LECCE (di Gabriele de Pandis) – Il grande entusiasmo seguito al 7-0 di sabato contro l’Ascoli è stato esaminato in modo magistrale dal tecnico del Lecce Fabio Liverani che, nel post-partita, ha risposto alle domande sul fervore che la piazza mostrerà attorno alla sua creatura dopo un risultato storico, arrivato in un momento del campionato caratterizzato da altri due impegni consecutivi tra le mura amiche.

Non dobbiamo mai tarpare le ali alla gente, che deve dimostrarsi una valore aggiunto sugli spalti – la risposta di Liverani alla domanda espressa sulla massima serie -. La piazza deve vivere di entusiasmo; io mi occupo dei ragazzi, che non devono essere presuntuosi”. E pensare che un anno fa, prima del ritiro di Roma che precedette i match-ball di una promozione che assumeva i contorni di una chimera, il rapporto tra Liverani e la tifoseria non era propriamente idilliaco.

L’ex tecnico del Genoa parla da vero leader e lo fa consapevolmente, forte di un ruolino di marcia inimmaginabile in estate e, soprattutto, di palate di elogi per il gioco più bello espresso, almeno finora, in Serie B. Al netto del partitismo, vedere una partita del Lecce è uno spettacolo che anche i tifosi neutrali apprezzano. Magari non saranno match adatti per gli amanti del calcio fisico, tattico e di copertura, ma la scalata del trainer è ormai sulla ribalta nazionale.

Poniamo un quesito. Il Lecce è nel massimo stato di forma o Liverani, da buon condottiero, potrà apportare ulteriori migliorie al suo equipaggio per volare ancora più alto? Propendiamo per la seconda ipotesi, ma non è assolutamente un rimprovero all’allenatore. Anch’egli, sicuramente, starà lavorando 24 ore su 24 per migliorare la sua squadra.

Partiamo dai dati: Lecce-Pescara di domenica sarà una prova importante – o sottovoce, un crocevia -. I giallorossi, fatta eccezione per i 6 punti colti con l’Hellas Verona, non hanno battuto nessuna compagine della colonna di sinistra della graduatoria.

Sempre escludendo gli scaligeri, per trovare una formazione battuta dal Lecce bisogna arrivare al Cosenza, decimo. Cogliere 3 punti contro una big in questo momento può togliere ulteriore polvere al vestito della festa da indossare nelle serate di gala.

Poi, le reti. I 51 gol rappresentano il secondo attacco del campionato solo perché il Brescia capolista sta beneficiando dello score pazzesco di Donnarumma: 23 reti, un numero da siderale per il fenomeno dell’attacco. E il fenomeno del Lecce? Si potrebbe pensare a Mancosu, un exploit partito dalla Serie C. Probabilmente, il vero top player giallorosso, senza nulla togliere agli interpreti, è appunto Fabio Liverani. Le scommesse vinte nella ribattezzata fabbrica dei sogni hanno raddoppiato il rendimento di numerosi elementi.

Reti fatte e subite. Il Lecce non è irreprensibile dietro, è ovvio. 37 gol incassati rappresentano il record negativo dell’alta classifica, ma è pur vero che a 35 c’è il Brescia e a 36 il trio Spezia, Perugia e Pescara, il prossimo avversario. Le migliori difese? Palermo e Cittadella: solo 25 palloni raccolti dal fondo del sacco. Anche se l’assunto magico del calcio dice che basta fare una rete in più per vincere, è altresì vero, Zemanlandie a parte, che le promozioni si costruiscono con una solida difesa.

Sicuramente l’ex regista di Palermo e Lazio non snaturerà il suo credo per le statistiche, ma più che dalla fase difensiva, la crescita della squadra passa da un attenzione da conservare per tutti i 90’. Fare level-up su un aspetto così cruciale è difficile, però l’esperienza d’alta classifica degli attori protagonisti della retroguardia (Lucioni e Venuti a parte) si sta costruendo quest’anno.

Tatticamente c’è poco da dire sui movimenti delineati per difendere ma, senza scomodare analisi scientifiche, è difficile confutare il fatto che molti dei gol subiti più recenti siano giunti per errori o negli uno contro uno persi. Si pensi a Crotone (Simy e Benali), Verona, iniziale uno-due del Livorno poi rimontato e Palermo (più l’iniziale vantaggio che il raddoppio, ma anche lì…)

Abbiamo esordito parlando della piazza e del sogno Serie A. Il “Via del Mare” può essere l’arma in più in queste due settimane. La struttura dell’impianto, dispersivo e con gli spalti lontani dal terreno di gioco, non è a favore di una temperatura che, se altissima, spingerebbe la palla in rete al pari delle inzuccate di La Mantia e delle serpentine di Falco.

Con l’Ascoli, 12.583 spettatori hanno rappresentato il terzo dato stagionale (12.719 di Lecce-Palermo il record, 12.675 il secondo con la Salernitana). Spingersi ad una cifra-obiettivo avrebbe poco senso a cinque giorni dal match, ma l’ipotesi record di presenze, senza azzardare molto, può essere il minimo risultato che questa squadra ora merita e che necessita per sognare.

Accorrete allora al “Via del Mare, divertitevi e sostenete i giallorossi. Al gioco ci penserà Liverani…

Commenti