VICENZA (di Pierpaolo Sergio) – Il Lecce può solo recriminare contro se stesso, l’insulso che ha lanciato dal Settore Ospiti un petardo agevolando la sceneggiata del portiere biancorosso e contro la malasorte per una gara dominata ma chiusa con un’incredibile sconfitta dopo oltre 14′ di recupero. Proprio nel momento della massima gioia, si è intuito che i veneti avrebbero presentato ricorso in caso di sconfitta. Da lì in poi non c’è stata più storia, anzi è successo di tutto e di più con due reti segnate dai padroni di casa che rimandano all’ultima giornata l’appuntamento con la promozione dei giallorossi.

GABRIEL voto: 5
Fa venire i brividi ai suoi compagni ed ai tifosi nel finale di primo tempo quando dapprima non stoppa con la suola un retropassaggio di Dermaku rincorrendo il pallone per addomesticarlo, poi va in dribbling su Diaw che per un soffio non lo beffa, ma si salva perché l’attaccante commette fallo. Secondo tempo surreale compreso il rigore che para al 93′ ma che poi viene fatto ribattere per l’1-1 di Diaw. Quindi non è reattivo sul tiro da fuori area di Ranocchia che ribalta l’esito dell’incontro.

GENDREY voto: 5,5
La velocità e la mole di Lukaku lo mettono talvolta in difficoltà. Il Vicenza infatti spinge soprattutto dalla sua fascia e lo tiene lontano dalla propria metà campo. Quando riesce a sovrapporsi a Strefezza non è preciso nello scodellare la sfera al centro. Nel secondo tempo si perdono via via le sue tracce fino alla sostituzione.

(dal 98′) CALABRESI voto: S.V.

LUCIONI voto: 6
Rischia il cartellino rosso per un fallo su Diaw lanciato verso l’area leccese ma che Mariani non considera da ultimo uomo su chiara occasione da rete. Il giallo però lo costringe a giocare sul chi va là per il resto dell’incontro. Comunque reattivo e roccioso come contro il Pisa. Tiene poi a galla la baracca finché può ma non ha colpe specifiche sulle reti avversarie.

DERMAKU voto: 6
Zero rischi per tutti i primi 45′ in cui non concede praticamente nulla agli attaccanti veneti che rimbalzano su di lui ma non vanno mai alla conclusione verso la porta di Gabriel. Controlla bene anche nella ripresa fino all’episodio che ha cambiato la storia della partita.

GALLO voto: 6
Ad alto coefficiente di difficoltà il duello con l’ex Maggio che agisce largo lungo la sua fascia e lo tiene in allerta impedendogli di portarsi nella metà campo avversaria con frequenza. La corsia mancina è comunque ben presidiata. Nel finale sbroglia più di una matassa quando tutti gli schemi erano ormai saltati.

BLIN voto: 6
Sfortunato, visto che dura solo 34 minuti la sua partita. Alla mezz’ora, su un corner battuto dai padroni di casa, si era infatti infortunato compiendo un brusco movimento che lascia il segno sui muscoli della coscia destra. Prova a stringere i denti, ma poco dopo deve alzare bandiera bianca.

(dal 34′) HELGASON voto: 4,5
Entra a freddo e non trova modo di farsi notare. Meno propenso a difendere rispetto al francese, costringe a profondi ripiegamenti fin nella sua area Strefezza. Sull’azione del palo colpito da Coda non trova la ribattuta a rete da pochi passi, poi nel finale provoca il rigore assegnato con l’ausilio del VAR col tocco su Meggiorini. Col Vicenza che si fa aggressivo ritorna mestamente in panca per cambiare modulo.

(dal 98′) RODRIGUEZ voto: 4
Errore imperdonabile in contropiede tre contro due quando, anziché servire i compagni smarcati ai suoi lati, centra con il pallone un difensore veneto e innesca la ripartenza che porta al raddoppio di Ranocchia che condanna i giallorossi alla inopinata sconfitta.

HJULMAND voto: 6,5
Evita in più occasioni che i veneti sfondino per vie centrali nelle ripartenze tentate nel corso della prima frazione di gioco. Tampona le falle che a volte si aprono nella mediana giallorossa e lotta a modo suo in mezzo al campo sui portatori di palla vicentini. Quando sembrava che l’impresa fosse stata portata in porto, assiste impietrito all’1-2 biancorosso senza potersi opporre.

GARGIULO voto: 5,5
Ci mette più grinta in avvio di match provando qualche timida incursione negli ultimi sedici metri. Poi rincula a protezione della propria metà campo quando i biancorossi cercando di sfondare con accelerazioni per vie centrali. Cresce alla distanza ma poi evapora nel convulso finale di gara.

STREFEZZA voto: 7
Segna il gol che poteva valere la promozione in Serie A sul campo ma deve soffocare tutta la sua gioia per la sceneggiata di Contini e la stupidità di chi ha lanciato la bomba carta a bordo campo dopo la rete. Ci aveva provato nel primo tempo dopo 16′ a segnare al primo tiro in porta del Lecce ma Contini è vigile e smanaccia la sua botta in angolo. In avvio reclama un rigore per un tocco con la mano di un difensore biancorosso ma arbitro e VAR lasciano correre nonostante le immagini mostrino la deviazione. Prima di trovare la rete numero 14 della stagione sfiora più volte la marcatura. Quindi, dopo il gol del vantaggio viene ammonito per essersi tolto la maglia per esultare e viene sostituito.

(dall’83’) RAGUSA voto: S.V.

CODA voto: 6
È controllato a vista dai difensori di Baldini che dimostrano di temerlo anche se non appare in giornata di grazia. Nessuna conclusione nello specchio della porta per tutto il primo tempo ma solo palloni sporchi allargati sulle fasce. Ben altra musica nella ripresa con un clamoroso palo centrato su punizione a Contini immobile e diversi assist per i compagni non trasformati di un nulla in rete.

DI MARIANO voto: 5,5
Vivacchia senza sussulti galleggiando tra attacco e centrocampo dove va a fare densità in fase di non possesso. Le ripartenze col Vicenza sbilanciato in avanti potrebbero essere mortifere per i berici ma i compagni non lo servono a dovere per sfruttarne la velocità. Più pimpante nel secondo tempo in cui va vicino alla rete in un paio di occasioni. Cambio inevitabile nel finale.

(dall’83’) LISTKOWSKI voto: S.V.

All. BARONI voto: 5
Era riuscito all’intervallo a dare la scossa alla sua squadra dopo un primo tempo noioso e giocato vivacchiando. Ripresa ben più vivace e convincente, degna della capolista e di una squadra che si stava guadagnando la promozione in A. Poi l’imponderabile e le discutibili scelte al momento di effettuare alcuni cambi che, stavolta, decidono in negativo la gara.

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