VENEZIA (di Pierpaolo Sergio) – Un Lecce opaco oltre misura cede il passo al Venezia nella semifinale di andata dei play-off. Giallorossi irretiti dall’aggressività e dalla velocità dei padroni di casa che non fanno giocare l’avversario e controllano senza affanni le sporadiche iniziative degli ospiti. Da salvare solo le prestazioni di Gabriel che limita il passivo e Gallo in corsa per tutti e 93 i minuti di gioco.

GABRIEL: Pronti, via al 1′ deve subito intervenire su botta rasoterra di Johnsen che devia in angolo. Tre minuti dopo è graziato da Modolo che non inquadra lo specchio da pochi passi, quindi salva su un’incornata dello stesso difensore nella sfuriata iniziale dei padroni di casa. Al 40′ ci mette ancora una grossa pezza su botta ravvicinata di Forte che alza oltre la traversa. Deve però capitolare in apertura di secondo tempo su diagonale dello stesso Forte che sblocca la gara. Senza di lui il passivo sarebbe stato ben più pesante. VOTO: 6

MAGGIO: La velocità di Johnsen lo mette in grande imbarazzo e lo tiene costantemente sul chi va là anche perché non sempre aiutato da Majer sull’out destro. Ne consegue che in fase di possesso lo si vede molto poco nella metà campo veneziana anche se col passare dei minuti cresce di condizione e tiene in vita le speranze salentine con alcuni recuperi che disinnescano gli attacchi dei lagunari. VOTO: 5,5

LUCIONI: Nella prima frazione una indecisione stava per agevolare gli avanti di Zanetti. Vista l’asfittica vena creativa dei compagni addetti a tale ruolo, prova lui a costruire dal basso il giro palla dei giallorossi che però è troppo lento e di facile lettura. Nella ripresa ha una buona chance su angolo ma il suo colpo di testa non inquadra il bersaglio. Smista decine di palloni ma troppo per vie orizzontali e di facile lettura per i veneti. VOTO: 5,5

DERMAKU: Viene riproposto titolare al centro della retroguardia leccese e deve faticare non poco nel prendere le misure agli agili attaccanti del Venezia che non danno punti di riferimento. Un tourbillon continuo che talvolta lo disorienta. VOTO: 5

GALLO: Molto bello il duello tutto in rapidità che ingaggia sulla corsia mancina con Mazzocchi. Tra i più mobili e determinati tra le fila del Lecce, prova a suonare la carica pur non essendo lui a doverlo fare visti i tanti senatori in campo. Corre fino al triplice fischio dell’arbitro trovando scarsa collaborazione nei compagni. Cronica però la sua mancanza di precisione sui traversoni. VOTO: 6

MAJER: Inizio shock per lo sloveno tagliato fuori dagli uno-due del Venezia nella zona di campo di sua competenza. Gli servono diversi minuti prima di riprendere e tornare su livelli accettabili col centrocampo del Lecce stenta maledettamente a creare qualcosa. VOTO: 5

→ (dal 77′) NIKOLOV: Gioca un certo numero di palloni che, quando prova ad indirizzare in porta, non vanno però a bersaglio. Il pressing arancioneroverde lo costringe spesso al retropassaggio. VOTO: 5,5

HJULMAND: Nel complesso si vede poco e tarda a chiudere su Forte in occasione del gol che porta in vantaggio i veneti. Rete che gli mette un po’ di pepe addosso visto che allora prova a velocizzare un minimo il gioco dei salentini anche se i risultati non sono all’altezza delle attese. Ad ogni modo, è tra i pochi a fare pressione sui portatori di palla avversari e recupera qualche palla a centrocampo che spezza sul nascere le iniziative di un Venezia che da metà secondo tempo in poi va in debito di ossigeno. VOTO: 5,5

BJÖRKENGREN: Primo tempo in assoluta ombra per la mezzala svedese che non dà copertura a sufficienza sul centro-sinistra e partecipa poco alla costruzione già di per sé farraginosa dei giallorossi. Con l’andazzo che non cambia neppure nella ripresa e col Lecce sotto di una rete esce per fare posto ad un elemento più portato ad attaccare. VOTO: 4,5

→ (dal 66′) HENDERSON: Il suo ingresso sul rettangolo verde sembra almeno dare maggior velocità d’esecuzione alla lenta e ostinata manovra leccese che cerca di aggirare il Venezia sulle fasce ma senza costrutto. Vana illusione perché i ritmi complessivi restano bassi e gli errori generali commessi dai giallorossi ancora tanti ed in ogni zona del terreno di gioco. VOTO: 6

MANCOSU: Gioca più per onor di firma che per reale condizione. In ombra per tutto il match, non trova mai lo straccio di una giocata utile, riuscendo a sbagliare anche i tocchi più semplici. Partita stregata con Corini che lo tiene comunque in campo per tutta la durata dell’incontro e non se comprende onestamente il motivo. VOTO: 4,5

CODA: Partita complicata per il bomber del Lecce che trova pochissimi spazi e riceve davvero scarsi rifornimenti dai compagni. Esce allora dall’area di rigore per andare a prendersi qualche pallone ma non arriva comunque mai al tiro in porta. Sull’ultima occasione del match Yalçin gli spara addosso la palla anziché servirgliela bassa per concludere. VOTO: 5

STĘPIŃSKI: È sua la migliore palla-gol capitata al Lecce nel primo tempo. Su perfetto cross di Maggio incorna ma troppo centrale e permette al portiere avversario di bloccare a terra. Sarà anche l’ultima perché nei 77 minuti in cui resta in campo non lo si vede più. VOTO: 5

→ (dal 77′) YALÇIN: Da apprezzare c’è solo lo spirito con cui entra e gioca i 15 minuti che stavolta gli vengono concessi; per il resto solo tanta confusione e giocate senza senso. VOTO: 5

All. CORINI: Partita senza capo né coda e non certo per solo merito del Venezia. Il mutevole 4-3-3 di Zanetti manda a carte quarantotto i piani del Lecce che finisce spesso fagocitato dal gran movimento con e senza palla dei padroni di casa pur reduci dai tempi supplementari disputati contro il Chievo. Giallorossi mai veramente in partita, surclassati sul piano del gioco, della velocità e della voglia. La metamorfosi di questa squadra da un mese a questa parte resta un grande mistero, così come il perché sia tanto complicato comprendere che nel Dna di questa squadra non ci sia la propensione alla difesa ma a giocare senza troppe costrizioni tattiche e mentali. VOTO: 4,5

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