VEGLIE – Il movimento popolare che si sta attivando a tutela degli ulivi del Salento e della Puglia ha ottenuto poco fa una parziale vittoria. Nel territorio di Veglie, dove ci sarebbe un focolaio di Xylella fastidiosa che avrebbe intaccato alcuni alberi plurisecolari, le operazioni di eradicazione di tali piante sono state interrotte a causa delle sopravvenute condizioni di mancanza di pubblica sicurezza nel secondo giorno di interventi.
Sul posto, numerosi attivisti hanno fatto sì che le motoseghe non entrassero in azione per abbattere gli ulivi colpiti dal batterio killer che causerebbe disseccamento delle fronde prima e del fusto nodoso poi dei giganti verdi che rappresentano il simbolo, o uno di essi, del nostro territorio. A dare lo stop alle operazioni di eradicazione è stata la struttura commissariale per via della nutrita presenza di ambientalisti che hanno ostacolato i lavori previsti. Ragion per cui è stato deciso che i prossimi interventi già programmati saranno eseguiti senza dar alcun preavviso né di orari, né di luoghi in cui si procederà all’abbattimento degli alberi.
Una situazione simile si era verificata già ieri nel Brindisino dove, in agro di Oria, sette ulivi erano stati eradicati davanti agli occhi impotenti dell’anziano proprietario dei terreni su cui erano stati piantati tra i disordini e le proteste delle persone presenti, accorse per impedire che si materializzasse lo spettro del disboscamento scriteriato temuto da un numero via via crescente di oppositori del piano Silletti. In quell’occasione, gli ambientalisti si erano arrampicati sugli ulivi rendendone impossibile l’abbattimento.
Allo stato dei fatti, dopo la pronuncia del Tar della fine dello scorso mese di marzo che sancì il blocco delle eradicazioni nei terreni di proprietà di un avvocato di Oria, il ricorso alla magistratura ed alla “guerra” combattuta a suon di carte bollate appare il futuro che attende i cittadini salentini interessati a vari livelli dall’infezione del batterio. Facile immaginare come atti, verbali di accertamento, ordinanze e ogni altra documentazione inerente il contagio degli ulivi verranno impugnate chiedendo alla magistratura verifiche più approfondite sulle piante destinate ad essere distrutte.