LECCE (di Italo Aromolo) – Una nobile decaduta alla disperata ricerca dei fasti degli antichi splendori: è la storia del Perugia, che si ritrova nei bassifondi del calcio professionistico, dopo un lungo passato di successi in Serie A e in Coppa Uefa. Tra fallimenti e delusioni, nella città dei “Baci” manca terribilmente l’aria di palcoscenici degni della storia del Grifone: sembra trascorso un tempo infinito da quando il Perugia di Cosmi stupiva i titani del grande calcio, o da quando, a fine anni ’70, l’imbattibile Perugia allenato da Ilario Castagner sfiorava lo scudetto. La realtà di oggi è ben più triste: è la realtà di una difficilissima Lega Pro che il Grifone vuole vincere, ma in cui rischia di rimanere intrappolato.
La storia recente- il Perugia risorge dopo il tracollo- Risale esattamente a 10 anni fa l’ultima apparizione del Perugia in Serie A: da allora due fallimenti hanno spazzato via dalla scena il sodalizio umbro; dopo il crac-Gaucci, 5 campionati di Serie C non impediscono un nuovo fallimento nel 2010, quando la squadra riparte dalla Serie D, rilevata dall’imprenditore della moda Massimiliano Santopadre, leader di quel brand “Frankie Garage” che per anni ha riempito gli spazi pubblicitari del “Via del Mare”. Dapprima in cooperazione con alcuni soci e soltanto da pochi mesi unico azionista del club, Santopadre è riuscito, attraverso cospicui investimenti, a riportare la squadra in Prima divisione in soli due anni. Lo scorso anno i grifoni, guidati dal tecnico Andrea Camplone, si sono classificati al secondo posto, sfiorando la promozione in Serie B persa nella semifinale play-off contro il Pisa.
Organico super ma inizio stentato: una corazzata in difficoltà- Il Perugia è ripartito quest’estate con un nuovo allenatore, Cristiano Lucarelli, il quale tuttavia, a seguito di un precampionato mediocre, è stato sollevato dall’incarico; al suo posto è stato richiamato Camplone.
Le prime incertezze in questo avvio sono dovute al fatto che, come il Lecce, il Perugia è una squadra quasi del tutto rinnovata: dei 23 componenti della rosa (che per giunta è costituita per più di metà da giocatori in prestito), 18 sono i nuovi arrivati, molti dei quali aggregati al gruppo a ritiro già iniziato. A ciò si aggiunga un ritiro precampionato agli ordini di un altro allenatore, ed è facile capire come in questo momento il problema dei perugini sia lo stesso dei giallorossi: un amalgama di gruppo ancora da trovare e dei meccanismi di gioco non oliati alla perfezione.
Al di là delle comprensibili difficoltà iniziali, il Perugia è e resta comunque una corazzata di questo girone, con tutte le carte in regola per vincere il campionato. L’organico dei biancorossi può contare su alcuni top player di categoria superiore e su giocatori d’esperienza, affiancati da giovani promesse in rampa di lancio (l’età media è tra le più basse, solo 23,1 anni). Il leader della squadra, nonché capitano, è Gianluca Comotto, terzino di grande esperienza in Serie A tra Torino, Fiorentina e Cesena. Sempre nel reparto arretrato, occorrerà fare attenzione al centrale Gennaro Scognamiglio, difensore goleador sempre in rete nelle ultime tre stagioni (due in B) vissute da titolare alla Juve Stabia. Perno del centrocampo è il brasiliano scuola Roma Filipe, anch’egli forte dell’esperienza in una serie maggiore (ha giocato in B con il Varese). Marco Moscati è un altro elemento di qualità: mezzala sinistra, soli 20 anni, è al Perugia da due stagioni in cui ha segnato 8 reti, tra cui una contro il Lecce in Coppa Italia Lega Pro. Nel reparto offensivo, hanno brillato in questo inizio di campionato i due “gioiellini” Umberto Eusepi, ex Pro Vercelli ed in prestito dal Varese, ed il capocannoniere della squadra, Fabinho, brasiliano di 22 anni cresciuto nell’Udinese.
