LECCE – Nella cornice del “Picco” di La Spezia volge al termine il 2018 del Lecce, l’anno dei sogni realizzati e della promozione in Serie B: cosa porterà il 2019 lo dirà in parte questa partita, limbo tra ammicco alla promozione diretta in caso di vittoria e timorosa guardia della zona play-off altrimenti. I giallorossi hanno un alleato in più che si chiama freschezza, omaggio del turno di riposo infrasettimanale che ha visto impegnato lo Spezia nell’odisseica trasferta di Crotone. Il tecnico bianconero Marino è costretto a reimpastare il tridente del 4-3-3 e lancia Pierini dal primo minuto rinunciando ad Okereke. Il solito Liverani dalle sue multiforme capacità gestionali opta per l’artiglieria pesante, preferendo i centimetri di Bovo e Palombi rispettivamente a Meccariello e Falco.

Il fuoco di via è dello Spezia, che in tredici minuti illustra un piccolo manuale del gioco del calcio: manovra ampissima e rapida, gioco mnemonico a uno e due tocchi e pressing asfissiante sui portatori di palla avversari. Il Lecce è attendista, se per scelta strategica o inferiorità tecnica lo dirà il resto della partita: più probabile la prima, non si spiega altrimenti la stasi dei centrocampisti e i nove uomini costantemente dietro la linea del centrocampo. In languida attesa e senza mordente, forse nell’incauta convinzione di far disperdere forze ai già fiaccati calciatori spezzini.

Ma ecco che al 12′ il predominio dei bianconeri paga: in area di rigore Mora sbaglia il controllo, solleva involontariamente il pallone e trova il braccio fortuito di Petriccione. Per Ghersini non ci sono dubbi, è calcio di rigore: Ricci trasforma e l’1-0 per lo Spezia impone un cambio di approccio e atteggiamento al Lecce.

La reazione c’è nell’agonismo, nella corsa e nella vigoria all’attacco di palla. Ma le verticalizzazioni non sono accompagnate dalla consueta qualità nel palleggio: meriti e demeriti divisi tra gli ermetici difensori spezzini e gli avanti giallorossi non ancora entrati in partita. Manca il raccordo di Mancosu, costretto a girare largo per la marcatura cagnesca di Ricci, e gli inserimenti di Armellino e Scavone non trovano supporto nello scambio con le punte, che vengono poco incontro e al tempo stesso non danno l’impressione di dare profondità.

Il registro delle occasioni del primo tempo si ferma così alle situazioni di palla inattiva per il Lecce: il colpo di testa di Bovo e quello di La Mantia su calcio d’angolo terminano di poco a lato ma non impensieriscono lo Spezia come il risultato di svantaggio richiederebbe. Si va al riposo con i padroni di casa appagati per il gol che consentirà loro di fare una partita difensiva e limitare il dispendio di forze, non disdegnando le sortite offensive come il doppio squillo nel minuto di recupero: Vitale raccoglie un cross basso da sinistra, spalle alla porta si gira ma il suo tiro centrale è bloccato da Vigorito, sul rinvio Mora tira al volo da fuori area dopo aver vinto un contrasto con Petriccione e solo il colpo di reni del portiere leccese evita il doppio vantaggio.

All’inizio del secondo tempo ci pensa mister Liverani a cambiare il leitmotiv della partita, con due sostituzioni: dentro Falco per un disorientato Petriccione, subito prima La Mantia aveva lasciato il posto a Pettinari in attacco. L’obiettivo è di guadagnare in palleggio magari perdendo in centimetri, in realtà Lecce guadagna in entrambe: l’attaccante scuola Roma va vicino al gol tre volte di testa (58′, 62′, 63′) e si dimostra abile nel duettare con Falco, che inietta la solita verve nella partita e accarezza il palo con un calcio di punizione di poco a lato (65′). Anche Mancosu pare revitalizzato nella nuova posizione di interno di centrocampo, mentre con Armellino spostato al centro nel ruolo di spezza-gioco lo Spezia non perviene in attacco per i primi 30 minuti della frazione.

Il pareggio leccese è nell’aria e arriva al 68′: sempre sull’asse Falco-Pettinari il pallone viaggia sulla sinistra per Venuti, che apre il compasso e disegna un cross raccolto con tempismo da Scavone sul secondo palo: è 1-1. La deviazione vincente potrebbe cambiare il volto del match: lo Spezia sembra non averne più e Marino inserisce benzina verde con Okereke dalla panchina. Nel Lecce c’è energia e dinamismo, gli infiniti spazi creati e conquistati sembrano preludere a nuovo gol o quanto meno rivelano una gran voglia di vincerla: Falco è ovunque e al 76′ raccoglie palla al limite dell’area e prova il tiro da fuori ma termina di poco a lato.

Al 79′ Venuti si infortuna e costringe Liverani a mettere in campo Meccariello, adattato come terzino. Nel frattempo il tecnico avversario assesta un altro cambio (fuori Pierini, dentro Bidaoui) e lo Spezia si risolleva atleticamente, frenando la furia del Lecce e gestendo gli ultimi 10 minuti come meglio può, senza correre pericoli. Dopo 4 minuti di recupero il triplice fischio di Ghersini sigilla l’1-1: un punto positivo per la formazione giallorossa, che raggiunge quota 30 punti in classifica, tiene a distanza le inseguitrici e rimane a un tiro di schioppo dalle primissime posizioni.

Questo il tabellino:

Spezia: Lamanna, Augello, Mora, Pierini (Bidaoui 76′), Ricci, Gyasi (66′ Okereke), Capradossi, Bartolomei (62′ De Francesco), Terzi, De Col, Vignali. A disposizione: Manfredini, Barone, Crivello, Giani, Crimi, Gudjhonsin, Bastoni, Bidaoui, Acampora, Bachini. Allenatore: Marino

Lecce: Vigorito, Petriccione (58′ Falco), Mancosu, Palombi, La Mantia (’55 Pettinari), Venuti (78′ Meccariello), Lucioni, Calderoni, Armellino, Scavone, Bovo. A disposizione: Bleve, Cosenza, Arrigoni, Lepore, Torromino, Haye, Marino, Tabanelli, Fiamozzi. Allenatore: Liverani

Marcatori: Ricci (S) 13′, Scavone (L) 68′

Ammoniti: 26′ Bovo (L), 40′ Vignali (S), 46′ Mora (S), 54′ Petriccione (L), 64′ Capradossi (S), Palombi 71, Venuti 74.

Corner: 1-6 per il Lecce

Arbitro: Davide Ghersini di Genova

Assistenti: Pietro Dei Giudici di Latina e Filippo Bercigli di Valdarno

IV Ufficiale: Lorenzo Maggioni di Lecco

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