nella zona alta della classifica. Poi è chiaro che sono arrivato conoscendo già l’ambiente, ma io le motivazioni ce le avevo già lo scorso anno, anzi lì ho fatto un passo in avanti nelle difficoltà quando in ritiro ci hanno detto che dovevamo iniziare dalla Prima Divisione. Quest’anno tutti noi ci siamo resi conto che nulla ci è dovuto, perché se qualche anno fa il Lecce era in A, ora abbiamo capito che siamo in una categoria con degli equilibri diversi, lo ha capito tutto l’ambiente. Non so se sono cambiato io, ripeto, ma è più probabile che siamo cambiati tutti noi, la visione della situazione è cambiata: adesso sappiamo tutti che siamo in Lega Pro, ci siamo calati nella mentalità”.

La squadra che l’ha sorpresa di più nel girone B?

“Diciamo che nella primissima parte il Pontedera e nella seconda (ci riflette, ndr) potrei dire L’Aquila, ma senza presunzione dico il Lecce, ma solo per una questione di numeri oggettivi. Un rammarico? Lecce-Barletta perché abbiamo avuto tantissime occasioni gol sfruttate male, quella gara non mi scende proprio giù. Ma ora pensiamo alle due amichevoli di domani e poi da martedì alla Salernitana”.

 

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