La tattica: Perugia a trazione anteriore con il 4-3-3. Il “mantra” tattico di Camplone è il 4-3-3: gioco sulle fasce, ritmi sostenuti, baricentro alto, tagli degli esterni che sovente si scambiano e inserimenti dei centrocampisti sono le armi più pericolose di una squadra propositiva che cerca sempre di imporre il proprio gioco. In questo primo scorcio di campionato soltanto un gol è arrivato dal “numero 9”, che dunque nel gioco di Camplone funge soprattutto da apriscatole per i continui inserimenti dei compagni.
Nell’amichevole del giovedì, vinta per 9-0 contro il Magione, il tecnico umbro ha schierato il collaudato 4-3-3, che domenica dovrebbe avere i seguenti interpreti: tra i pali lo sloveno Jan Koprivec, che nel 2009 ha difeso la porta del Gallipoli in B; in difesa, ai lati dei centrali Scognamiglio e Comotto, il 25enne Ferdinando Vitofrancesco (74 presenze in B negli ultimi due anni a Cittadella) e l’ex Nocerina Manuel Daffara, favorito sul giovane Simone Sini, arruolato tra le fila giallorosse nella stagione 2010/2011. Entrambi i terzini sinistri, acciaccati, non hanno preso parte alla sfida contro il Magione, dunque in preallarme è pronto Andrea Conti, classe ’94; a centrocampo sono sicuri del posto Filipe e Moscati, mentre si contendono la maglia di mezzala destra Domenico Mungo, Jonathan Bijimine e Gianluca Nicco, con quest’ultimo (ex Pescara) leggermente in vantaggio sui primi due. Nel reparto offensivo, oltre ad Eusepi e Fabinho, è quasi certo l’utilizzo del 30enne Fabio Mazzeo, in cerca di riscatto dopo un rigore fallito a Grosseto; sono tenuti in considerazione minore dal tecnico Mattia Sprocati per motivi fisici e Roberto Insigne, fratello della punta del Napoli, per motivi tecnici. Nel Perugia anti-Lecce è possibile che Camplone giochi i jolly Comotto e Vitofrancesco: il primo può essere impiegato in tutti i ruoli della difesa, mentre il secondo può salire fino alla linea dei centrocampisti.
Curiosità: anche Perugia-Lecce ha la sua spy story? Dopo lo spionaggio da “Mission impossible” che ha animato il derby di Genova, anche Perugia-Lecce ha la sua storia di spie: come riportato dal sito ac-perugia.com, un giovanotto sulla trentina si è aggirato intorno al “Curi” per tutta la durata dell’amichevole contro il Mangione, cercando continuamente di sbirciare attraverso gli spazi dei cancelli o i varchi delle recinzioni (la gara era rigorosamente a porte chiuse, vietata sia ai tifosi che alla stampa). Ogni venti minuti il ragazzo entrava in macchina per scrivere qualcosa su un portatile, salvo riuscire per tornare a “spiare” i ragazzi di Camplone: a Perugia insinuano che potesse essere uno 007 del Lecce.
L’ambiente: il “Curi” sarà una bolgia- I numeri del tifo biancorosso sono di altra categoria: gli abbonamenti sottoscritti sono circa 3000 e contro il Gubbio erano presenti 10000 spettatori sugli spalti del “Curi”; a Perugia si cavalca l’onda dell’entusiasmo per una squadra costruita per vincere il campionato: la campagna abbonamenti è ancora aperta, la prevendita prosegue a ritmo serrato in considerazione anche dell’importanza della partita e del blasone dell’avversario. Anche contro i giallorossi il “Curi” sarà una bolgia: il Grifone è in agguato.