ASCOLI – Tutto è bene quel che finisce bene. Manuel Scavone è stato dimesso dall’ospedale e le ore turbolente della serata di venerdì sembrano già un ricordo lontano. Il centrocampista del Lecce ha affidato al proprio profilo Instagram un ringraziamento a tutti coloro che gli sono stati vicino e la normalità è tornata a regnare in casa Lecce.

Lecce-Ascoli però ha rappresentato momenti di terrori anche per i calciatori della squadra ospite, tra i protagonisti durante i primi soccorsi a Scavone e assolutamente in linea con la decisione dei calciatori giallorossi di rinviare la gara.

Amato Ciciretti, neoacquisto ascolano, ha rivissuto gli eventi di venerdì nella prima conferenza stampa settimanale: “Subito dopo il contrasto aereo fra Beretta e Scavone non mi sono reso conto di quanto stava accadendo e quindi stavo andando sul pallone quando ho visto Scavone con gli occhi girati indietro. A quel punto – racconta l’attaccante – ho capito la gravità della situazione e la prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella dargli due schiaffi per farlo riprendere.”

L’ex Benevento racconta poi il susseguirsi degli attimi concitati: “Cosa è successo? Ma niente, gli ho aperto subito la bocca, la mandibola era serrata e, quando ci sono riuscito, mi ha dato due morsi. Intanto sono arrivati Mancosu e un altro calciatore del Lecce così ho provato a riaprirgli la bocca tenendo indietro i denti e contemporaneamente Mancosu gli estraeva la lingua. Sono rimasto molto colpito, ancor più perché con Scavone avevo giocato l’anno scorso a Parma, lo conosco. Gli ho mandato un messaggio di pronta guarigione”.

E sulla decisione pressoché immediata del rinvio, Ciciretti afferma: “Noi ci siamo messi subito a disposizione nel senso che abbiamo dato al Lecce la possibilità di decidere se continuare la gara o meno; giocare con un compagno in condizioni così e, soprattutto senza sapere come si sarebbero evolute le cose, non era facile. In campo abbiamo detto a Mister Liverani e Mancosu che noi saremmo stati a disposizione qualunque cosa avessero deciso“.

Il lieto fine però tranquillizza: “Mi sono spaventato perché, con gli episodi accaduti negli ultimi anni, è impossibile non pensare a fatti simili; in campo i compagni di Scavone parlavano anche del fatto che a casa stavano gurdando la TV la moglie e le figlie di Manuel. L’importante è che sia finito tutto per il meglio. Un episodio simile, ma meno serio,  era accaduto quando giocavo nella Primavera della Roma, anche in quella gara ci fu un contrasto aereo e un calciatore perse i sensi, ma poco dopo si era rialzato e voleva addirittura continuare a giocare”.

Commenti