marco-mancosuPERUGIA (di Luca Manna) – Qualche settimana fa, precisamente dopo Lecce-Akragas, parlammo della “traversa giusta” giocando sul parallelismo e le differenze sostanziali fra quella colpita ad Alessandria e quella colpita contro i siciliani sempre dallo stesso protagonista con la maglia giallorossa, Marco Mancosu. Ci eravamo soffermati su come quel sabato pomeriggio le sensazioni e le indicazioni che il campo ci avevano lasciato fossero completamente opposte a quella maledetta domenica dello scorso giugno e su come il Lecce potesse recriminare sui 2 punti lasciati per strada, ma allo stesso tempo potesse guardare con fiducia e serenità al futuro. E non è un caso secondo me che il “dio del pallone” o chi per lui, ci abbia voluto dare un segnale regalandoci 6 punti fondamentali nelle 2 successive partite proprio grazie a lui, a Mancosu, l’uomo delle “bombe”, l’uomo delle traverse, l’uomo, forse e speriamo, del destino…

pasquale-padalino-3-febbraio-2017Il Lecce allunga in classifica, si prende la vetta e se la tiene stretta consapevole di quanto sia importante dare continuità ai risultati sfruttando il vento in poppa e lo fa nel segno di quel giocatore la cui assenza lo scorso anno coincise proprio con la caduta a picco della squadra di Pasquale Padalino, lo fa nel segno di quel ragazzo che vide infrangere i suoi sogni e quelli di un intero territorio su un legno che ancora oggi malediciamo.

Non ho mai creduto che i campionati possa vincerli un solo calciatore, non ho mai pensato che l’assenza o la presenza di un solo elemento possa alterare gli equilibri a tal punto da decidere le sorti di intere stagioni, a maggior ragione se non parliamo di Maradona, Messi o Cristiano Ronaldo. Ho sempre creduto, però, che nel calcio a volte si nasconda un qualcosa di mistico, ci siano segnali, episodi, corsi e ricorsi storici che qualcosa lasciano, insegnano o segnano indelebilmente. Mancosu e le sue “bombe” sono oramai storia di questo Lecce e forse potranno essere destino indelebile di questa squadra. Ma il ragazzo sardo, cresciuto in una famiglia nella quale il pallone è pane quotidiano, non è solo tecnica, potenza e precisione nel tiro da fuori è molto di più.

mancosuNessun allenatore di quelli  passati sulla panchina giallorossa nell’ultimo anno (Padalino, Rizzo, Maragliulo, Liverani) ha o avrebbe mai rinunciato alla presenza in campo di Mancosu, giocatore universale, duttile, decisivo e lusso per chiunque in questa categoria. Nato esterno di centrocampo, nei primissimi anni della sua carriera, nella quale tra l’altro ha vestito anche la maglia azzurra dell’Under 17, Under 20 ed anche Under 21, Mancosu ha trovato la sua dimensione accentrando la sua posizione in campo, dividendosi fra la mezz’ala sinistra ed il ruolo di trequartista, ma raccogliendo probabilmente per ora in carriera molto meno di quanto avrebbe meritato, sperando che il meglio debba ancora venire e che arrivi con la maglia giallorossa addosso.

Juan_Alberto_BarbasIl calcio moderno corre, forse più dei calciatori, ed il nostro numero 4 sembra perfetto per questo nuovo modo di vivere e calpestare il rettangolo verde, riuscendo ad essere decisivo senza fossilizzarsi su un unico modo di stare in campo, ma adattandosi alle esigenze di squadra ed allenatore con la stessa qualità e quantità. Quel suo modo di calciare il pallone, di accentrarsi, puntare la porta e mirarla con potenza e precisione, ha portato molti tifosi ed addetti ai lavori a paragonarlo ad un illustre pilastro della storia del Lecce: Beto Barbas, ma il suo modo di stare in campo, la sua ottima tecnica unita a corsa e capacità di interdizione mi portano ad associarlo, con le dovute proporzioni, più a giocatori come Juan Sebastian Veron o, ancor di più, a Radja Nainggolan.

rabbia-mancosuEd allora, anche noi abbiamo il nostro “ninja”, il nostro guerriero gentile capace di colpire gli avversari e lasciarli storditi per terra fino al KO, così come Matera e Cosenza possono tranquillamente confermare. Restiamo ancorati alla vetta, guardiamo sempre avanti senza mai voltarci indietro, aspettiamo che le nostre punte, la nostra artiglieria pesante torni a colpire senza pietà e se ciò non accade, speriamo che ci pensi ancora lui, l’uomo delle traverse, l’uomo delle “bombe” e  forse, lo speriamo, l’uomo del destino!

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