LECCE – È arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate notificato all’U.S. Lecce lo scorso 27 maggio.

Come riporta il Quotidiano di Lecce in edicola oggi, le ipotesi di reato su cui dovrà indagare la Procura della Repubblica sono dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture inesistenti e dichiarazione infedele.

I fatti contestasti risalgono agli anni 2013 e 2014, quando al timone della società giallorossa c’era l’allora presidente Savino Tesoro. Il saldo immediato da versare nelle casse dello Stato chiesto al club che ha oggi a capo Saverio Sticchi Damiani è pari a 614.000 Euro di debiti con l’erario. Non pochi spiccioli, dunque, ma una cifra importante, che potrebbe incidere sulla campagna acquisti del Lecce, al pari delle spese per la ristrutturazione dello stadio “Via del Mare. Tuttavia, l’attuale proprietà potrà pagare subito la sanzione, oppure rivolgersi alla Commissione Tributaria. Per presentare eventuale ricorso ci sono due mesi di tempo.

Come si legge nell’articolo del quotidiano leccese a firma di Paola Ancora, nel 2014 il volume d’affari dell’U.S. Lecce è di poco meno di 2.400.000 euro, mentre le spese e le importazioni superano appena i due milioni e mezzo. L’anno successivo, gli ispettori della Siae hanno sollevato perplessità sul bilancio della stagione 2013/’14 e su quello del 2014/’15. Per gli accertatori “Sussistono dubbi sulle fatture di acquisto pagate a Tecnostyle srl, Bonaldi motori, Vetef srl, Apainstal Construct srl e a Special Media International srl“. In tutto, si tratta di 1.260.000 euro di fatture per beni richiesti a imprese del Nord Italia o della Romania non tracciabili e mai consegnati.

Da qui il dubbio che le fatture emesse da alcune ditte siano state contabilizzate esclusivamente per ridurre il debito IVA dell’U.S. Lecce nei confronti del Fisco. Come conseguenza c’è stata la richiesta del pagamento di 179.469 euro di IVA oltre a 404.171 euro di sanzioni.

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