FROSINONE (di Carmen Tommasi) – Un sogno infranto, una serie B mancata, un urlo finale di rabbia, delusione e disperazione. Lacrime soffocate da alcuni ed esplose fragorose da parte di altri. Da una parte, il cielo si tinge di giallo e di azzurro, Frosinone è in festa: negli spogliatoi del “Matusa” si festeggia, il tecnico Stellone è raggiante, Paganini e compagni stappano champagne a volontà con il sorriso stampato in faccia di chi è appena sbarcato in paradiso.
Dall’altra parte, musi lunghi, occhi lucidi, poca voglia di parlare e solo parole strozzate dall’amarezza: il patron Savino Tesoro a fine match ha il volto scuro, il tecnico Franco Lerda è provato, il figlio e diesse Antonio cammina su e giù senza trovare pace e la vice presidentessa Giulia scoppia in lacrime abbracciata con tenerezza dalla sorella Francesca. Lady Maria Tesoro, invece, è stanca di soffrire, scoppia in lacrime anche lei e stringe le figlie, amareggiata come tutti i veri tifosi leccesi.
I giocatori cammino lentamente nell’area-spogliatoi, hanno il volto deluso (nessuno escluso) di chi ci ha creduto fino alla fine ed ha lottato con quanto aveva in corpo, dando tutto e anche di più. Perché, come dice lo stesso Franco Lerda: “Il cuore non ragiona, per quello c’è la testa, ma ti permette di andare oltre”. Eh già, la testa: quella che ha perso il Lecce in alcuni tratti della partita e quella che hanno perso un po’ tutti a fine match: con il tecnico giallorosso protagonista dell’accesa lite iniziata per la pallonata gratuita “regalata” al volto di Ferreira Pinto nelle ultime battute finali e la successiva provocazione all’ex Toro dei tifosi ciociari tutti in campo a festeggiare (con l’inammissibile invasione di campo arrivata già molto prima del fischio finale di Ros di Pordenone). Sono volate parole grosse e anche qualcosa in più. L’atto finale di una brutta giornata da dimenticare per il Lecce, per la B mancata, con la squadra che adesso si lecca le ferite, fa la conta dei lividi.
In terra ciociara si festeggia ancora e lo si farà per giorni. Questo è il calcio: c’è chi vince e c’è chi perde. C’è chi passa la notte a brindare e chi la trascorre insonne. Per quel sogno violentemente spezzato da quel gol di Frara al 10’ del secondo tempo supplementare, visto che quello di Viola è stato solo la ciliegina sulla torta solo per il giocatore frusinate. La delusione è tanta ma, forse, qualcuno dirà: “Grazie ragazzi: è stato bello lo stesso”. Magari no, ma vogliamo pensare, anche per un solo istante, che possa essere così…