LECCE (di Italo Aromolo) – Il tifoso al centro del mondo del calcio, come patrimonio da tutelare e coccolare. E’ ancora possibile oggi, relegato com’è nelle sperdute periferie degli interessi altrui, nel nome del dio denaro? A Lecce, sì. Nell’oasi felice salentina, dove il profitto economico è un mezzo e non il fine, il trattamento riservato ai tifosi per la campagna abbonamenti 2018/’19 traccia la rotta del “popolarismo”, secondo uno spirito che mette il calcio al servizio della gente e non viceversa. Perché il Lecce in Serie A sia di tutti, indipendentemente dalle possibilità economiche.

Per un abbonato dai tempi della Serie C sarà possibile assistere a tutte le partite del massimo campionato con appena 185 euro nelle Curve, mentre chi per la prima volta sceglierà di sposare il “Via del Mare” dovrà sborsare 265 euro. Si tratta di tariffe agevolate se paragonate a quelle di neo-promosse degli anni passati, come il Frosinone, che nella sua prima stagione di Serie A ha fissato il settore popolare a 300 euro (per i nuovi abbonati), il Benevento (300 euro e senza prelazione per i vecchi abbonati) o la Spal (335 euro con l’esclusione di una partita).

Nella campagna di fidelizzazione del club di Via Colonnello Costadura spiccano alcune iniziative che rendono ancor più succulenta l’offerta. L’omaggio della maglia da gara celebrativa della promozione in Serie A sobilla l’ormone dei collezionisti e dà fiato a ragionamenti calcolatori del tipo: sottraendo il suo valore di mercato (65 euro) al prezzo dell’abbonamento, il costo di una partita del Lecce in Serie A scende fino a 6 euro l’una per gli abbonati dalla C.

La tessera stagionale dei Distinti è stata deprezzata e nella stagione 2019/’20 verrà a costare quanto le Curve. Si tratta di una scontistica particolare, visto che negli archivi delle campagne abbonamenti del Lecce e di altre squadre è sempre stato previsto un rincaro per la miglior visuale (nel 2011 a un prezzo superiore persino alla Tribuna Est).

La bontà dei prezzi emerge anche da un confronto con quella che è stata l’ultima campagna abbonamenti del Lecce in Serie A, per l’appunto la stagione 2011/’12: sono state ritoccate verso il basso le tariffe per la Tribuna Centrale Inferiore (da 500 a 450 euro, per un -10%) e per la Centrale Superiore, che passa da 650 a 615 (-8%). Le Curve registrano un aumento, giustificato dall’installazione dei seggiolini con schienale, che garantiranno un comfort pari a quello di altri settori (nel 2011 un nuovo abbonato pagava 200 euro, oggi 265).

In conclusione, nell’azienda-calcio in cui il profitto è una priorità per tutti gli attori, per esempio la Juventus che nel giro di sei anni ha raddoppiato il prezzo dell’abbonamento o l’Inter che per la campagna 2019/’20 ha aumentato alcuni settori del 40%, il Lecce si distingue per altri valori, ispirati da un legame viscerale dei suoi soci al territorio. Adesso tocca al Salento rispondere in termini di tifo, passione e… abbonamenti.

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