BENEVENTO (di Pierpaolo Sergio) – Le prime pagelle stagionali del Lecce vedono tutti i giocatori mandati in campo da Liverani meritarsi un voto alto, nonostante l’amarezza finale per un pareggio arrivato dopo esser stati in vantaggio di 3 reti. A brillare per 70 minuti sono stati più i giallorossi salentini, che quelli campani, salvo il calo finale e le scelte di Liverani sui cambi effettuati che hanno abbassato troppo il Lecce. Sugli scudi il solito Marco Mancosu, autore di uno dei gol alla sua maniera che ha sbloccato il match, il portiere Mauro Vigorito, oltre a Filippo Falco e Riccardo Fiamozzi andati in gol anche loro.

VIGORITO: Poco impegnato nel primo tempo dai padroni di casa, si fa notare per una respinta di pugni in avvio di gara. I compagni fanno buona guardia davanti a lui e concedono poco al tridente d’attacco locale. Nella ripresa sfodera un paio di interventi notevoli che salvano gol quasi certi, poi incassa 3 reti su cui non ha colpe. VOTO: 6,5

FIAMOZZI: Stantuffo prezioso sulla fascia destra del Lecce dove ingaggia duelli in velocità con Di Chiara ed Insigne. Ad avere la meglio è quasi sempre lui che si fa apprezzare anche per alcune tempestive chiusure. Trova poi un gol pazzesco ed illude il Lecce ed i suoi tifosi che l’impresa fosse cosa ormai fatta. VOTO: 6,5

LUCIONI: Il grande ex dell’incontro torna in campo proprio contro il “suo” Benevento ed il pubblico del “Vigorito” lo fischia ad ogni tocco di palla. Lui non si scompone e guida la retroguardia leccese con personalità e freddezza per larghi tratti poi, col passaggio alla linea a 5, perde lucidità e riferimenti. VOTO: 6,5

MECCARIELLO: Qualche sbavatura in copertura crea più di un problema per la porta di Vigorito. Per oltre un tempo mette la museruola a Coda ma, da debuttante in maglia giallorossa, macchia la sua prestazione con l’inutile fallo da rigore che costa il pareggio. VOTO: 5,5

CALDERONI: Inizia col freno a mano tirato, preoccupato delle possibili discese di un cliente scomodo e scafato qual è Maggio. Col passare dei minuti prende le misure e comincia a spingere sull’out mancino con buona lena, cosa che farà fino alla fine del match. VOTO: 6,5

MANCOSU: Altra perla messa nello scrigno delle personali prodezze. Segna da 25 metri uccellando Puggioni e si segnala tra i più coriacei tra le fila salentine. Agisce tra le linee beneventane e crea molti grattacapi alla formazione di casa che stenta a prendergli le misure. Cala pure lui negli ultimi 20 minuti e assiste impotente alla rimonta sannita. VOTO: 7

ARRIGONI: Fuori Lepore, fuori Cosenza, la fascia da capitano tocca a lui e guida con saggezza la squadra leccese. Per lo meno finché ha birra in corpo. Il tecnico lo richiama in panchina nel momento più delicato dell’incontro. Mossa che non convince.  VOTO: 6 (dall’82’) TABANELLI: Viene spedito a svariare sulla fascia destra, ma era soprattutto nel mezzo che il Lecce doveva chiudere gli spazi alle incursioni del Benevento. Perde qualche pallone di troppo e non tiene palla per far rifiatare la sua squadra. VOTO: 5

PETRICCIONE: Lavoro sporco ed oscuro in mezzo al campo dove recupera decine di palloni. Il calo fisico e psicologico che accusa, così come tutti gli altri compagni, lo porta a perdere geometrie e distanze che i padroni di casa sfruttano a meraviglia. VOTO: 6

SCAVONE: Gran primo tempo e buone cose anche nella ripresa. Vale per lui lo stesso discorso fatto per il resto della compagine giallorossa: cala alla distanza e nel momento meno opportuno. Ad ogni modo, un esordio positivo. VOTO: 6,5

FALCO: Finché resta sul rettangolo verde, mette scompiglio e semina pericoli. Segna in coabitazione con Di Chiara il gol che pareva mettere in cassaforte il risultato, ma Liverani lo toglie dalla contesa inserendo un difensore in più ed il Lecce perde coesione e convinzione. VOTO: 7 (dal 69′) LA MANTIA: Praticamente nullo il suo apporto. Entra e si fa ammonire per un intervento a gomito alto su Maggio. Non tiene la sfera per far salire i compagni che, ad onor del vero, non erano più nel momento migliore e faticavano a servirlo come si dovrebbe. VOTO: 5

PETTINARI: Ai margini della manovra giallorossa, ha poche occasioni per mettersi in mostra. Viene fermato per due volte sul filo del fuorigioco; poco altro da segnalare della sua partita. VOTO: 5 (dal 70′) COSENZA: Rivede i fantasmi di Genova, quando Piantek lo ha mandato in tilt più e più volte. Stasera ripete certe amnesie difensive e si fa beffare da Coda con un “sombrero” che lo libera per servire Asencio su cui Meccariello commette il fallo da rigore. Nelle mischie in area finali perde spesso l’uomo e va in confusione assieme a molti compagni. VOTO: 5

All. LIVERANI: Il suicidio perfetto. Schiera un Lecce inedito, ma sontuoso, tale da far stroppicciare gli occhi per oltre un’ora di gioco in casa di una delle big del campionato. La sua squadra domina ed umilia quella di Bucchi finché, sul più bello, non cambia faccia a quella creatura, mandando ai sanniti segnali di improvvisi (ma non nuovi) ed inspiegabili timori. Muta assetto alla difesa passando a 5 uomini e fa saltare le misure in mezzo al campo dove non c’erano più Falco e Arrigoni a dare ordine e compattezza. Il Lecce si disunisce e finisce per incassare 3 gol che bruciano ma che forse saranno salutari per il futuro. Paradossalmente, vincere al “Vigorito” poteva infatti creare false illusioni. Questa squadra deve remare compatta per centrare il risultato. Peccato, perché oggi si poteva comunque scrivere un capitolo importante. VOTO: 5

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