LECCE (di Giovanni De Leonardis) – Il Lecce getta via altri due punti andando ad impattare contro un modesto Cosenza che, fino al 96′, era addirittura in vantaggio. Rispetto alla gara contro il Brescia, Baroni cambia tre dei quattro difensori, inserendo dal primo minuto Gendrey e Gallo sugli esterni e Simic al centro. Majer e Gargiulo ruotano intorno all’imprescindibile Hjulmand, linea d’attacco con Strefezza e Listkowski ai lati di Coda. Nel Cosenza indisponibili in tanti, tra cui Ndoj, Caso out per squalifica e Gori per i postumi da Covid.

Nemmeno il tempo di accomodarsi in poltrona ed il Lecce è già in vantaggio; assist di Strefezza per Coda che tira al volo di destro incrociando sul palo opposto: 1-0 dopo novanta secondi. Il Cosenza è tramortito, non riesce a reagire se non al minuto 14 con un tiro di Millico che si spegne sul fondo. Il Lecce potrebbe raddoppiare già al quarto d’ora ma Coda calcia senza dare angolo un rigore (concesso per fallo di mano di Hristov) e Matosevic devia in angolo.

Il Lecce è assoluto padrone del campo, domina la partita ma senza affondare i colpi, limitandosi al controllo del gioco, pensando forse di avere già la partita in pugno vista l’inconsistenza degli avversari. Grave errore. Al 44′, in un a sporadica azione di attacco, il Cosenza porta Millico al cross, Larrivey approfitta della latitanza di Simic e prima colpisce di testa indisturbato, poi ribadisce in rete (sempre indisturbato) la miracolosa respinta di Plizzari. Si va quindi all’intervallo sull’1-1 con la netta sensazione che il risultato sia eccessivamente benevolo nei confronti di un Cosenza quasi mai entrato in partita.

La ripresa comincia malissimo per i giallorossi. Dapprima Millico calcia di poco fuori dalla porta di Plizzari e, dopo due minuti, lo stesso attaccante mandato in campo da Bisoli supera di slancio  un inconsistente Simic, si porta sulla linea di fondo e beffa Plizzari in uscita con uno scavetto. Lo svantaggio scuote il Lecce che si proietta in attacco ma in modo confusionario. Rodriguez (subentrato ad un impalpabile Listkowski) ha le migliori occasioni: dapprima calcia al volo, ma Matosevic respinge di piede, poco dopo prova dal limite dell’area ma il tiro esce di poco fuori. Tra le due occasioni il Cosenza sfiora il 3-1 con un contropiede del subentrato Laura ma il suo tiro-cross, fotocopia del precedente tocco vincente di Millico, stavolta lambisce il palo.

Baroni allora ridisegna il Lecce passando al 4-2-3-1, inserendo Blin al fianco di Hjulmand (altra gran bella prova del danese), con Ragusa, Rodriguez e Strefezza dietro Coda, punta avanzata. Fuori invece Majer e Gargiulo, mai pervenuti. Nonostante i buoni propositi, il Lecce non riesce a pungere, attacca senza lucidità e sempre alla ricerca della giocata di effetto, con tanti passaggi orizzontali e poche verticalizzazioni.

Il Cosenza si difende come può, ricorre a molti falli ed a strategie ostruzionistiche (infortuni e crampi colpiscono sempre i giocatori della squadra in vantaggio…) Alla fine si conteranno ben 8 ammoniti tra le fila del Cosenza, contro il solo Lucioni nel Lecce, e 7 minuti di recupero. Proprio al penultimo minuto di recupero il Lecce evita la sconfitta. Ragusa mette in area un calcio di punizione dalla sinistra, Coda di testa fa da torre per Blin che, sempre di testa, insacca a pochi passi dalla porta avversaria.

Il Lecce quindi si deve accontentare del terzo pareggio consecutivo, contro una squadra che ha dimostrato di meritare la quart’ultima posizione in classifica. I giallorossi non hanno saputo capitalizzare la superiorità tecnica e la netta supremazia territoriale, lasciandosi andare ad un calcio lezioso e a volte supponente (nel post-gara Baroni parlerà di “accademia“). Forse è il caso di mettere da parte il fioretto e prendere la mazza ferrata.

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