LECCE – A presentarsi ai giornalisti è mister Antonio Calabro, salentino doc e grande tifoso della squadra giallorossa. Un fatto che non nasconde analizazando la sconfitta rimediata contro la formazione di Padalino: “Vorrei inchinarmi davanti a questo palcoscenico. Il Lecce è la mia squadra del cuore: mi portò allo stadio mio padre; ero nel settore Distinti, in un 2-0 alla Juve con gol di Moriero e Pasculli. Alle fine delle mie partite ho sempre chiesto il risultato del Lecce… Penso che non abbiamo steccato l’appuntamento con la storia, è che siamo venuti a giocarcela a viso aperto. Abbiamo un DNA e abbiamo giocato rispettandolo. Si sa che a Lecce gli errori che si fanno in uscita si pagano cari. Sono contento per le certezze di questa squadra, il marchio di voler fare comunque la partita. Il primo quarto d’ora? Ci possono stare degli sbagli nell’approccio; avevamo voglia di giocare la palla e non buttarla via. Io guardo alle cose che siamo riusciti a mettere in campo, impensierendo una squadra forte come il Lecce. È importante tenere la mentalità. Come vedo Lecce, Foggia e Matera? Il Lecce è un mix di caratteristiche che hanno Foggia e Matera insieme. I satanelli sono sudamericani, poca fisicità e tanta fantasia; il Matera, invece, ha fisico e tanta fantasia. I giallorossi uniscono tutte queste qualità. Oggi non c’è niente su cui recriminare. Ci siamo avvicinati alla partita col freno a mano tirato. Una volta nella loro metà campo bisognava insistere nelle transizioni. Loro hanno spinto Mancosu alto, con Lepore attento dietro, e ci hanno punito dopo le palle perse. Il percorso di crescita di una compagine giovane come la nostra passa anche da queste partite. Galdean, che ha giocato da play-maker, tre anni fa giocava con me a Gallipoli in Eccellenza; poi l’ho portato con me a Francavilla ed ha fatto tutto il percorso fino alla Lega Pro. Il livello superiore ha creato difficoltà? Se questi giocatori sono stati ritenuti idonei per questa categoria è per il loro bagaglio, adatto all’obiettivo salvezza. In più, devono crescere ancora. Nzola non sa neanche lui quanto è forte, Prezioso ha grosse qualità. Non posso dire che non mi è piaciuta la mentalità messa in campo, preferirei dire che ho sbagliato io a cercare di giocarmela. Se fossi venuto a Lecce con 11 giocatori dietro la palla sarei stato debole. Questo ci ha permesso di arrivare dall’Eccellenza alla Lega Pro: la mentalità. Cambiarla è sintomo di debolezza. Ho rispetto per l’avversario e affrontare il match in un altro modo sarebbe stato un freno per la mia squadra. È importante consolidare la mentalità vincente. I tifosi del Francavilla sono stati straordinari. Hanno vissuto una giornata storica, per loro, per la società e per me oggi è significato capire cosa si è fatto in questi due anni. La Coppa Italia? Farò delle valutazioni in base a oggi ed a domenica prossima”.
POST MATCH- Calabro: “Ho sbagliato a cercare di giocarmela”
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