Baldieri con microfonoLECCE (di Pierpaolo Sergio) – Paolo Baldieri è leccese dentro, adora quei colori (non fosse altro perché sono uguali a quelli della sua Roma…) per averli indossati in anni non certo facili ed ama questa città. In particolare, la scelta di vita fatta ormai da qualche anno a questa parte e cioè di vivere in pianta stabile a Lecce, aprire una sua attività imprenditoriale e far parte come vicepresidente dell’associazione di supporter “Noi Lecce“, lo pongono in condizione di poter esprimere un giudizio competente sulle attuali traversie che sta affrontando la squadra di capitan Miccoli e compagni.

Da ex calciatore ed addetto ai lavori, l’ex attaccante si è sentito in dovere di esprimere il proprio pensiero su quanto accaduto dopo la sconfitta del Lecce contro la neopromossa L’Aquila e lo ha fatto pubblicando una sua riflessione sulla pagina Facebook di ‘Noi Lecce’: “Rimango perplesso sulle possibilità di vedere ancora un calcio ‘decente’ a Lecce. E non parlo solo di quello giocato! Devo rimanere obiettivo e, nonostante Francesco Moriero sia un amico vero, cercherò di esserlo. Checco attualmente non è il miglior allenatore al mondo, altrimenti sarebbe al Real Madrid e non al Lecce, ma nutre un amore sviscerato per la sua terra. Parto quindi dal principio che è il tifoso numero uno e che darebbe un rene pur di fare il bene del Lecce. Non è poco… Intorno a lui ed alla squadra si muove un movimento di gente delusa, scoraggiata e anche un po’ incazzata! Le vicende degli ultimi 3 anni le conosciamo tutte e tutti. Però una cosa non capisco, anzi due. La prima è che il Lecce, ora, è sicuramente una squadra inguardabile… Lui stesso se n’è assunto le responsabilità della prestazione di domenica (e questo gli fa veramente onore). Ma da che mondo è mondo, un allenatore ha bisogno di tempo per amalgamare una squadra (con molti giocatori importanti arrivati da poco) e renderla competitiva. Io aspetterei le prime 5 giornate di campionato per esprimere un giudizio serio… La seconda è che un Direttore sportivo competente non va in sala Stampa a discolparsi in parte, accusando giocatori e tecnico in quel modo. Peggio ancora, sapendo che molti giocatori arrivati sono fuori condizione o a mezzo servizio (vedi Miccoli e la sua pubalgia…) Tutto questo ci offende. Offende la dignità dei tifosi che è da 3 anni che prendono “schiaffi morali” da tutta Italia. Così non difende nemmeno il suo lavoro. Credo nell’entusiasmo di Checco ed aspetto dunque altre 3/4 gare (perché è un amico) per dare un giudizio serio. Intanto, dico bravo a chi, nonostante tutto, va ancora allo stadio, a chi ancora crede che ci sia qualcosa per cui soffrire e gioire. Senza di loro il calcio sarebbe solo un ricordo a Lecce. Forza Lecce!

Baldieri con la maglia del Lecce
Baldieri con la maglia del Lecce

Fin qui il post di Baldieri sul popolare social network. Oggi lo abbiamo sentito per capire ancora meglio il suo pensiero: “Ho voluto semplicemente difendere la mia intelligenza – attacca deciso l’ex bomber – Non si può sparare alla cieca e destabilizzare un ambiente ancora sotto choc per le note vicende dello scorso torneo. Il presidente Savino Tesoro parla di necessità di dare serenità alla squadra e poi proprio il figlio destabilizza con quel dare addosso a tecnico e giocatori. Qui c’è un ambiente tramortito, che stenta a continuare a credere in qualcosa e le contraddizioni tra i membri della società non le capisco e hanno l’effetto opposto di quello auspicato“.

Crede che Moriero abbia rischiato di rimanere isolato?

Checco non è uno che si dà la zappa sui piedi. Fa scelte che reputa giuste. Gli si deve dare atto di aver avuto a disposizione gente arrivata a Lecce alla spicciolata, solo da pochi giorno o, addirittura, da poche ore. La società non lo ha difeso. Spetta invece proprio alla dirigenza il compito di far da scudo ai propri tesserati, dare forza e credibilità al mister ed ai calciatori. Il diesse, con quell’uscita infelice di domenica sera, ha sconfessato soprattutto il proprio operato“.

Una storia già vissuta?

L’esperienza negativa del campionato scorso dovrebbe aver insegnato qualcosa a tutti. L’allenatore deve godere della massima fiducia da parte dei dirigenti, della proprietà del club. Solo se realmente non dovesse dimostrarsi all’altezza della situazione o delle aspettative andrebbe cambiato. L’anno passato c’era un gruppo che psicologicamente può aver sofferto l’incertezza del torneo da dover affrontare, se fosse stata cioè serie A, B o C. Oggi è diverso, i calciatori devono pensare ad allenarsi bene e basta. La gente a Lecce è stanca“.

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