LECCE (di Gavino Coradduzza) – Il Lecce stecca l’esordio casalingo, regala all’avversario l’intero primo tempo e con una ripresa carica di volontà certamente encomiabile non riesce ad evitare la sconfitta. La narrazione del primo tempo segnala un colpo di testa sbilenco e fuori misura di Lucioni (3°) ed una discreta serie di occasioni costruite dal Verona, corredate da un palo, due preziose parate di Gabriel e poco, pochissimo Lecce…

Improvvisa fiammata, al decimo, con Rrahamani che si inserisce in area giallorossa e sfiora il gol; ancora Verona al 12′: Tutino, ignorato al limite dell’area (più dentro che fuori) gira al volo di destro mancando di poco il bersaglio. Il Verona dunque c’è e fa sentire la sua presenza togliendo iniziativa e lucidità ad un Lecce complessivamente sotto tono ed impreciso. Non bastano gli sporadici guizzi di Falco (sottoposto a doppia marcatura e pertanto costretto a fare il rifinitore o il “crossador”); lo spunto in area per la conclusione gli viene negato…

È dunque la squadra di Juric a fare la partita; la fa con costanza ed intensità; colpisce il palo con un colpo di testa di Kumbulla e, con accentuato dinamismo, costringe i giallorossi all’affanno impedendo agli uomini di Liverani l’organizzazione di una qualche insidia consistente verso la porta di Silvestri

Al Lecce mancano le percussioni sulle linee esterne: Benzar ha il severo compito di controllare Lazovic, non ha occasione di spingere; Dall’Orco si dimostra più riflessivo che maratoneta; è un marcatore e dunque non spinge…

Al 25° Faraoni inventa una rasoiata dalla media distanza e fa la barba al palo; il Verona detta tempi e temi di gioco mentre l’assenza di Petriccione riduce al minimo il tasso di fosforo a centrocampo. Intensità, ritmo, palleggio a volte raffinato e sempre abbastanza preciso, consegnano agli scaligeri il primato del gico nel corso della prima frazione. A ben guardare non è fuori luogo affermare che lo 0-0 con cui si chiude il primo tempo è per il Lecce un risultato parecchio favorevole…

La ripresa mostra subito un Lecce più aggressivo, ed infatti, al 2° minuto, Majer chiude di poco al lato una pregevole inizitiva in zona avanzata; è dunque un Lecce più tonico, più convinto delle proprie potenzialità e così il Verona si rimpicciolisce, ma non esce dalla scena…

Rispoli sostituisce Benzar (15°) e Juric toglie Tutino inserendo Verre. Il Lecce della ripresa è intraprendente, ritrova il suo carattere, si ricompatta; manca magari la fantasia, la capacità di inventare il taglio geniale, però il centrocampo più lavoratore che inventore di gioco spinge la squadra verso l’area di Silvestri…

Liverani tenta il tuttro per tutto: fuori un uomo addetto a fare filtro, ossia l’ucraino Shakhov, e dentro una prima punta, l’applauditissimo Andrea La Mantia. Pare giusto osare anche rischiando qualcosa in più. Ora è infatti il Lecce a martellare l’area avversaria; la squadra gialloblù si accorcia, si abbassa e rinserra le fila davanti al suo portiere per non offrire spazi micidiali ai padroni di casa che ci credono ma non arrivano mai al tiro…

A colpire è invece il Verona, al minuto 37: palleggio e fuga sulla sinistra, velo in area e per l’ex Matteo Pessina, entrato da poco e blandamente controllato da Tachtsidis, diventa davvero facile spingere la palla in rete. Brutta tegola per Mancosu e compagni, ma il Lecce non demorde: è proprio Mancosu ad infilarsi in area, cerca l’angolo lontano ma senza fortuna. I giallorossi si riversano in avanti ad ondate successive: fioccano i cross in area, si consumano le ultime stille di energia, ma il Verona non cade…

Siamo solo alla seconda giornata, questo è vero; ma siamo anche alla seconda sconfitta consecutiva in fotocopia. Il primo tempo dice che il registro giallorosso dev’essere al più presto modificato, senza sollevare polveroni e senza fare drammi, ma cogliendo i campanelli d’allarme già scattati…

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