LECCE (di Giovanni De Leonardis) – Vicenza e Lecce si affrontano con obiettivi e stati d’animo diametralmente opposti. Per i veneti padroni di casa la partita è da dentro o fuori; solo una vittoria, infatti, può permettere di alimentare le comunque deboli speranze di rimanere in serie B attraverso i playout. Il Lecce, invece, è alla ricerca dei punti per chiudere il discorso promozione, sapendo di poter disporre di un altro match-ball nell’ultima di campionato.

Ad alimentare la tensione in settimana ci aveva pensato la tifoseria organizzata del Vicenza con un comunicato “velatamente” minaccioso nei confronti dei tifosi giallorossi, e la stessa società veneta con una alquanto ambigua gestione dei tagliandi a disposizione dei supporters giallorossi, comunque presenti in circa 1500 sugli spalti del “Romeo Menti“.

Al fischio d’avvio dell’arbitro Mariani di Aprilia ogni polemica evapora all’istante e si pensa solo al calcio giocato. Baroni conferma gli undici titolari schierati nella vittoriosa partita contro il Pisa e quindi Gabriel tra i pali, linea difensiva composta da Lucioni e Dermaku centrali con Gendrey a destra e Gallo a sinistra, centrocampo con Hjulmand in mezzo, Gargiulo a sinistra e Blin a destra, solito tridente d’attacco con Strefezza, Coda e Di Mariano da destra a sinistra. Baldini risponde con il 3-4-2-1.

Primo tempo senza sussulti, con il Lecce che prova a far valere la maggiore caratura tecnica e con il Vicenza che preferisce affidarsi alle ripartenze. Coda è un po’ in ombra e così è Strefezza il più pericoloso del Lecce; dapprima costringe Contini alla deviazione in angolo e pochi minuti dopo calcia alto sulla traversa. Sul versante vicentino si registrano due tiri, uno di Da Cruz dopo un’azione personale e l’altro di Lukaku ben liberato da Diaw, entrambi abbondantemente fuori.

Baroni deve inserire Helgason per sostituire Blin che accusa problemi muscolari alla coscia destra. Sembra giusto lo zero a zero che accompagna le squadre al riposo. I risultati sugli altri campi dicono che con il pareggio il Lecce è in Serie A e il Vicenza rimanda all’ultimo turno le possibilità di disputare i playout.

Nel secondo tempo accade di tutto. Il Lecce scende in campo più determinato, anche perché nel frattempo giunge la notizia del vantaggio del Monza sul Benevento, risultato questo che rimanderebbe il discorso promozione. Nel giro di pochi minuti i giallorossi vanno vicini al vantaggio. Prima Coda colpisce il palo su calcio di punizione (il ventesimo legno della stagione) ed Helgason non riesce a ribadire in rete, poi Strefezza calcia fuori due volte in due minuti e poco dopo ancora lui cerca la porta ma il suo tiro viene deviato in angolo. Il monologo leccese viene premiato al minuto 68 quando Strefezza (ancora lui!) calcia verso la porta, il tiro trova la deviazione di De Maio, Contini è fuori causa e Lecce in vantaggio.

A questo punto si scatena l’idiozia umana. Dalla tribuna in cui sono assiepati i tifosi leccesi, dietro la porta del Vicenza, piovono in area di rigore petardi e fumogeni. Ne fa le spese il portiere Contini che è costretto a lasciare il campo. Grande nervosismo in campo, conciliabolo tra arbitro, delegati della FIGC e responsabili delle forze dell’ordine. La partita riprende dopo dieci minuti di interruzione, tanto che Mariani concede ben quattordici minuti di recupero.

Al secondo minuto di recupero l’arbitro, richiamato al VAR, concede un calcio di rigore al Vicenza per fallo di Helgason su Meggiorini, nel frattempo subentrato a Zonta. Lo stesso Meggiorini si incarica del tiro ma Gabriel para in due tempi. Peccato che l’estremo leccese non tenesse almeno un piede sulla linea di porta, quindi rigore da ripetere. Stavolta sul dischetto si presenta Diaw che non sbaglia: 1-1. Il pareggio condannerebbe ancora il Vicenza alla Serie C. I veneti allora tentano il tutto per tutto riversandosi in avanti e lasciando alquanto sguarnita la retroguardia.

Al minuto 102 Rodriguez (subentrato ad Helgason) vanifica una favorevole ripartenza sbagliando un facile appoggio in superiorità numerica. Un minuto dopo, il Vicenza trova il gol vittoria con un tiro dalla distanza di Ranocchia che batte Gabriel apparso incerto. Il Lecce quindi butta alle ortiche la concreta possibilità di essere promosso in Serie A da questa sera e dovrà aspettare venerdì prossimo.

Sull’economia della partita pesa l’interruzione del gioco a seguito dello scriteriato lancio di petardi e fumogeni in area vicentina ed il conseguente clima in campo e sugli spalti, tanto che si è rischiata la sospensione della gara. Ma a prescindere dal risultato sportivo oggi, per colpa di pochi imbecilli, la tifoseria leccese ha fornito un pessima immagine di se stessa. La squadra potrà anche essere promossa in Serie A e cambiare categoria, ma chi è idiota, idiota rimane.

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