Moriero allenatori
Francesco Moriero

LECCE – Non c’è solo Lecce a far venire il magone a Checco Moriero, ex calciatore prima ed allenatore poi dei giallorossi. Intervistato da ItaSportPress, l’ex enfant prodige del calcio salentino è stato chiamato ad esprimersi sulle sorti del Catania, blasonato club che lo visto alla sua guida da marzo a giugno di quest’anno senza troppa fortuna, nonostante il raggiungimento della permanenza in Lega Pro in un campionato caratterizzato dall’handicap in classifica. Una situazione che nel club etneo si sta ripetendo anche nella stagione in corso: “Ho avuto la fortuna di allenare il Catania e di vivere in una città fantastica e una piazza importante. Questa città bisogna amarla ed io l’ho fatto per due mesi, durante la mia breve avventura. A Catania un allenatore, oltre far esprimere alla propria squadra un calcio divertente, deve vincere sempre. Si sa che nel calcio contano i risultati, ma l’anno scorso avevo solo un obiettivo da raggiungere in poco tempo: la salvezza. Ci siamo riusciti anche se in un momento assai difficile della società, con le diverse componenti che non erano compatte e non avevamo il sostegno da parte di tutti. So benissimo che non abbiamo giocato bene, ma a poche giornate dalla fine del campionato, contava solo badare al sodo e salvarsi”.

catania-fondi-1-1Moriero fa poi il paragone con altre società dal sangue blu presenti nel Girone C: “In Lega Pro, allenando in piazze come Catania, Lecce o Foggia, sappiamo benissimo che il tifoso non si accontenta facilmente ma vuole vedere bel gioco avendo visto da vicino la Serie A. Però questo è anche il bello del calcio e indossare la maglia del Catania è una fortuna per qualsiasi calciatore. Ho giocato con Inter, Roma e Napoli ma la pressione di Catania è simile alle piazze più importanti d’Italia. Per giocare al Massimino occorrono i cosiddetti attributi: la qualità tecnica senza il carattere e la personalità non basta”.

Infine, l’ex mister leccese si esprime così sulla penalizzazione in classifica dei rossazzurri: “La partenza ad handicap con 7 punti di penalizzazione non aiuta ma bisogna lavorare e stare tranquilli. I calciatori devono fare quello che sanno fare e credo che il Catania è una squadra costruita per far bene. Mi sarebbe piaciuto restare un altro anno sulla panchina etnea, ma i matrimoni si fanno in due…

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