LECCE – Il blocco delle retrocessioni dalla Serie A alla Serie B in caso di stop anticipato definitivo del massimo campionato approvato ieri sera a larga maggioranza dall’assemblea della Lega A (16 club su 20, contrario il Milan ed astenute Lazio, Napoli e Roma) sta creando non pochi problemi alla FIGC, che lunedì 8 giugno vedrà la riunione del Consiglio federale chiamato a decidere definitivamente in materia.

Oreste Vigorito

Quanto chiesto dalla maggior parte delle società di A rischia, nell’ipotesi in cui sui si verificasse tale scenario, di ingenerare una reazione a catena che coinvolge le serie inferiori a partire dalla Cadetteria. È infatti di oggi la presa di posizione di Oreste Vigorito, presidente del Benevento (capolista in B con larghissimo margine) nonché consigliere della Lega B, che si è così espresso su quanto emerso dalla riunione-fiume di ieri: “Non ci siamo iscritti a un sistema di prestigiatori, in cui appaiono e scompaiono all’improvviso ipotesi e tesi. La nostra è una preoccupazione graduale. Dobbiamo solo aspettare e scoprire se c’era il trucco: con la promozione sarò felice, altrimenti mediterò sulle conseguenze“.

In attesa di capire cosa deciderà lunedì la Federazione, si rafforza l’idea che il presidente Gravina ed il suo entourage finiscano con l’imporre il cosiddetto Piano B, ossia al ricorso a play-off e play-out in caso di positività di un tesserato, oppure l’algoritmo o la media ponderata. Una decisione avvalorata anche dal lavoro che in Figc si sta portando avanti per scoraggiare attraverso adeguate sanzioni disciplinari (fino all’esclusione dal torneo) irrogate dall Giustizia sportiva eventuali furbate di qualche club che potrebbe annunciare ad arte il contagio di qualche tesserato dopo la ripresa dell’attività agonistica. Non è infatti un mistero che molti presidenti avrebbero fatto volentieri a meno di tornare in campo, ma davanti alla “ragion di Stato” hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco.

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