LECCE (Alessio Marenaci, Stefano Panigas, Emanuele Spagnolo)* – Dall’8 dicembre al 6 gennaio, gli abitanti di Lecce e i turisti possono visitare lungo Viale Marconi il tradizionale presepe artistico che da circa vent’anni a questa parte viene allestito in città. Rispetto alle passate edizioni, quest’anno la nuova amministrazione comunale guidata dal primo cittadino Carlo Salvemini, ha deciso di spostare l’installazione dalla storica location dell’Anfiteatro Romano, in Piazza Sant’Oronzo, fin sotto le mura del Castello Carlo V.
La scelta non è stata casuale, ma dettata da una maggiore attenzione per l’accessibilità di quanti hanno disabilità motorie e che ora avranno la possibilità di ammirare, forse più comodamente, la creazione dell’architetto Daniele Buscicchio, realizzata dalla ditta “Serafino”. Come ha ribadito l’assessore alle Attività Produttive, Paolo Foresio, il cambiamento rientra anche in un preciso progetto di riqualificazione delle mura del castello leccese, il che ha comportato anche un abbattimento dei costi: rispetto al passato c’è stato un risparmio di circa 25.000 euro.
È sicuro che tale mossa non abbia però compromesso la resa artistica del presepe? Questo è l’interrogativo sorto dopo aver visitato il presepe. Il diorama presenta le caratteristiche rurali salentine: dalla riproduzione delle strutture di campagna, fino alla ricostruzione dei poderi, come aranceti, vigneti con la piantumazione di piante mediterranee. È stato realizzato anche un fiumiciattolo circondato da un canneto che circonda la capanna con la Natività.
Nonostante l’idea di sviluppare un percorso che ne permette una visione a tutto tondo, la visuale risulta nettamente limitata. Rispetto alla prospettiva aerea offerta dall’Anfiteatro, la quale permetteva di osservare ogni particolare, adesso lo sguardo d’insieme risulta penalizzato dalla più evidente differenza di dimensioni degli elementi scenografici rispetto ai soggetti, come pure dall’invadente presenza dei pali della pubblica illuminazione e delle palme delle aiuole.
Il turista, lo sappiamo bene, è sempre alla costante ricerca di una bellezza immediata, che non riesce magari a captare; se poi aggiungiamo ai difetti visivi anche quelli acustici, il rispettoso silenzio dovuto alla Natività è negato dallo zampillare dell’acqua della adiacente Fontana dell’Armonia che, insieme al traffico veicolare, distrugge proprio quella tranquillità che si tende a ricercare.
Per quanto riguarda le statue presepiali (alte circa un metro) sono state realizzate in cartapesta da artigiani locali, tra le quali l’effettivo pezzo d’arte rimane la Natività del Malecore. I personaggi risultano essere di meno a differenza degli altri anni, in quanto l’area in cui sono stati collocati è di molto ridotta rispetto alla precedente. I pupi del presepe sono stati restaurati dai cartapestai leccesi gratuitamente: un lavoro però che pare eseguito in maniera piuttosto superficiale e grossolana, visto che ha compromesso le cromie complessive e ha contribuito a rendere più evidenti i segni dell’usura del tempo. La loro collocazione inoltre, non è delle migliori, non solo a livello logistico, considerando che le statue sono tutte orientate verso un solo punto focale, ma anche a causa delle basi a vista sfalsate rispetto al terreno. Pertanto la soluzione circolare del percorso dà una visione scarna dell’intero presepe.
Il risparmio conviene dunque a discapito della qualità? Alla luce di quanto osservato, riteniamo proprio di no. Ad ogni modo, si tratta di valutazioni personali. Ai visitatori e agli utenti dei social che da giorni si stanno confrantando sull’argomento, lasciamo l’ultima parola.
*Articolo realizzato dagli alunni del Liceo Classico e Musicale “G. Palmieri” di Lecce nell’ambito del progetto di alternanza scuola/lavoro previsto dalla legge 107/2015