LECCE (di Gabriele de Pandis) – Le vittorie di Palermo e Brescia contro Benevento e Livorno hanno definitivamente messo in archivio il successo dei giallorossi sul Carpi. Il Lecce, che ha ripreso a lavorare ieri, è già proiettato all’insidiosissima partita in programma lunedì sera in casa del Perugia. Una trasferta difficile, in casa di una squadra che cerca di centrare i play-off, attenderà la banda Liverani.
Il tecnico dovrà fare i conti con numerosi nodi tattici da sciogliere, ma rispetto a sabato scorso riavrà a disposizione Andrea La Mantia. L’attaccante di Marino, squalificato con gli emiliani, sarà pronto a sportellare con i granitici centrali del Perugia Gyomber e El Yamiq, favorito su Cremonesi per la sostituzione del 21enne Sgarbi.
L’importanza di La Mantia nel gioco del Lecce è sempre più evidente, considerando lo stato di forma negli ultimi impegni e la grande voglia di rivalsa dopo il passo falso di Cremona, caratterizzato sì dall’espulsione di Vigorito ma iniziato con l’episodio chiave che ha visto protagonista il 19 del Lecce.
Il contatto in area con Claiton è stato sanzionato con il cartellino giallo che ha fatto scattare lo stop. Senza La Mantia, Liverani ha optato per il duo brevilineo Falco-Palombi, in difficoltà contro la coppia centrale del Carpi, anch’essa composta da due corazzieri come Kresic e Suagher.
La “resurrezione sportiva” di Marco Tumminello, al primo centro con la maglia giallorossa, celebra l’abbondanza dell’attacco. I tre tenori Mancosu (a supporto di), Falco e La Mantia rappresentano il fiore all’occhiello della capacità realizzativa, ma sia lo scuola Roma sia Palombi fremono per riprendersi spazi importanti. Al “Curi” dipenderà tutto dalla lettura del match che darà Fabio Liverani dal 1′ e in corso.
All’esaltazione del reparto avanzato, però, controbatte una non indifferente preoccupazione per ciò che succede in difesa. Lecce-Carpi 4-1 si è conclusa con l’espulsione di Fabio Lucioni.
Non è stato l’unico episodio che non fa dormire sonni tranquilli dietro. Marco Calderoni, non al meglio, ha alzato bandiera bianca a metà primo tempo. La difesa del Lecce si trova così con due titolari su quattro out.
Capitolo fascia sinistra. Il primo sostituto dell’ex Novara, secondo il diktat di Liverani, è ormai Antonio Marino, centrale naturale adattato sulla corsia. In questa posizione, il siciliano ha sofferto a Cremona, non coprendo sullo 0-1 di Strizzolo, ma ha ben figurato in casa, porgendo l’assist vincente a Lorenzo Venuti e confezionando non poche sovrapposizioni. Ad oggi, il canovaccio tattico della sfida di Pasquetta sembra più vicino a quello di Cremona rispetto a Lecce-Carpi.
Pertanto, appare difficile ogni discorso che porterebbe a Luca Di Matteo, a quota 0 presenze stagionali e visto in distinta soltanto nella lista panchinari. Ciò almeno dal 1′.
La soluzione estrema a sinistra porterebbe addirittura all’arretramento di Marco Mancosu, mossa vista in degli assalti l’anno passato. Privarsi del genio del sardo e dei suoi break, però, in una gara dai possibili ribaltamenti di fronte veloci, può essere pericoloso.
Davanti al rientrante Vigorito, l’altro dilemma. Chi al fianco di Biagio Meccariello? Per Francesco Cosenza vale un po’ il discorso fatto poco fa per Di Matteo. Il 33enne non vede il campo da Cosenza-Lecce e una contusione alla caviglia lo relega in infermeria al pari del lungodegente Bovo, ieri in differenziato con Fiamozzi: la coperta corta investe anche la corsia destra. In caso remoto di defezione di Venuti, che da centrale difensivo ha giocato a Pescara con Meccariello, sarebbero necessarie alchimie anche lì. Rimarrebbe solo il “Primavera” Roberto Pierno.
La sostituzione dello “Zio” è il dubbio numero 1 nei pensieri di Liverani. Si fa prima a cercare chi c’è a disposizione. Oltre a Antonio Marino, dirottabile a lato, c’è il solo Davide Riccardi, rivisto per 25′ in Lecce-Ascoli 7-0 dopo la rottura del legamento crociato.
Anche qui si potrebbe prospettare una scelta estrema. Sui social, quasi a furor di popolo, si è eletto Panagiotis Tachtsidis come sostituto di Lucioni. Sulla carta, la mossa avrebbe più di un perché. Il Perugia, squadra tecnica e veloce davanti, potrebbe attaccare alto i salentini, e la capacità di palleggio del greco, attento sulle palle alte e bravo anche sotto pressione, aprirebbe spazi a veloci ripartenze.
In più, a centrocampo, gli uomini non mancherebbero. Petriccione prenderebbe le chiavi, Scavone pian piano recupera e prima o poi potrebbe avvicendarsi con Majer e Tabanelli, senza dimenticare Haye e Arrigoni. Dall’altra parte, un errore di passaggio per troppa sicurezza, già sanguinoso da play, sarebbe fatale in posizione di regista arretrato.
I grattacapi in difesa, sia Calderoni sia Lucioni, hanno una sorta di fattor comune. Liverani potrebbe optare per la soluzione “scolastica”, con in campo difensori di ruolo ma non rodati quest’anno, o fidarsi ancor di più dei titolarissimi rischiando qualcosa sull’equilibrio tattico. Staremo a vedere. Vestire i panni del tecnico del Lecce nei giorni che portano alla partita di Perugia non è facile.