LECCE (di Massimiliano Cassone) – Quando mi hanno detto che decine di tifosi del Lecce erano state diffidate per “manifestazione non autorizzata”, ossia i festeggiamenti per una salvezza in serie A conquistata a Bari, ho guardato il calendario per vedere se fosse il primo aprile (pensando ad un pesce d’aprile) o il 28 dicembre (gli Innocenti) per capire se fosse uno scherzo o meno; invece no, non era uno scherzo.
Il 15 maggio 2011, dopo il “maledettissimo” derby presuntamente “combinato”, il Lecce vince e rimane in serie A. I tifosi tutti, vecchi, bambini, cani, gatti ed ultras, si riversano in piazza a festeggiare, come si usa fare in tutte le parti del mondo. Avevo 9 anni quando l’Italia vinse il Mondiale in Spagna e festeggiai in bici: ora devo temere che qualcuno tra qualche mese mi diffidi?
A render nefasto quel derby ci pensarono altri personaggi, ma questa è una storia vecchia e non vogliamo tornarci su. La novità è che qualcuno pare proprio che voglia svuotare del tutto la Curva Nord del “Via del Mare”; con l’ennesima decisione incomprensibile si sono infatti diffidati 42 ragazzi per… udite, udite: occupazione di suolo pubblico non autorizzata.
È inverosimile: fu una festa, null’altro, nessuna violenza… Forse ci fu qualche bambino che urlò slogan offensivi rivolti all’avversario, ora diffideranno anche loro, insieme ai bimbi presenti allo Juventus Stadium domenica scorsa, oppure arresteranno i baby-tifosi leccesi in modo da dare il buon esempio al “globo” intero?
Ancora una volta rimaniamo allibiti, basiti, stupiti e siamo rattristati nello scrivere, dire e ripetere che ogni esagerazione rovina anche le gioie più semplici e comuni, arrivando all’esasperazione. Una sola domanda vorremmo porre a chi se la sente di poter rispondere, autorità comprese: Dove si vuol arrivare di questo passo?
E già, dopo tutti i sacrifici per vivere ed arrivare a fine mese, rischiamo che qualcuno “imponga” qualche tassa sul sorriso, o sui festeggiamenti su suolo pubblico. Meditate signori, la mia nonna diceva: “Lu troppu stroppia”.
E qui, il troppo è stato superato da un pezzo…