ROMA – La Federcalcio dichiara guerra ai cori razzisti, o di discriminazione territoriale come si definiscono in gergo tecnico. Il fenomeno, ben lungi dall’esser mai stato debellato dagli stadi italiani, si stanno ripetendo nelle curve italiane soprattutto in Serie A, dove il fenomeno ha maggior visibilità e risalto. Nello scorso fine settimana episodi del genere si sono registrati a Udine e all’Allianz Stadium di Torino, dove i tifosi friulani e quelli della Juventus hanno rivolto cori ingiuriosi contro Napoli.
A tuonare è stato oggi il neo-eletto presidente della FIGC, Gabriele Gravina, nel corso del Consiglio Federale che si è svolto oggi a Roma. Lo stesso Gravina ha annunciato che gli arbitri saranno autorizzati a sospendere momentaneamente le partite in caso di ripetuti cori: “Ho parlato con Nicchi e Rizzoli invitandoli all’applicazione rigida del regolamento vigente. In simili casi, l’arbitro riunirà le squadre a centrocampo e, dopo una serie di annunci, si può decidere di sospendere momentaneamente la partita”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’AIA, Marcello Nicchi: “Oggi si è parlato anche dei cori, ma qui il punto è che non bisogna limitarsi a fare nuove norme o inasprire quelle esistenti. Sull’applicazione delle norme in Italia ci sarebbero parecchie considerazioni da fare… Bisogna applicare le norme, che resta la cosa più difficoltosa. Molte volte le cose succedono perché le norme non si applicano“.
Lo stesso Nicola Rizzoli, ex arbitro ed ora designatore arbitrale, ha chiesto tolleranza zero in merito, trovando un alleato in Nicchi. Inoltre, ha anche parlato anche della violenza ai danni degli arbitri: “È un problema nazionale, non solo dell’AIA. Noi siamo le vittime. L’argomento è grave e va affrontato subito in modo deciso e ciò lo ha recepito bene il Consiglio Federale. Spero che si volti pagina perché così non si può andare avanti, non possiamo mandare al massacro i nostri ragazzi“.