LECCE (di Luca Manna) – Mi è capitato in questi giorni di imbattermi spesso sulla pagina facebook della Lega Pro nella quale sono stati condivisi, ad intervalli regolari, post riportanti l’ entusiasmo di chi decide le sorti e le regole di questa categoria, che il prossimo anno tornerà a chiamarsi Serie C, sulla stagione appena conclusasi con l’ evento degli eventi della Final Four, da loro rinominata con l’hashtag #Finall2017.
Il presidente Gabriele Gravina ha rilasciato dichiarazioni piene di soddisfazioni, sottolineando come quest’anno il campionato di Lega Pro sia stato un vero spettacolo e come la formula elaborata dai suoi collaboratori abbia permesso di vivere un campionato pieno di emozioni e di entusiasmo, lasciando i giochi aperti fino alla fine della stagione regolare e regalandoci una appendice con ben 28 squadre coinvolte e la soddisfazione di aver avuto gli occhi dell’Europa addosso. Eh sì, l’Europa perché sempre sul profilo social della Lega Pro è ben evidente la lettera del presidente della Uefa, Aleksander Ceferin indirizzata proprio a Gravina, nella quale viene sottolineato l’ottimo lavoro fatto, denotando la volontà di “ancorare il calcio alle sue radici profonde, ai suoi valori nobili e formativi e soprattutto alla passione della gente e al territorio quale è legato” Cosa avrà voluto dire?
Quale migliore occasione per Gravina e compagni per ribadire che la formula non si tocca, che nessun errore è stato fatto e che anzi verranno apportate solo modifiche in altri ambiti, tipo quello di abbassare il numero di Over presenti in ogni rosa da 16 a 14, in barba a tutti quei calciatori che rimarranno senza contratto ed in barba alla libertà di ogni presidente di poter costruire una squadra come meglio ritiene? Per carità, i giovani sono importanti per tutto il sistema calcio, ma non ci sembra questa la via migliore per risolvere il problema, ma questo è un altro discorso ed avremo tempo di approfondire. Tutto rose e fiori quindi per chi governa il calcio della “magnifica” Lega Pro ed addirittura tutto rose e fiori anche per l’Uefa, come sottolineato nella citata lettera. Tutto rose e fiori anche per la stampa sportiva italiana, nella quale non abbiamo trovato neanche un cenno di lamentela o di critica nei confronti di quanto accaduto.
Nei giorni scorsi poi, siccome sono un tipo pignolo, ho avuto pure uno scambio di mail con la redazione della Gazzetta dello Sport alla quale ho scritto per sottolineare alcune mie perplessità su questi play-off e sul campionato in generale per come è stato concepito, a partire dalla formula a 60 squadre con annessi ripescaggi “di massa”, fino alla totale assenza di un criterio meritocratico nella gestione degli spareggi promozione, passando per lo spettacolo poco gratificante di due semifinali giocate in giornate lavorative, di sera, in uno stadio semivuoto, in una città che il calcio lo vive in Serie A e probabilmente se ne importa poco o nulla di Parma, Alessandria, Pordenone e Reggiana, come se ne sarebbe importata allo stesso modo di tutte le altre 56 squadre. Una nota e gentile firma della “rosea” (non riporto il nome per motivi di privacy) mi ha risposto che a loro la formula piace, che il campionato è stato bellissimo ed i play-off anche di più, che forse qualche accorgimento andava fatto (ma a quanto pare per Gravina no) e che è molto meglio questa Lega Pro di una Serie A dove la Juventus domina ed i giochi sono fatti già a febbraio. Eh sì, molto meglio la Lega Pro; e allora avrei voluto rispondere che potevano proporre a De Laurentis di andarsi a giocare l’accesso ai preliminari di Champions League in una bella sfida secca senza alcun vantaggio contro l’Inter o il Milan, lasciando perdere gli oltre 30 punti di distacco maturati in classifica. Sono certo che, se la Lega Pro è stata così bella e avvincente, il presidente del Napoli avrebbe sicuramente accolto favorevolmente la proposta e chi se ne frega se poi il danno economico e sportivo poteva essere enorme; l’importante è che l’Uefa poi ci scriva una bella lettera…
Tutto bellissimo, tutto stupendamente avvincente; però, sempre scorrendo il dito o il mouse su quella pagina social della Lega Pro, capita di aprire i commenti ad i vari post e gira che ti rigira il tono dei tifosi, di ogni squadra, di ogni girone, di ogni parte di Italia, è lo stesso: sdegno, rabbia, stupore e bocciatura totale per questa formula. Se solo chi sceglie le regole riuscisse a fare un sondaggio fra i milioni di tifosi che seguono settimanalmente la prossima Serie C, si renderebbero subito conto di quanto questo progetto, il loro progetto, sia stato un totale fallimento, uno scempio in piena regola che ha prodotto malcontento in moltissime società e nella stragrande maggioranza dei tifosi; insomma su tutti quelli che mettono sul tavolo i quattrini che servono per far girare la giostra.
Per carità, non tutto è da buttare, è bello avere campionati vivi fino all’ultima giornata, ma è assurdo, ridicolo prevedere una formula con 28 squadre senza prima stabilire delle soglie minime di “sbarramento”, senza prevedere dei vantaggi a chi in campionato ha fatto più punti, senza capire che giocare il martedì e mercoledì a Firenze è una cattiveria oltre che un idiozia che ti porta ad avere uno stadio vuoto e questo, cari signori che pubblicate le lettere, ma poi evitate di leggere i commenti dei tifosi, è un pensiero comune, diffuso e non solo di chi ad Alessandria o a Lecce è deluso perché ha fatto 70 e passa punti in campionato ed è stato messo sullo stesso livello di chi ne ha fatti 50…
Sarebbe il caso di iniziare a pensare a cose serie, a vivere seriamente la realtà di una categoria che “non arriva a fine mese”, a guardare con lucidità ad un mondo del calcio dove, a fronte di un Donnarumma che legittimamente rifiuta 5 milioni di euro all’anno, si trovano calciatori che per mesi non prendono stipendi perché schiavi di scelte che hanno permesso a chi non aveva i conti in regola di iscriversi al campionato e di fare un po’ quello che volevano, decidendo le sorti magari di società che invece compiono assiduamente e mensilmente il loro dovere, con enorme sacrificio di chi le rappresenta.
Insomma, per voi è stato tutto bellissimo, ma sappiate che per i tifosi, per coloro che sono il motore di questo sport in ogni categoria, non è stato così per niente e ricordatevi che per voi magari non capiscono nulla o non contano nulla ma, se un giorno dovessero decidere di lasciarvi da soli, il calcio, il VOSTRO calcio, morirà!