LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Il 26 agosto 2001 ed il 4 settembre 2016 non sono due date qualunque nella storia dell’U.S. Lecce. Si tratta dei giorni in cui due attaccanti si sono conquistati di diritto un posto nei cuori dei tifosi giallorossi. E sì, perchè era proprio il giorno di Sant’Oronzo di quindici anni orsono quando un giovanotto impertinente, all’epoca 21enne, segnava un gol di rapina e di astuzia che sarebbe entrato negli annali del calcio del club oggi con sede in Via Costadura. Si chiamava, e si chiama tuttora, Ernesto Javier Chevanton e la sua rete a Sebastian Frey, portiere del Parma, segnata dopo avergli “rubato” il pallone su girata volante al debutto in campionato al “Via del Mare” ha iniziato a far conoscere l’attaccante uruguaiano al popolo leccese fino a renderlo uno dei calciatori più amati di tutti i tempi.
Certo, Chevanton si misurava in Serie A, mentre oggi la società salentina sgomita in Lega Pro alla ricerca di una promozione che la riporti nel calcio che conta. Eppure, lì in avanti, c’è un altro furbacchione pronto a far innamorare di sè e delle sue giocate i tifosi di questa terra: si chiama Giuseppe Torromino che, alla prima davanti al pubblico amico, ha segnato una gran bella rete su fulminea rovesciata che non ha lasciato ascampo al portiere agrigentino Pasquale Pane. E giù l’inchino alla platea in delirio.
Non sembri tuttavia “blasfemo” se ci permettiamo di paragonare oggi “Hulk” Torromino a quel Cheva perchè entrambi hanno numeri tali da garantire sonni tranquilli ai propri allenatori e perchè è anche grazie a loro se la gente decide di andare a seguire un incontro di calcio e tanti ragazzini tenteranno di emularne la giocate. Ovvio che per l’ex attaccante calabrese guadagnarsi un posto speciale nei cuori dei supporters giallorossi sia un compito difficile considerato che la sua esperienza è solo agli albori, ma siamo certi che entrerà nelle classifiche ideali che i tifosi stilano quando si parla di campioni che hanno indossato la casacca della loro squadra.
Due gol davvero belli, distanti ben 15 anni, ma che solo chi è dotato di tecnica ed un pizzico di sana follia sa segnare. Gol di quelli che gli spettatori si augurano di ammirare quando vanno ad assistere ad una partita e che poi si imprimono nella memoria collettiva. L’acrobazia del ragazzo di Crotone che ha detto addio alla squadra della sua città appena sbarcata in Serie A e che si dice sempre più contento della scelta fatta di venire ad indossare la maglia giallorossa, ha infiammato lo stadio del capoluogo salentino ed ha strappato applausi a scena aperta ai 12.000 presenti sugli spalti. Se la sua vena realizzativa proseguirà sulla scia dei numeri fatti registrare in questo primissimo scorcio di stagione la strada potrebbe essere un po’ meno in salita.