LECCE – (di Massimiliano Cassone) – È tristissimo sentire, leggere e capire che l’avventura di Moriero sulla panchina del Lecce potrebbe terminare domenica sera. Il calcio, qui nel Salento ormai, è quella scienza inesatta che riesce sempre a trovare i colpevoli e mai le soluzioni. Una piazza abituata da anni alla serie A non riesce a capacitarsi che ora non è più così e, a meno di strabilianti investimenti di imprenditori di chissà quale parte del mondo, la dimensione è questa: la serie C e al massimo la serie B.

Come fa un tifoso o un dirigente che acclamava l’avvento del “Checco leccese” sulla panchina scottante e scottata da una fallimentare stagione a chiederne la testa oggi, dopo appena due giornate e due sconfitte?

Tanti interrogativi che non possono trovare risposta se non con un sorriso, capendo che il gioco delle parti, anche se scorretto, è questo.

Si tratta di isterismi legati alla gioia o al dolore del momento ed il sogno di tutti, cioè essere allenatori in una nazione che prima era di santi, poeti ed eroi, mentre ora è solo l’antro di tanta insoddisfazione che si sfoga giudicando il prossimo.

Bisognerebbe andare più cauti ed avere la pazienza giusta di capire che i risultati arriveranno, perché come organico questa squadra sicuramente riuscirà a centrare i play-off, è nelle sue corde ed in quelle dei propri protagonisti, ad iniziare da Moriero, a Morello, a Miccoli. Bisognerebbe evitare le contestazioni, tanto la società come, ha dimostrato l’anno scorso, non ha problemi a macinare allenatori… E il più grande errore di quella stagione amara (bravate dei calciatori a parte) è stato proprio il dare vita a quell’inutile valzer di panchine.

Lasciate lavorare Moriero, fatelo faticare in santa pace con i suoi uomini, il suo staff, le sue convinzioni ed i suoi dubbi. Il bandolo della matassa verrà trovato, ci vuole solo pazienza.

A proposito di pazienza, al mister vorrei dire che prima di lui (come ho già avuto modo di scrivere) altri suoi illustri colleghi qui sono stati crocefissi sulla croce della verità assoluta: Prandelli, De Canio, Rossi, Cavasin, Di Francesco. E scusatemi se è poco. Stia sereno Moriero; questa è Lecce, la “sua” Lecce.

Continua così questa settimana calda che porterà il vagone della speranza giallorossa in quel di Benevento; anche oggi nessuno si presenterà in sala stampa a raccontare nulla. Eppure, in città, sembra che tutti sappiano tutto…

Commenti

3 Commenti

  1. L’articolo parte bene, ma si perde quando dice: “la dimensione è questa, la serie C o al massimo la serie B”. No, la storia dice che non è questa la dimensione. Perché la serie B è stata sempre l’obiettivo di questa squadra anche nel periodo più buio di una lunga permanenza in C. Perché nella storia della squadra gli anni di A e B superano di gran lunga quelli di C. Perché siamo il Salento e accontentarci della C è ridicolo. Sono d’accordo sul resto, ma questo proprio non può passare, chi si è accontenta è destinato a perdere.

  2. Perfettamente d’accordo sul fatto che bisogna dare tempo al tempo: il campionato è lungo, siamo solo all’inizio e bisognerà prevedere fasi alterne. Sono anch’io convinto che le cose miglioreranno, aumentando l’affiatamento di un gruppo di giocatori in gran parte rinnovato e assortito in modo poco tempestivo.
    D’altra parte, esprimo la mia perplessità su scelte fatte “col cuore” che chiamano in causa personaggi che con la squadra, la città, la tifoseria hanno un particolare vincolo affettivo. Questo sicuramente non mette nelle condizioni di operare scelte serene che si dovrebbero sempre e solo basare su criteri sportivi e professionali. L’anno scorso è toccato a Chevanton, speriamo non sia la volta di Checco Moriero …

  3. vedi che chi esprime giudizi (soprattutto quelli elencati da te) non sono stati mai il Lecce e non lo saranno mai! anche quei quattro spacca soldi che domenica fischiavano dopo due minuti… non saranno mai i veri rappresentanti della fede giallorossa… Non hanno mai dato niente al Lecce… come tutti quei tastieristi che fomentati da “giornalai” (quali siete) creano e dettano sentenze senza aver mai dato niente di proprio alla causa. Coerenza, dignità e lungimiranza sono doti che albergano solo in un unico settore x quanto riguarda lo stadio e voi sapete qual è. L’ambiente deve essere unito!

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