marco-mancosu-vs-alessandriaPERUGIA (di Luca Manna) – Avete mai pensato che nel calcio a volte ci siano segnali che vogliano indicare qualcosa? Avete mai sognato che quella cosa accaduta  in un preciso istante, sia il preludio, l’indicazione che qualcosa di grande potrebbe accadere? Proviamoci insieme. Cosa lega Alessandria–Lecce del 4 giugno a Lecce–Akragas giocata sabato pomeriggio al Via del Mare con il Lecce alla ricerca della “sesta” (vittoria) nell’ora della siesta? Apparentemente nulla. In Piemonte si giocava una partita da dentro o fuori, un play-off tiratissimo nel quale per una squadra sarebbe stata gloria e per l’altra solo disperazione, mentre nello scorso fine settimana vi erano in palio “solamente” i 3 punti di una giornata di campionato. Eppure c’è qualcosa che nella mia testa continua a dirmi che le 2 partite sono legate e che pur non avendo in comune la posta in palio, siano lì ad indicarci che il vento è cambiato.

MancosuTralasciando le cose futili che la mia mente malata di Lecce a volte partorisce, tipo il fatto che entrambe le avversarie abbiano la “A” come iniziale e siano posizionate una nell’estremo o quasi Nord dello Stivale e l’altra nell’estremo o quasi Sud della Penisola, c’è un particolare che mi intriga più degli altri: in entrambe le partite, dominate dal Lecce e finite 0-0, la nostra imprecazione più grande l’abbiamo riservata ad una traversa… clamorosa, incredibile e colpita dallo stesso calciatore e con dinamiche molto simili. Quella bomba di Marco Mancosu che ancora fa tremare la porta sotto la Curva Nord del Via del Mare, sembra assomigliare tanto e sembra legarsi con un nodo doppio a quella scagliata qualche mese prima al Moccagatta di Alessandria, ma questa volta sono sicuro che ci voglia dire qualcosa di diverso, qualcosa che ci deve far sognare.

highlights Lecce-Akragas 0-0Non voglio soffermarmi troppo su quel pomeriggio maledetto di giugno, se non per ricordare di come quella traversa abbia spezzato i sogni di una squadra e di una tifoseria che sembrava avere trovato finalmente la giusta quadratura dopo un finale di stagione giocato in piena depressione. Ma era evidentemente il triste epilogo di un Lecce ancora non pronto, un Lecce senza la cattiveria necessaria, un Lecce che era tornato a sfoderare una prestazione superba dopo mesi di declino e che il destino non si è sentito di premiare dopo tanti giorni così bui. Sabato scorso, invece, in campo c’era una squadra che sta crescendo giorno dopo giorno, una squadra che finalmente si sta rendendo conto di quanto potenziale abbia dentro di sé, un gruppo di ragazzi che quotidianamente sta sudando intensamente per l’obiettivo prefissato, si sta isolando al punto giusto da un ambiente troppo “invadente” e sta portando sul campo entusiasmo e gioco anche grazie ad un condottiero in panchina che sta sorprendendo tutti sia per la competenza tecnica che per la grinta che riesce a trasmettere costantemente, minuto dopo minuto, senza sosta.

pietro lo monaco - cataniaLa traversa di Mancosu sarà lo spartitraffico, deve essere la lama sottile che taglia in due la storia recente di questo Lecce. Un Lecce che nasce ad Alessandria nello sconforto e nella delusione totale, ma che sabato scorso ha finalmente deciso di voltare definitivamente pagina ed iniziare a scrivere una storia diversa, entusiasmante. Giocando come contro gli agrigentini difficilmente capiterà di nuovo di pareggiare una partita, difficilmente capiterà che la palla non entri ancora, difficilmente i macroscopici errori arbitrali potranno ancora condizionare i nostri risultati, difficilmente la paura di Lo Monaco (perché Lo Monaco ha paura ricordatevelo) potranno farci arrabbiare o recriminare ancora… giocando come sabato pomeriggio niente potrà fermare la furia di questo Lecce, lo spettacolo di una squadra che arriva in area avversaria con una facilità devastante e che forse inizia a trovare anche il suo equilibrio in fase difensiva.

esultanza-lecce-leonzioGiocando così, continuando così, saremo noi gli unici arbitri del nostro destino, perché siamo i più forti e ne dobbiamo essere consapevoli, così come siamo consapevoli che se noi vogliamo, niente ci potrà fermare, neanche una traversa, perché da quella traversa, quella di Mancosu, questa volta ne usciamo in una sola maniera: più forti!

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