pagelleGENOVA (di Pierpaolo Sergio) – Tremenda scoppola per il Lecce al “Ferraris” contro un Genoa insaziabile e spietato che ha messo a nudo tutte le pecche tecnico-tattiche dei salentini di Liverani, regalandosi l’approdo al quarto turno di Coppa Italia con un sonoro 4-0 che non ammette repliche. Impossibile trovare un calciatore giallorosso al di sopra della sufficienza, con i difensori a pagare pesantemente dazio davanti allo strapotere del polacco Krzysztof Piątek, autore di tutte e quattro le reti dei padroni di casa.

VIGORITO: Viene scambiato per il tiro a segno di una delle tante feste estive e perforato come farebbe una punta d’acciaio con un foglio di carta. Ci mette una pezza in alcune occasioni, ma questa serata se la ricorderà a lungo. VOTO: 5,5

LEPORE: A Marassi affonda con tutta la squadra e non dà mai la scossa ai compagni in una serataccia che si preannuncia tale già dopo un minuto di gioco. La sua idiosincrasia per la marcatura emerge in tutta la sua gravità contro l’attacco genoano che lo prede di filata. VOTO: 4

→ (dal 60′) FIAMOZZI: Il suo ingresso in campo, complice un Genoa ormai appagato, dà maggiore equilibrio alla difesa salentina e più raziocinio alla manovra. VOTO: 6

COSENZA: Dovrebbe essere la guida della retroguardia leccese, invece va a fondo per primo sulle scorribande della truppa di mister Ballardini e lascia al polacco Piątek il palcoscenico finché resta in campo. La sua peggiore prova da quando è a Lecce. VOTO: 4

MARINO: Inizio da incubo anche per l’altro centrale giallorosso che stenta a trovare le misure e le marcature sul diretto avversario. La difesa leccese, lui compreso, va in apnea davanti alla velocità dell’attacco ligure e la frittata è inevitabile. VOTO: 4

CALDERONI: In gran confusione anche lui, costretto a mordere il freno sulla linea di difesa ed a sganciarsi raramente in avanti. Il pressing genoano è forsennato per più di un’ora con gli avanti rossoblù che hanno spesso dilagato, sorprendendolo più volte in velocità. Si perde sugli sviluppi di un corner Piątek in occasione del quarto gol. Un po’ meglio nella ripresa, ma davvero poca roba. VOTO: 4

PETRICCIONE: Gira come un fantasma senza meta per tutto il campo. Scarso il suo apporto alla causa, anche se nel secondo tempo dà manforte alla fase difensiva con maggior costrutto. VOTO: 4

ARRIGONI: Assiste impotente alle folate del Genoa che mette a ferro e fuoco l’area di rigore leccese. Prova a ragionare palla al piede ma l’aggressività degli avversari lo irretisce. VOTO: 4

MANCOSU: Defilato sulla corsia mancina non può e non riesce a dare il proprio contributo alla sua squadra in fase d’attacco. I secondi 45′ sono migliori sul piano dell’aiuto che offre in marcatura, con raddoppi a sinistra dello scachiere tattico leccese. VOTO: 4,5

FALCO: Prova a far girare la palla nella trequarti avversaria, ma l’intesa con i compagni di reparto è deficitaria e spesso predica nel vuoto. Prova la conclusione in porta più volte ma, come successo con la FeralpiSalò, la mira non è ottimale. VOTO: 5,5

TORROMINO: Viene schierato in extremis al posto dell’infortunato Palombi. Cerca di farsi vedere con conclusioni dalla distanza che, però, finiscono sempre con l’essere ribattute. Sul finire delò primo tempo accusa un fastidio ad un ginocchio e deve stringere i denti. VOTO: 4,5

→ (dal 73′) HAYE: Più fosforo al servizio della causa comune, ma scarse opportunità per metterlo a frutto. VOTO: 5,5

PETTINARI: Galleggia senza consistenza sulla linea d’attacco leccese e solo di rado trova il modo di farsi notare. In un’occasione in cui lo fa, rischia l’ammonizione per evidente simulazione. Esce senza lasciare rimpianti. VOTO: 4

→ (dal 65′) SARANITI: Come capitato martedì scorso, il suo ingresso sul rettangolo verde concede all’attacco del Lecce maggior peso e consistenza. Buono l’approccio, meno la precisione al tiro. VOTO: 5,5

All. LIVERANI: Ritorno da brividi al “Ferraris” per lui e la sua squadra. Il Lecce è sembrato un gruppo di scout mandato in guerra contro una divisione panzer. Deve riflettere bene sulle incongruenze tattiche di questa formazione che non incontrerà tutte le settimane compagini di Serie A, ma anche in B ci sono avversari che non perdonano, a differenza della Lega Pro in cui spesso si camuffavano le lacune di questa rosa. Ripartire dal secondo tempo è la cosa più sensata, ma a patto di far tesoro dei primi 45′ inguardabili. VOTO: 4

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